INVESTIRE nella cultura per crescere La conoscenza È alla base dello sviluppo L'analisi del presidente di Biogem, l'ex Ministro dell'Università Ortensio Zecchino che analizza l'attuale fase economica, soffermandosi sull'importanza della formazione
Ortensio Zecchino, presidente Biogem «In un momento critico per i finanziamenti, la ricerca no
profit operata dai privati rappresenta una risorsa strategica su cui puntare»: ne è convinto il presidente del centro di ricerca genetica Biogem, Ortensio Zecchino.
«Biogem ne è un esempio ha affermato e il nostro meeting ha cercato di dare un contributo qualificato al dialogo tra i due approcci alla conoscenza». Il presidente di Biogem ha anche spiegato che oggi la scienza «non deve più essere considerata dagli umanisti una disciplina riservata ad una stretta cerchia di iniziati, così come la scienza non può più considerare cultura vera solo quella empirica». «Il Meeting "Le 2ue Culture" ha proseguito Zecchino va nella direzione del superamento della separatezza tra le due prospettive che a Biogem convivono nei suoi programmi di ricerca e alta formazione. Ne è esempio l'analisi tossicogenomica ambientale condotta sulla discarica di Savignano Irpino, con una metodica innovativa che si basa non già sulla tradizionale rilevazione delle quantità di sostanze inquinanti nei terreni, ma sulla valutazione concreta degli effetti all'esposizione agli agenti contaminanti da parte di organismi viventi come quelli murini, che provengono dal nostro stabulario, uno dei più grandi d'Europa.
La sperimentazione sui topi e sugli zebrafish potrà dirci quali sono i rischi per l'uomo nel suo rapporto con l'ambiente». «Siamo infine orgogliosi ha aggiunto Zecchino che il nostro centro sia capofila del progetto PON sull'oncologia e abbia attivato con successo il programma Merit nell'ambito dei piani di ricerca biomedica del Mediterraneo». Zecchino ha esortato ad investire sulla ricerca proprio in un periodo di crisi economica e finanziaria. «In questa fase è importante credere nella ricerca ha spiegato e l'esempio ci arriva anche dal presidente degli Usa Obama che propone come ricetta per risollevare la difficile situazione dell'economia americana proprio l'aumento degli investimenti nella scuola perché questo è il segreto dell'avanzamento, perché è dalla conoscenza e dall'innovazione che derivano lo sviluppo e la crescita di un Paese». «Tuttavia ha osservato nei momenti di crisi economica la tentazione della classe politica è di tagliare ciò che non sembra immediatamente produrre effetti negativi». «Ma ha avvertito è un'illusione molto pericolosa e di sicuro miope perché il "non mettere le mani nelle tasche degli italiani", come ci si ostina a ripetere, é una formula che apparentemente ben si concilia con i tagli alla ricerca, ma che in realtà priva gli italiani e soprattutto i giovani, cioè gli italiani di domani, di prospettive di vita adeguate ai livelli di un grande Paese occidentale come l'Italia».
Una visuale del Centro presieduto da Zecchino
Ecco allora che, per il presidente di Biogem, «la ragione nell'investire in conoscenza e in sapienza, nella cultura e nella ricerca, risiede nell'avere la preveggenza e la consapevolezza che soltanto creando e rafforzando le strutture del sapere, sia scientifico che umanistico, si può confidare nello sviluppo e nella crescita economica». Per l'ex ministro dell'Università e della Ricerca scientifica, poi una connotazione negativa del nostro sistema universitario e in particolare di quello meridionale é la scarsa quando non assente relazione con la realtà produttiva e imprenditoriale. «Per antica tradizione, infatti, c'é una sorta di chiusura reciproca ha chiarito che ci differenzia notevolmente dagli altri Paesi europei per non dire dagli Stati Uniti d'America, dove si registra un impegno consapevolmente orientato alla concretezza dei risultati della ricerca».
Per Zecchino, «di questa colpa portano la responsabilità sia il sistema universitario, sia quello produttivo, segno di una reciproca e negativa insensibilità che molto nuoce alla capacità complessiva del nostro Paese nel far sì che la scienza produca un avanzamento del benessere in termini complessivi, non chiudendosi nelle alte sfere del sapere ma riversando un effetto benefico nella vita quotidiana dei cittadini». Infine una proposta concreta: dare vita ad un'iniziativa di formazione per il giornalismo scientifico a Biogem, in collaborazione con la Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. L'idea di Zecchino è stata accolta positivamente da Giovanni Caprara, presidente dell'UGIS (Unione Giornalisti Scientifici Italiani).
Una sfida di assoluta rilevanza nell'attuale contesto di incomunicabilità e distanza tra il mondo scientifico e quello dell'informazione: «Una distanza ha osservato il Presidente Zecchino che innesca un dannoso circolo vizioso, dato che il mondo della politica, che è quello che finanzia, è per lo più sensibile alle sollecitazioni dell'opinione pubblica, purtroppo nulle sul tema della ricerca». «Il giornalismo scientifico non è e non può essere considerato un optional nel mondo della comunicazione ha condiviso Giovanni Caprara bensì costituisce un elemento fondamentale per una società come quella odierna, sempre più complessa e intrisa di conoscenza, non solo dal punto di vista scientifico. Il giornalismo ha il dovere di interpretare con estrema onestà e oggettività la realtà scientifica con le armi della preparazione e della specializzazione. Una coscienza che l'Italia, oggi, purtroppo non ha ancora maturato».
Nel giornalismo scientifico, dunque, e nella comunicazione più in generale, il possibile ed efficace anello di connessione tra i due mondi del sapere, nonché la possibilità di dialogo tra i diversi attori sociali, la politica, l' economia, le imprese, la ricerca.
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