Istruzione, le linee
e le prioritÀ del Governo
L’impresa entra
negli istituti scolastici
Le nuove sfide
della filiera agroalimentare
Sicurezza: obiettivo
fondamentale per lo sviluppo
Istruzione, le linee
e le prioritÀ del Governo
Per il Vice Ministro Mariangela Bastico occorrono
sinergie tra scuola, enti locali e Confindustria
per una migliore offerta formativa
Filomena LABRUNA
Il modello Bastico trova grande spazio in Irpinia e viene accolto positivamente. Per il Vice Ministro della Pubblica Istruzione intervenuto presso la sede di Confindustria Avellino occorrono strutture in grado di collegare scuola-università-mondo del lavoro, che abbiano radici nel territorio, che operino in sinergia con gli enti locali e con le associazioni imprenditoriali, capaci di fornire un’offerta integrata, ad alta specializzazione, e di rispondere alle esigenze del mondo economico. «Tutto questo può partire dall’Irpinia - afferma Mariangela Bastico -. Credo fermamente nella collaborazione tra il mondo scolastico, quello degli atenei e quello delle imprese e voglio partire da Avellino, perché qui ho trovato un terreno fertile, grazie all’attività già sinergica del presidente di Confindustria Silvio Sarno e del presidente della provincia Alberta De Simone».
«I fondi ci sono - assicura la Bastico -. Provengono dalla comunità europea e dai Ministeri dell’Istruzione e delle Attività Produttive». Il Vice Ministro indica come esempio “virtuoso” il protocollo d’intesa siglato dal Gruppo Giovani Imprenditori presieduto da Salvatore Amitrano e l’istituto tecnico statale “Guido Dorso”. «É questa la strada giusta per avvicinare i giovani al mondo del lavoro, salvaguardando il sapere e lo studio. La teoria resta momento fondamentale di formazione». «L’accordo sottoscritto - continua il Vice Ministro - deve essere considerato solo un primo passo. Ora bisogna coinvolgere anche altri istituti». Traccia i percorsi e gli obiettivi del Governo in tema di istruzione affermando che si sta operando non con la logica delle abrogazioni, perché la scuola non può vivere fasi di incertezza, ma con quella delle sostituzioni, dello smontaggio e del rimontaggio dei pezzi.
La Bastico indica il modello “Modena” per l’Irpinia. «Sono realtà che hanno molto in comune - a cominciare dalla vocazione agricola. L’Emilia Romagna non nasce come regione ricca. Ha avuto il merito tra due guerre di investire in formazione, scegliendo percorsi mirati. Così è nato un tessuto imprenditoriale piccolo, ma molto competitivo, che grazie anche al supporto di amministrazioni lungimiranti, ha saputo fare cooperazione. Anche così si spiegano le scelte Fiat e Ferrari, con scuole tecniche di altissima formazione. L’Irpinia può raggiungere gli stessi risultati». |