CASERTA poche luci e molte ombre, eppure c'È voglia di fare IMPRESA
USURA, un fenomeno che ingrassa le mafie e distrugge il tessuto produttivo della societÀ
Internazionalizzazione: via libera da Caserta alla LEGGE regionale
CASERTA poche luci e molte ombre, eppure c'è voglia di fare IMPRESA
La criticità del tessuto sociale ed economico dell'area emerge con tutta evidenza anche dagli indici occupazionali. Nel periodo 2006-2010 si è avuta una riduzione occupazionale pari al 9,1% che, fatta eccezione per Napoli che ha registrato una flessione dell'11,4%, rappresenta la più elevata della regione
di Ant. Ar.
Luci ed ombre, si direbbe con una abusata espressione
giornalistica, a proposito dell'economia della provincia di Caserta. E le ombre, anche quelle più cupe e che sono la maggior parte, non per questo riescono a oscurare esempi di eccellenza produttiva di cui il territorio pure mena vanto: Tarì, Cira, Erreplast, Laminazione Sottile, Harmont & Blaine e, poi, le aziende che ancora producono le più famose sete del mondo e gli innumerevoli laboratori che trasformano il latte di bufala in mozzarella dop, sono soltanto alcuni degli esempi posti all'attenzione della stampa nazionale, dal 17 al 18 settembre scorsi, nell'ambito dell'Educational Tour organizzato da Asips, agenzia speciale dell'ente camerale provinciale (si veda scheda a parte).
Segnali incoraggianti, tuttavia, che non possono distrarre l'attenzione dalle numerose e annose problematiche che affliggono il territorio e che, infine, emergono da una serie di dati economici che devono far riflettere non poco.
La provincia di Caserta, infatti,
soffre di mali strutturali che, sommati alla difficile congiuntura economica internazionale, rischiano di affossare definitivamente un territorio che ha molte potenzialità ma scarsa attenzione da parte della classe politica, come rileva il neo presidente del Gruppo giovani imprenditori Enzo Bove (articolo a parte).
Bassa competitività, scarso reddito disponibile pro capite e poca patrimonializzazione, specializzazione produttiva circoscritta a settori dal basso tasso di innovazione, terziarizzazione fondata su servizi non avanzati e, come se non bastasse, modesta capacità di valorizzazione delle proprie eccellenze turistiche, paesaggistiche, artigianali e agricole, sono altrettanti punti dolenti di un tessuto produttivo che deve necessariamente invertire la rotta per non soccombere, schiacciato come è dal peso enorme per dire costituito da criminalità, sommerso ed emergenza rifiuti. Dunque, ecco i dati su cui si deve assolutamente riflettere.
Fra le 107 province italiane, Caserta è quart'ultima per valore del Pil pro capite. Né la situazione cambia in termini di reddito disponibile, indicatore più affidabile del potere d'acquisto medio: anzi, la distanza aumenta ancor più e cresce anche tra Caserta e le altre province campane. Infatti, rispetto alla media italiana Caserta registra un valore del reddito disponibile pro capite del 39,3%, rimanendo quindi molto lontana sia dalla media regionale (54,9%) sia da quella meridionale (58,7%).
La criticità del tessuto sociale ed economico dell'area emerge con tutta evidenza anche dagli indici occupazionali. Nel periodo 2006‑2010 si è avuta una riduzione occupazionale pari al 9,1% che, fatta eccezione per Napoli che ha registrato una flessione dell'11,4%, rappresenta la più elevata della regione; senza tuttavia considerare quello che tutti sanno, e cioè che il tasso di disoccupazione ufficiale, pari al 12,3%, va corretto in senso peggiorativo se si considera la presenza di ampie sacche di
disoccupati non rilevati, di sottooccupati e di larghe fasce di sommerso.
