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Progetto SIS:
Sviluppo Imprese in sicurezza
Antimo Caputo nominato vice presidente Yes for Europe
Opera Prima
per l’internazionalizzazione
Energia elettrica con sconti fino al trenta per cento
Progetto SIS:
Sviluppo Imprese in sicurezza
Road show a Palazzo Partanna per promuovere la cultura della prevenzione degli incidenti sul lavoro
di Maria Aitoro
Da sinistra: Sante Roberti, Giovanni Lettieri e Salomone Gattegno
«La competitività aziendale non può prescindere dalla sicurezza, per questo è fondamentale applicare buone pratiche per la tutela della salute dei lavoratori». Lo ha evidenziato Giovanni Lettieri, Presidente dell’Unione Industriali di Napoli durante il seminario “Sviluppo Imprese in Sicurezza”(Progetto SIS) promosso da Confindustria in collaborazione con l’Associazione imprenditoriale partenopea, l’Inail, Fondirigenti e con il sostegno di Federmanager.
«É necessario - ha continuato Lettieri - che l’Inail non operi solo sul piano meramente ispettivo, ma fornisca un sostegno effettivo ai soggetti tenuti ad applicare la sicurezza, cercando di non sanzionare alla prima visita, ma mettendo a disposizione la sua consulenza e assistenza, per poi multare pesantemente chi realmente non dimostra la volontà di rispettare la normativa».
«Bisogna sfatare l’immagine dell’Inail come ente ispettivo», ha rimarcato Sante Roberti, Vice Presidente dell’Unione Industriali di Napoli alle Relazioni sindacali e agli Affari sociali. «Alla base delle politiche di prevenzione c’è la formazione, la vera arma per combattere questa piaga».
É questo il messaggio ribadito anche da Confindustria.
«C’è un forte impegno - ha sottolineato Samy Gattegno, Presidente del Comitato Tecnico Salute e Sicurezza di Confindustria - affinché la sensibilità delle parti, in termini di responsabilità sociale, sia più forte».
Il problema culturale è il principale fattore di pericolo. Lo dimostra una recente indagine del Censis. Dai dati emerge che il 47% degli italiani intervistati pensa alla sicurezza come un problema di “altri”, mentre solo il 30% ritiene che il rischio dipenda da propri comportamenti.
«La prevenzione e la formazione viaggiano sulla stessa linea - ha aggiunto Fabrizio Brancaccio, Presidente del Consorzio per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori (Co.si.la) - ma bisogna altresì ricordare che spesso per le Pmi adeguarsi alle norme esistenti comporta uno sforzo maggiore, a livello di costi, rispetto alle grandi aziende».
Nel corso dell’incontro sono state presentate anche le testimonianze imprenditoriali del Responsabile Servizio Protezione e Prevenzione di Ansaldo Sts, Alfredo Tommasone, della Responsabile Qualità Sicurezza e Ambiente Divisione Infrastrutture e Reti di Enel, Anna Brogi, del Responsabile Gestione e Coordinamento Sicurezza sul Lavoro in ambito Tutela Aziendale di Poste italiane Spa, Fabrizio Iovino, della Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione stabilimento di Caivano Unilever Italia Manufacturing, Veronica Morra.
Sono intervenuti, tra gli altri, Marco Fabio Sartori, Presidente dell’Inail, Renato Cuselli, Presidente Fondirigenti, Franco Lotito, Presidente Civ, Marco Frey, Docente di economia e gestione delle imprese, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Francesco Bacchini, Docente di Diritto del Lavoro, Università di Milano Bicocca, Carlo Galimberti, Docente di Psicologia Sociale Università Cattolica del Sacro Cuore, Fabiana Gatti, Docente di Psicologia della comunicazione Università Cattolica del Sacro Cuore, Fabio Pontrandolfi (Confindustria), Raffaele D’Angelo (Contarp Inail Campania), Giuseppe Baratto, Presidente Sicdai.
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