Pressione fiscale, ammortizzatori sociali,
strategia della spesa
Tre priorità per “governare” la crisi
che non è ancora finita
Senza una risposta complessiva del sistema-Campania,
le imprese non riusciranno
a mantenere sui mercati
un grado di competizione
adeguato alla portata
della sfida che impone la crisi
Agostino Gallozzi,
Presidente Confindustria Salerno
La pressione fiscale che grava sulle imprese è troppo alta sia a livello regionale che centrale. Soprattutto in questo momento sarebbe opportuno tentare di alleviare l’entità del prelievo anche attraverso forme di dilazione, se non per il tramite di moratorie.
É auspicabile, inoltre, che sia approfonditamente studiata la possibilità che una parte del gettito derivante da tale tipo di imposizioni gravanti sul sistema delle imprese sia “reinvestito” nelle infrastrutture e nei servizi disponibili (?) nelle aree industriali.
Una contingenza così preoccupante impone azioni immediate e concrete che diano respiro alle imprese: si dovrebbe mettere mano subito - a nostro giudizio - ad un piano di riassetto complessivo delle imposte regionali e locali coerente con un disegno strategico di politica industriale che, però, sembra ancora non essere del tutto chiaro. É assolutamente necessario, nello stesso tempo, continuare ad individuare risorse aggiuntive per gli ammortizzatori sociali anche a livello regionale perché si prevede - sulla base delle analisi di fonti autorevoli e istituzionalmente competenti - che il picco della criticità occupazionale si verificherà nel primo trimestre del prossimo anno. La crisi in atto mostra qualche timido spiraglio di ripresa, ma il trend del mercato – non soltanto nell’ambito dei livelli occupazionali - resta, purtroppo, ancora negativo. É fondamentale in tale scenario implementare le risorse da destinare ai singoli territori provinciali evitando di concentrare gli stanziamenti prioritariamente su determinate aree della regione. Ogni sistema locale ha le sue caratteristiche e non bisogna agire solo in base alla logica dei numeri, ma anche in considerazione delle eccellenze da tutelare e da salvaguardare soprattutto in momenti di crisi come questo. É lecito, quindi, attendersi soprattutto dall’istituzione regionale segnali di attenzione complessiva ai diversi territori della Campania, attraverso interventi concertati sulla base di un articolato confronto con le forze imprenditoriali e con le organizzazioni sindacali. Le imprese si stanno confrontando con un processo di cambiamento difficile e assolutamente nuovo, ma è evidente che senza una risposta complessiva del sistema-Campania non riusciranno a mantenere sui mercati un grado di competizione adeguato alla portata di una sfida sempre più concentrata sulla capacità di coniugare qualità e produttività. |