La situazione fa particolarmente male perché il mix tra la scarsa capacità di reddito (si calcola che oggi chi lavora a Caserta sembra avere una condizione reddituale peggiore rispetto a chi è pensionato) e la contrazione occupazionale è la principale causa della forte flessione dei consumi interni, vale a dire della leva più importante per la crescita dell'economia provinciale. Altro dato preoccupante è il livello di internazionalizzazione. Di recente, infatti, l'Istat ha reso noto che le vendite all'estero delle imprese campane crescono meno del resto d'Italia. Ebbene.
Caserta non fa eccezione. Il tasso di apertura internazionale della provincia arriva al 79% della media regionale e al 34,5% di quella nazionale. Nell'annus horribilis dell'economia mondiale, il 2009, le esportazioni dei prodotti locali nei mercati esteri sono diminuite del 26,9%, mentre a livello regionale hanno registrato una perdita del 16,1%. Nel 2010, grazie alla lenta ripresa dei mercati, la situazione è leggermente migliorata con un
export al 3,8%, anche se in tutta onestà, rapportato alla ripresa nazionale (+15,4%), la performance non può certo considerarsi positiva. A destare preoccupazione è anche la geografia dei Paesi nei quali si concentra l'export dei prodotti casertani. La quasi totalità delle esportazioni viene infatti assorbita dai mercati europei (82%), nello specifico Germania, Francia, Regno Unito, Spaglia.
Una quota decisamente minore è indirizzata verso gli Stati Uniti (2,5%) e l'Australia (1%). Se è vero, come è vero, che l'economia mondiale sta radicalmente mutando scenari, che i Paesi tradizionalmente forti attraversano una fase di stanca e che i cosiddetti Paesi emergenti sono in realtà ampiamente emersi, è chiaro che una mappa delle esportazioni casertane non contempla i mercati emergenti, gli unici a poter dare adeguate speranze in una impennata dei consumi. Ma non mancano le sorprese. Nei primi 9 mesi del 2010 si sono registrati su questi nuovi mercati tassi di crescita interessanti, con un incremento delle vendite in Messico pari al 38%, in Russia del 104%, e in Libia del 57%. Insomma, il sistema produttivo territoriale dimostra di voler reagire. Il che è confermato dagli indici di investimento. Segnale emblematico della forza di Terra di Lavoro è dato dal fatto per cui anche nei settori più colpiti dalla crisi, come quello edile, nei servizi, nel commercio e in quello turistico, gli attori economici casertani non si sono tirati indietro quando si è trattato di effettuare nuovi investimenti. Paradigmatico è in proposito il comportamento dei costruttori.
Come è noto, il settore edile è in netto calo. In linea con il trend nazionale e internazionale, il comparto casertano ha fatto segnare delle contrazioni notevoli, sia nella produzione (‑24,9%) sia nel fatturato (‑21,9%). Eppure, nonostante il pessimo quadro, emerge una decisa volontà di reazione da parte delle imprese. Circa il 13,8% dei costruttori ha infatti effettuato investimenti, una percentuale decisamente considerevole se rapportata alla congiuntura a dir poco negativa. Lo stesso è accaduto nel settore manifatturiero, alberghiero e nell'artigianato. A dispetto della crisi, insomma, si continua a investire. Chissà se la politica se ne accorge.
Della Gatta: «Compensare debiti e crediti che le imprese hanno con lo Stato»
Alleggerire la posizione debitoria delle imprese nei confronti dello Stato, senza comportare ulteriori aggravi delle finanze pubbliche, semplicemente procedendo alla compensazione con i crediti maturati dalle stesse aziende nei confronti della Pubblica amministrazione.
E, in questo quadro, congelare per 24 mesi le azioni esecutive di Equitalia. Lo chiede con insistenza Confindustria Caserta, individuando in questa misura una delle soluzioni per non rimanere schiacciati dalla crisi.
E in questo senso, nei giorni del dibattito parlamentare sulla manovra finanziaria, il presidente degli imprenditori casertani, Antonio Della Gatta, ha proposto ai rappresentanti delle forze politiche locali un emendamento. Che è rimasto - come si sa, forse anche a causa della blindatura da parte del governo con la richiesta della fiducia - lettera morta.
