ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2007
 


dossier campania - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

VENTI LIBERAL SULL' ITALIA

Liberalizzazioni 2007 Ecco cosa cambia

L’intervista a Linda Lanzillotta - Riforma dei servizi pubblici locali Largo alla concorrenza

Venti liberal sull’Italia

di Raffaella VENERANDO

Tanti i settori da liberalizzare per recuperare efficienza e produttività. Si va dalla telefonia al riordino dei servizi pubblici locali

dossier01

Una lenzuolata. Così il Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani ha definito il "suo" pacchetto di riforme in cui, per la prima volta, si affronta il tema delle liberalizzazioni non come un insieme di interventi specifici ma come un vero e proprio principio ispiratore, da coniugare secondo le esigenze dei vari settori chiamati a cambiare regole.
Approvato lo scorso 25 gennaio dal Consiglio dei Ministri, il pacchetto Bersani (integrato dal piano Rutelli) contiene una corposa serie di misure che agiranno su alcuni settori finora protetti, chiusi o esclusi dalla concorrenza, portandovi elementi di mercato. Al centro dei benefici della lenzuolata ci sono i consumatori cui, grazie alle liberalizzazione nelle piccole e grandi cose, il Governo promette di garantire una scelta più ampia e a migliori condizioni. Così diventerà più facile aprire nuove imprese: con la nuova comunicazione telematica basterà infatti un solo giorno. Sarà più semplice cancellare i mutui immobiliari senza bisogno di atti notarili. Sarà abolita la scadenza ed il costo fisso per le carte prepagate dei telefoni cellulari. Previste, inoltre, maggiori tutele per gli automobilisti con le polizze RC auto, e più trasparenza sulle scadenze dei prodotti alimentari.
La ventata di novità - dicevamo - soffierà su molti fronti; in alcuni casi i cambiamenti sono partiti già il 2 febbraio - giorno in cui il decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7 recante "Misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese" è entrato in vigore (deve passare ancora al Senato e il termine per la conversione in legge è fissato per il prossimo 2 aprile) -, in altri saranno definitivi al massimo entro tre mesi. Le misure sono comprese infatti in due macro provvedimenti: un decreto legge in cui confluiscono le norme urgenti per accelerare lo start up delle imprese, rendere più trasparenti le tariffe aeree e i mutui per la prima casa, abolire i costi di ricarica dei cellulari e la commissione di massimo scoperto dei conti correnti bancari; e un disegno di legge che, invece, contiene provvedimenti per lo sviluppo del mercato finanziario e il sostegno alla crescita dimensionale delle imprese (sgravi fiscali per le aziende che decidono di quotarsi in Borsa), procedure più facili per gli indennizzi alle famiglie con invalidi civili minori; abolizione del PRA; libera concorrenza nella distribuzione del gpl; semplificazioni per l'avvio di impianti produttivi e delle procedure per le piccole cooperative; riordino e potenziamento degli istituti tecnici e professionali; agevolazioni per le imprese dello spettacolo.
Tutte le norme - si legge in un comunicato stampa del MSE - «seguono l'orientamento comunitario e tengono conto delle segnalazioni e dei risultati cui sono giunte molte indagini conoscitive dell'Antitrust in materia di eliminazione degli ostacoli alla concorrenza».
La promessa sostanziale di ambedue i provvedimenti normativi è di fare largo ai giovani, muovere l'economia dando maggiore impulso alla concorrenza, riqualificando al contempo le attività economiche e riducendo i prezzi. Due le parole chiave del piano del Ministero dello Sviluppo Economico: tutela e trasparenza.
L'intento del Ministro Bersani, intuibile già dalle prime riforme del luglio scorso, è preciso: guerra aperta alle rendite di posizione, non solo nel settore privato ma anche nel pubblico impiego dove "ci sono ma non si vedono" e ingessano fortemente l'economia del nostro Paese.
La Confindustria plaude alla spinta riformatrice del Governo, rimarcando però che «in ogni cosa si può fare di più e di meglio». Secondo il presidente Montezemolo si è dato il via ad un «cammino importante, da Confindustria auspicato da molto tempo e che è fondamentale per il cittadino, per il consumatore e per le imprese».
Anche l'Ocse riconosce la validità del tourbillon azionato da Bersani. Cotis, capo economico dell'Ocse, infatti ha dichiarato che lo «sforzo di liberalizzazione è di importanza capitale per l'Italia, da anni penalizzata da un'inflazione forte, con le aziende italiane che devono esportare costi domestici negativi per la concorrenza».
