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PIANO CASA Campania: modifiche in corso
PIANO CASA Campania: modifiche in corso
La legge ha avuto un percorso applicativo estremamente difficile e contorto
Antonio Lombardi Presidente Ance Salerno
Più celeri i procedimenti, più efficaci gli interventi di riqualificazione, più ampia la portata delle nuove
disposizioni.
Sono queste in sintesi le finalità dei procedimenti di modifica, ancora in corso, al cosiddetto "Piano Casa Campania", vale a dire alla Legge Regionale n. 19 dello scorso anno, pubblicata sul Bollettino Ufficiale n. 80 del 29 dicembre 2009, recante "misure urgenti per il rilancio economico, per la riqualificazione del patrimonio esistente, per la prevenzione del rischio sismico e per la semplificazione amministrativa".
La legge, che nelle intenzioni del legislatore regionale avrebbe dovuto riqualificare il patrimonio edilizio e rilanciare il comparto delle costruzioni, ha avuto una vita ed un percorso applicativo estremamente difficili e contorti. Non a caso, a neppure un anno dall'approvazione, già si discute di interventi e di modifiche per rendere i procedimenti per le autorizzazioni più snelli, e per aumentarne l'impatto sia in termini economici che di riqualificazione del territorio.
Si tratta di rivisitazioni anche sostanziali, ancora all'esame del Consiglio regionale, che attengono ad aspetti procedurali e tecnici di particolare complessità, ma anche a strumenti urbanistici innovativi come le delocalizzazioni, che più e meglio possono incidere sulla riqualificazione del territorio.
Una delle proposte è già all'esame delle commissioni consiliari competenti e riguarda lo snellimento delle procedure per il rilascio del certificato antisismico.
La nuova proposta di legge alleggerisce i vincoli per la tutela degli interventi in zona sismica introducendo il meccanismo del silenzio assenso per cui l'omessa dichiarazione del provvedimento di diniego entro 30 giorni equivale ad autorizzazione.
Ancora più rilevante il secondo intervento di modifica, frutto di un disegno di legge già approvato dalla Giunta regionale e che – si spera in tempi ragionevolmente brevi - passerà all'esame del Consiglio regionale. Prevede, tra le altre cose, un aumento volumetrico fino al 50% dell'esistente per interventi sugli edifici residenziali pubblici, vincolando la Regione all'inserimento, nella programmazione, di fondi per l'edilizia economica e popolare o ancora - altra norma di enorme valenza strategica - la sostituzione edilizia per le industrie inquinanti o per quelle non compatibili con le attività residenziali limitrofe.
È possibile pianificarne la delocalizzazione, in ambito provinciale, garantendo l'incremento dei livelli occupazionali nella misura del dieci per cento nel quinquennio.
Il ddl prevede inoltre la possibilità di attuare la delocalizzazione di immobili da aree a rischio idrogeologico molto elevato a zone sicure, beneficiando di un premio volumetrico fino al 35%: un modo tangibile e concreto per porre fine ai tanti disastri annunciati che in Campania s'impongono con cadenza periodica.
Abrogato anche il limite di 15mila metri quadrati per la rigenerazione delle aree urbane dismesse.
Il Piano Casa, anche nella sua formulazione "rivisitata", conferma la grande attenzione al risparmio energetico, alla sicurezza statica degli edifici e, più in generale, all'adozione di tecniche costruttive attente alle prestazioni energeticoambientali e in conformità alle NTC, Norme tecniche per le costruzioni, che regolano l'attività edilizia in zona sismica.
L'auspicio dell'ANCE è che la riqualificazione urbana torni al centro del dibattito politico, a tutti i livelli istituzionali, con una politica di rinnovamento che premi la riqualificazione, il riuso, il recupero dell'esistente, la sicurezza degli stabili anche attraverso interventi di sostituzione edilizia. Ma è necessario che le politiche di demolizione e ricostruzione entrino a regime nel recupero urbano e non siano più oggetto - come purtroppo ancora avviene - di interventi normativi eccezionali o, peggio, con efficacia limitata nel tempo.
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