E, tuttavia, tornandosi a parlare di misure per far crescere l'economia, la proposta torna prepotentemente in campo. Per Della Gatta, infatti, la proposta di congelare - magari limitatamente nel tempo - le azioni esecutive poste in essere da Equitalia nei confronti di quelle imprese che contemporaneamente vantano crediti talvolta ingenti dallo Stato, resta pur sempre valida. Un congelamento, ovviamente, che si intende fino alla concorrenza delle somme maturate.
Argomenta infatti il presidente degli industriali casertani: «La proposta trova la sua ragion d'essere nell'assoluta necessità di evitare di sottrarre alle imprese risorse finanziarie che già oggi sono scarse e, in molti casi, arrivano addirittura a minacciare la continuazione della stessa attività aziendale».
BOVE (GGI) lancia un appello ai politici: «Non affossate il territorio»
La manovra economica varata dal governo mortifica i lavoratori e gli imprenditori onesti del Mezzogiorno e, in particolar modo, della provincia di Caserta. É quanto sostiene il presidente del Giovani Imprenditori di Confindustria Caserta, Enzo Bove (nella foto), nella scia delle perplessità già sottolineate sia in sede nazionale che regionale dagli imprenditori under 40 di Confindustria.
Secondo Bove, «La manovra finanziaria così come è stata approvata non soltanto ignora le reali difficoltà ambientali nelle quali lavoratori e imprenditori sono costretti a muoversi, ma probabilmente non coglierà nemmeno l'obbiettivo per il cui è stata fatta: perseguire, cioè, il tanto auspicato equilibrio dei conti dello Stato». Inoltre, si chiede ancora il presidente dei giovani imprenditori casertani: «E nel medio periodo la manovra quali effetti sortirà sulla nostra economia?».
Enzo Bove lancia allora un appello alla classe politica locale per avviare, a stretto giro, un confronto serrato per porre in essere necessari e urgenti correttivi: «Ci rendiamo disponibili sin d'ora - sottolinea il presidente degli imprenditori casertani under 40 - ad un confronto permanente, costruttivo, sinergico, volto finalmente a promuovere lo sviluppo del nostro territorio, dal momento che la manovra finanziaria non soltanto non lo fa, ma ne disattende ancora una volta le attese». In tutta questa vicenda, peraltro, l'aspetto più grave sottolineato da Bove è la scarsa considerazione che ancora una volta i politici di livello nazionale dedicano al nostro territorio, provocando il progressivo distacco della gente dalla politica e la conseguente mancanza di fiducia. Sulla ricetta da seguire per ridare slancio al tessuto produttivo locale il presidente del Ggi di Caserta elenca le
azioni concrete da fare subito: «Bisogna valorizzare e stimolare le risorse umane del territorio al fine di evitarne la fuga verso ambienti più ospitali». Quindi, aggiunge: «Occorre incentivare l'occupazione, soprattutto quella giovanile, con politiche mirate e non più occasionali o a pioggia. Infine, occorre alleggerire il carico fiscale del lavoro e delle imprese secondo una logica selettiva e costruttiva, evitando discriminazioni mortificanti». «Il tutto, naturalmente - ricorda ancora Bove - nell'ambito di una complessiva riforma del sistema politico ed economico, che passi attraverso la riforma dei partiti (uno statuto che ne regoli la democrazia interna con regole eguali per tutti), la riforma elettorale (almeno con il ripristino delle preferenze) nuovi meccanismi di misurazione del rendimento della politica sulla scorta del modello costi/benefici e, per ultimo ma non ultimo, riforme strutturali, al passo con le economie più avanzate che stimolino la crescita attraverso un percorso sistemico e senza gravare sui più deboli». Insomma, «i giovani imprenditori - sottolinea con forza Enzo Bove - non chiedono assolutamente aiuti a pioggia di vecchio stampo, ma stimoli concentrati e correlati alle reali necessità del territorio affinché attraverso una ripresa dei consumi, la crisi si trasformi in volano per il Mezzogiorno e non nel definitivo affossamento». «Siamo al capolinea: la farraginosa macchina statale, una mucca munta costantemente per anni, non solo ha finito il latte, ma è vecchia e malata: è ora di cambiare!».
