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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DICEMBRE 2009
 


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La “mediterraneitÀ” secondo i Giovani Imprenditori

Da Capri proposte interessanti e innovative per creare le condizioni
necessarie a porre realmente il Mezzogiorno al centro del bacino del Mediterraneo

di Raffaella Venerando


Per la tradizionale convention d’autunno a Capri, i Giovani Imprenditori di Confindustria hanno scelto quest’anno di misurarsi su di un tema affascinante e quanto mai attuale: la mediterraneità.
Un parterre, a più voci e colori, dall’Isola Azzurra ha affrontato la mediterraneità non solo come condizione di centralità geografica di un gruppo di terre rispetto ad altre, ma anche e soprattutto come opportunità di congiungimento, di unione, di comunicazione fra molteplici diversità. Si è andati quindi oltre la volontà di ragionare sui modi possibili per coesistere in uno spazio comune di crescita economica, quanto piuttosto si è cercato di capire in che modo “il Mediterraneo” possa diventare quel luogo in cui far avvenire lo scambio della ricchezza di pensiero accumulato a disposizione di tutti.
Si è dibattuto quindi - nel corso dei due giorni - su quale possa essere l'apporto, da parte delle imprese e delle istituzioni, alla crescita culturale ed economica dei Paesi che sul Mare Nostrum si affacciano, ma soprattutto su quale possa essere il più riuscito modello di integrazione sostenibile capace di far dialogare politiche di sviluppo e cooperazione, necessità economiche e opportunità di mercato senza creare distanze, senza creare vuoti e disarmonie.

Walter Veltroni: «Il Mediterraneo non deve essere considerato il mare della paura, ma dell’incontro» Gianfranco Fini: «La questione del Meridione è una questione nazionale, non regionale» Giulio Tremonti: «Abbiamo un debito con i meridionali: è ora di rifletterci tutti insieme»