Altro importante settore su cui insistono le liberalizzazioni è quello dei servizi pubblici locali.
Da sempre Confindustria chiede di agire su questo fronte dove, come ha più volte ribadito il presidente Montezemolo, opera «una vera concorrenza sleale a danno delle imprese e dei consumatori con i soldi dei cittadini».
La competitività italiana infatti è soffocata anche dall'espansione della proprietà pubblica a livello locale - il cosiddetto neostatalismo municipale - che oltre a minare la libertà di impresa dei privati, ha creato negli anni intrecci dannosi fra politica ed affari. Finora infatti troppo timidi sono stati i tentativi liberalizzazione dei servizi e il potere locale ne ha approfittato per agire indisturbato.
Il Governo aveva preso finalmente coscienza del fatto che i servizi locali nel nostro Paese hanno bisogno di una robusta iniezione di competitività e di essere esposti alla concorrenza (per definizione debole o assente) quando l'estate scorsa ha messo a punto il DDL di riforma dei servizi pubblici locali. Presentato da Prodi, dal Ministro per gli Affari Regionali Linda Lanzillotta e dal Ministro Bersani, il disegno di legge è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 30 giugno. Passato all'esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato ha però subito notevoli emendamenti da parte del Governo stesso che, di fatto, sembra ne possano limitare la capacità riformatrice.
Così come era stato inizialmente concepito, il riordino dei servizi pubblici locali avrebbe permesso agli enti di risparmiare su elettricità, rifiuti, gas e trasporti. Per di più mediante lo strumento delle gare la gestione dei servizi sarebbe stata più che trasparente. Grazie alla riforma, gli enti locali non sarebbero più stati vittime (o artefici) di un conflitto di interessi che li vedeva essere contemporaneamente gestori e controllori di se stessi. Anche in questo percorso legislativo, la massima attenzione è riservata ai cittadini che hanno la possibilità di misurare l'efficienza dei servizi e di far valere di fronte ad un giudice la violazione dei loro diritti previsti nelle Carte di servizio, oggi poco più che lettere morte.
Gare, controllo pubblico da parte dell'ente locale e dei cittadini produrrebbero servizi migliori a costi più bassi. In un meccanismo perfetto di causa-effetto, la riduzione del costo sarebbe infatti la conseguenza indiretta di un incremento d'efficienza che porta con sé innanzitutto un sostanziale miglioramento della qualità dei servizi stessi.
Ma come spesso accade ogni soluzione, soprattutto se buona, è facile che generi nuovi problemi. E allora a causa di dissidi intestini alla maggioranza, il DDL Lanzillotta potrebbe essere modificato, se non addirittura "depotenziato".
Nel testo emendato si ridurrebbero tre principi fondamentali che avrebbero garantito maggiore concorrenza nella gestione dei servizi pubblici locali e quindi maggiore efficienza e risparmi per i consumatori: la regola generale del ricorso alla gara per l'affidamento dei servizi, il controllo sulle scelte degli Enti locali da parte di Autorità indipendenti, il controllo sulla qualità dei servizi da parte dei consumatori-utenti.
Tutto da rifare? Forse no. Senz'altro, complice la crisi di governo aperta lo scorso 21 febbraio, tutto è fermo al palo, compresa la ripresa della delega per la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, con il termine per la presentazione degli emendamenti. Tutto da destinarsi, quindi.
Quello che più preoccupa però - futuro del governo a parte - tanto riguardo il DDL Lanzillotta, quanto più in generale la partita di liberalizzazioni condotta dal Ministro Bersani, è un possibile generale ridimensionamento delle dinamiche relative alle liberalizzazioni. Alla prima levata di scudi - sia essa appannaggio di categorie produttive, come già successo a luglio con i taxisti, o di politici contrari alla qualità delle riforme - la macchina riformatrice finisce con il frenarsi e il motore del grande cambiamento si arena. Come pare stia alla fine succedendo per molte negoziazioni, dove in discussione non c'è questo o quel singolo elemento, ma la totalità, e con essa la valenza, del provvedimento stesso.
Ancora forte è il rischio che il raggio effettivo delle liberalizzazioni si restringa e, per contrappasso, si dilati l'eventualità che tra i consumatori i benefici passino sotto silenzio, o che, addirittura, a causa della mancata campagna di informazione dell'opinione pubblica al riguardo, i cittadini finiscano con il credere che ancora una volta la politica ha deciso di non decidere.
Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Marzo - 2.439 Mb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it