GIOVANI IMPRENDITORI, ASSEGNATE LE DELEGHE
Il presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Caserta, Vincenzo Bove, nel corso della riunione di insediamento del nuovo Consiglio direttivo del Gruppo, che si è svolta nei giorni scorsi presso la sede dell'associazione datoriale, ha anche proceduto all'assegnazione delle deleghe ai consiglieri. In particolare, sono stati nominati vice presidenti Piergiorgio Caterino e Alfonso Di Nardi; tesoriere il consigliere Giuseppe Errichiello; delegato in seno alla giunta di Confindustria Caserta è Enrico Landolfi; mentre al Regionale è stato delegato Fabio D'Anna; e al Consiglio nazionale Angela Casale. Inoltre, il presidente Bove ha anche proceduto ad assegnare gli incarichi e precisamente: al Marketing è stato incaricato Luigi Campagnuolo; all'Etica d'impresa Giovanna Casciello; all'Education Antonio Nappa: allo Sviluppo del Territorio e Networking Donato Massaro; infine, l'incarico di impresa e burocrazia è stato assegnato a Gaetano Capasso che è anche invitato permanente al Consiglio direttivo del Gruppo giovani, organismo che come si ricorderà - si completa con la presenza dei consiglieri Gianpaolo Bo, Adolfo Bottazzo, Emanuela Callipo, Antonio Goglia e Renzo Tilli.
UNA PROVINCIA DA SCOPRIRE Riservato ai giornalisti della stampa economica l'Asips, azienda della Camera di Commercio, ha organizzato un apprezzato "educational tour"
Caserta in vetrina - venerdì 16 e sabato 17 settembre scorsi - in occasione di un "educational tour" riservato ai giornalisti economici dei più importanti quotidiani d'Italia, organizzato dall'Asips, l'azienda speciale per l'innovazione della Camera di Commercio. «Caserta un territorio da scoprire: economia, beni culturali, enogastronomia e...»: è stato infatti il motivo conduttore dell'incontro che, nel week end, ha consentito ad un qualificato gruppo di opinion leader di approfondire una realtà, produttiva e territoriale, spesso giudicata esclusivamente attraverso immagini ed impressioni contraddittorie, che vanno riequilibrate e superate con una verifica dall'interno di quelle che, in ogni caso, rappresentano le "eccellenze" di Terra di Lavoro.
«L'iniziativa dell'Asips - ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio Tommaso De Simone - rientra nel nostro progetto di recupero dei valori positivi all'interno di una comunità che, pur tra le ombre, non può dimenticare le proprie luci. Siamo sempre più decisi ed impegnati nel favorire la promozione di realtà produttive che non temono confronto». Per una ventina di giornalisti si è trattato di una vera e propria "full immersion" nello spaccato di aziende, monumenti, eccellenze enogastronomiche inserite in un tour che ha compreso immagini, sapori e anche dibattiti. Clou della intensa due giorni è stato infatti il seminario che si è svolto a Capua, presso la Facoltà di Economia della Sun, sul tema "Funzione sociale ed economica dell'Università sul territorio.
L'esperienza di Caserta, Campobasso e Trento", con i tre presidi delle rispettive Facoltà di Economia, e cioè Clelia Mazzoni della Seconda Università di Napoli, Giovanni Cerchia dell'Università del Molise, Mariangela Franch dell'Università di Trento. Le visite alle aziende produttive del territorio hanno interessato le aree industriali di Marcianise (industria ed artigianato di eccellenza), San Marco Evangelista (industria), Gricignano d'Aversa e Capua. Il tour si è concluso con le visite alla Reggia ed al Parco (attraverso i "Percorsi di luce") ed al Belvedere di San Leucio, dove, con la collaborazione del "Consorzio San Leucio Silk", per l'occasione sono stati messi in azione gli antichi telai nel Museo della seta. |