È stata la presidente nazionale dei Giovani Imprenditori Federica Guidi a dare il là alla manifestazione venerdì 30 ottobre con le “sue tesi”. Per la Guidi «la fine della Guerra fredda ha reso più largo l'Atlantico: il legame privilegiato che univa l'Europa e gli Stati Uniti non è più l'unico a condizionare rapporti e relazioni fra paesi». Per dare un’idea di quanto la crescita legata alle opportunità offerte dal Mediterraneo sia importante, è sufficiente guardare i numeri: «L'Europa a 27 consta di 500 milioni di abitanti, la sua parte mediterranea 177 milioni, i Paesi delle sponde Est e Sud del Mediterraneo sono 237 milioni; per cogliere il peso del Mediterraneo basta quindi saper contare». La Guidi ha poi annunciato il grande sogno dell’imprenditoria italiana: «Vorremmo - ha sottolineato - che il Mediterraneo fra vent'anni fosse un'unica, grande zona franca: nello scambio commerciale fra Paesi diversi non dovranno più esserci né dazi, nè barriere di natura non tariffaria». La presidente G.I. ha chiesto poi aiuti durevoli e consistenti alle imprese che si accingono all’internazionalizzazione «attraverso un uso appropriato e consapevole della leva fiscale e l'apertura di un tavolo straordinario» intorno al quale riunire tutti i Paesi del Mediterraneo, il sistema delle imprese, ambasciate e consolati, enti di assicurazione al credito e di investimenti all'estero, «con l'obiettivo di costruire un regime sostenibile di agevolazioni fiscali per chi fa trasferimento tecnologico nei Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo, unita a una forte e concertata azione diplomatica». Ovviamente, neanche a dirlo, nel corso della manifestazione c’è stato anche tempo e modo per parlare dell’attualità più stringente. Si è discusso quindi anche di crisi, di tasse sulle imprese, di Banca del Sud. Proprio rispetto al tema tasse, la Guidi ha auspicato che «nel nostro Paese si possa iniziare ad avere una pressione fiscale più bassa, andando ad incidere in modo serio sulla spesa pubblica improduttiva». Quanto poi alla proposta del ministro dell'Economia Giulio Tremonti di un fondo con le banche di sostegno alle piccole e medie imprese, la presidente dei G.I. ha chiosato: «Tutto ciò che può aiutare le imprese in questo momento di difficoltà noi lo accogliamo con estremo favore».
Tra i propositi emersi a Capri, uno su tutti ha però guadagnato titoli e copertine all’indomani della fine del primo giorno di dibattito: la richiesta - fatta ai suoi colleghi industriali - del presidente di Confindustria Campania Giorgio Fiore di essere compatti e più che mai uniti contro la criminalità. «Bisogna combattere le mafie italiane e quelle straniere», ha dichiarato Fiore. «Pensare allo sviluppo - ha proseguito - significa esigere dalle istituzioni competenti impegno costante e crescente. Ma significa anche, come imprenditori, impegnarci in prima persona e interrogarci senza alibi sull'esistenza di aree grigie, o peggio, di collusione, al nostro interno». A tale proposito, Fiore ha ribadito quanto sia fondamentale il raccordo diretto e costante, tra associazioni degli industriali, prefetture e ministero dell’Interno, «affinché le istituzioni competenti a svolgere controlli e verifiche ci segnalino, di anno in anno, le aziende sospette, perché ritenute collegate ad esponenti di gruppi criminali, monitorando nel tempo la trasparenza dei nostri associati, nonché quella delle aziende alle quali subappaltiamo le nostre commesse». Fiore ha lanciato poi l’idea di un marchio regionale utile per lo sviluppo della industria delle eccellenze in Campania: «Penso - ha ricordato - alle aziende dell’agroalimentare, del tessile e del turismo, pronte ad introdurre con successo il marchio “made in Campania” in nuovi mercati, testimoniando la realtà di un sistema-regione composto da imprese eccellenti nel proprio settore di riferimento. Per promuovere questi prodotti gli sforzi andranno concentrati su progetti di marketing che valorizzino il marchio regionale attraverso la rappresentazione di un’industria avanzata, capace di garantire un’offerta ai massimi livelli di qualità e tutela delle tradizioni». Ha poi ultimato il suo intervento di benvenuto ai numerosi ospiti presenti nelle sale del Quisisana ricordando come «solo puntando su interventi che abbiano un forte impatto sui nostri territori si riusciranno a creare le condizioni necessarie a porre realmente il Mezzogiorno al centro del bacino del Mediterraneo».
Dopo di lui sul palco si sono avvicendati, sempre nella prima giornata, numerosi ospiti, tra cui il vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani, la vice presidente di Confindustria con delega al Mezzogiorno Cristiana Coppola, il deputato Pd Walter Veltroni, il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Sabato mattina, invece, ha aperto i lavori il presidente della Camera Gianfranco Fini, cui hanno fatto seguito l’atteso discorso del ministro dell'Economia Giulio Tremonti e le conclusioni della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Di particolare interesse è stato l’appello all’unità da parte della presidente Marcegaglia: «È giusto che i sindacati, le imprese, le banche e tutte le parti - ha rimarcato con forza - portino avanti le proprie istanze, ma adesso è il momento di unire le forze, di lasciare stare le incomprensioni e lavorare tutti insieme. Nei prossimi anni ci giochiamo il futuro del nostro Paese». Mettendo a tacere quanti vorrebbero in contrasto “il partito della spesa” e quello del “rigore”, la Marcegaglia ha quindi dichiarato che «c'è un modo per unire le due cose: trovare soldi per fare investimenti in ricerca e innovazione, infrastrutture e sgravi fiscali, e nello stesso non spaccare i conti pubblici tagliando la spesa pubblica improduttiva».
Altri e altri ancora sono stati i temi snocciolati nel corso dell’appuntamento caprese che ancora una volta ha visto i Giovani Imprenditori esporsi in prima linea nel tratteggiare con speranza e lungimiranza il futuro del Paese.
Quegli stessi giovani che - come ha richiamato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio di augurio alla Guidi - «costituiscono oggi la più attiva e feconda espressione del sistema imprenditoriale, chiamata a dare il proprio specifico contributo di capacità progettuale e di innovazione».

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