L'ora della MERENDA
L'appuntamento dalle 16 alle 19 diventa sempre più la pausa giusta per pensare, chiacchierare e assaporare piccoli piatti golosi in buona compagnia
di Nicola Santini
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L'arte del ricevere cambia. O meglio, si evolve. Il classico invito a cena, che per orari, tempo e
spazi, talvolta rischia di trasformarsi in una autentica maratona che obbliga i padroni di casa a delle fatiche immani, ha lasciato spazio ad appuntamenti più facili da gestire ma non meno eleganti che possono regalare attimi di convivialità e golosità da dividere con gli amici.
La merenda è uno di questi. Naturalmente non stiamo parlando del classico panino, anche se - lo ricordiamo sempre con molto piacere - il sandwich nasce per volere di un aristocratico inglese che, per non abbandonare il tavolo da gioco, chiese di farsi servire l'amato e intramontabile roast beef tra due fette di pane a cassetta. Il sandwich quindi è tutto, tranne che una soluzione da snobbare.
Ma la merenda, intesa come rito sociale, è molto di più. Le regole sono semplici, gli orari flessibili, le combinazioni golosissime. Si arriva in un orario che varia dalle 16 alle 19, nei sabati o domeniche per chi lavora, negli altri giorni per chi è più libero.
Il carattere non impegnativo sta anche qui: non è necessaria la levataccia dell'ora di colazione (dove per colazione si intendono le 13 e non le 9 di mattina!), né fare le ore piccole per rimettere a posto la casa dopo cena. Si possono sbrigare le faccende del quotidiano con calma la mattina, sentendosi sereni a fine serata di poter andare a dormire in orari tali da non scombussolare l'indomani, certi anche che ci sia il giusto tempo per la digestione, che tante volte rovina il riposo notturno perché si va a dormire senza aver lasciato trascorrere il giusto lasso di tempo.
Ma cosa si serve per la merenda? Tutto quello che, ad esempio,è gustoso e saporito, ma che rischia di essere pesante a colazione per chi poi prosegue la giornata, o inadeguato ad una cena per chi vuole sogni d'oro e non di lavanda (gastrica). Melanzane alla parmigiana, lasagne, pasticci, che in genere vengono considerati off limits dagli appuntamenti eleganti, trovano nella merenda una collocazione simpatica. Il galateo ovviamente raccomanda di non esagerare nelle quantità.
Per chi ha dimestichezza con le ricette più elaborate, o con gli indirizzi del gusto, anche quiches, torte salate con verdure e formaggi, rotoli e sfoglie di qualsiasi forma e dimensione sono piacevoli intermezzi per i pomeriggi invernali che ci attendono. L'allestimento della tavola deve essere semplice e garbato. Il buffet spesso è la soluzione migliore e il motivo è piuttosto semplice: proprio per la sua natura libera, l'invito per la merenda non richiede la puntualità massima ma deve essere pensato un po' per l'ora in cui uno si libera.
Chi poco prima si è alzato da tavola per un pranzo della domenica, arriverà verso l'ora dell'aperitivo, si godrà un bicchiere di vino o un succo di frutta e assaggerà qualche boccone, chi è atteso la sera salterà il pranzo e arriverà per primo concedendosi qualcosa in più. Per tutti gli altri via libera ad un menù che deve necessariamente includere più opzioni: dolci e salate, ma almeno due, tre proposte che abbiano una loro identità e un loro carattere.
Come tutto quello che riguarda il buffet le regole sono piuttosto facili: piatti e posate devono essere almeno il doppio delle persone invitate. I bicchieri, specie se si servono diverse cose, anche di più.
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