Aprire ai privati con
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Aprire ai privati con
il project financing
L’impiego dei fondi strutturali europei rappresenta un'opportunità ricca per il territorio salernitano, che deve saper “fare sistema”
AntonioLOMBARDI
Presidente Ance Salerno
I recenti confronti che l'Ance Salerno ha svolto con il tavolo di partenariato economico e sociale della Regione Campania, presieduto dall'ex sindaco Mario De Biase, hanno rimarcato con grande evidenza la grande importanza della "concertazione" che, nei più disparati ambiti economici, sociali e produttivi, porta più agevolmente all'individuazione delle strategie idonee per fronteggiare problemi e situazioni contingenti.
I primi confronti avviati proprio nella sede Ance di Salerno erano finalizzati all'organizzazione di un convegno, svoltosi poi a novembre, sulla sicurezza nei cantieri edili, in vista della Conferenza nazionale di Napoli.
Mettere intorno allo stesso tavolo i vari soggetti a diverso titolo coinvolti nel discorso-sicurezza ha consentito di analizzare la tematica da svariati punti di vista e di fornire al legislatore (nazionale, ma anche regionale) importanti input per la definizione di processi normativi in linea con le esigenze e le aspettative del settore.
I risultati non sono mancati già da questo primo screening centrato sulla sicurezza: è emersa con grande evidenza l'incisività dei risultati conseguiti dall'Ance, dai sindacati di categoria, dagli enti paritetici, nella riduzione dei rischi. I sinistri (soprattutto quelli mortali) sono calati sensibilmente (-9%) a fronte di considerevoli dati di crescita sia in termini di occupazione che di imprese attive.
Questo certo non può, né deve indurre ad abbassare la guardia: siamo ancora in presenza di 600mila feriti, 27mila invalidi permanenti, 1300 morti ogni anno.
È tuttavia indicativo e rilevante che l'impegno sin qui perseguito abbia sortito risultati confortanti.
Il tavolo di partenariato ha consentito di analizzare con enorme incisività le problematiche che ancora investono la materia della sicurezza nei cantieri: dalla legificazione quantitativamente eccessiva e spesso scoordinata alla coesistenza (quasi mai armonica) di svariati organismi di vigilanza, ispezione e controllo, passando per una serie di obblighi e procedure che hanno fatto della materia un eccesso ingiustificato di adempimenti burocratici che spesso finiscono per distogliere dai veri interventi di prevenzione.
Accanto a questi pur rilevanti primi risultati raggiunti col confronto promosso dal tavolo del partenariato, riteniamo che le opportunità più significative della concertazione siano quelle che si profilano all'orizzonte.
L'organismo presieduto da De Biase può svolgere un ruolo di enorme spessore nell'attività di auditing delle istanze territoriali legate alla programmazione ed all'utilizzo dei fondi strutturali europei in generale e degli altri investimenti regionali e nazionali. In passato gli interventi sul territorio si sono spesso tramutati in provvedimenti slegati ed avulsi dalla realtà: di converso sono stati tralasciati comparti ed ambiti produttivi di enorme valenza strategica, che pure avrebbero potuto incidere in maniera marcata nel rilancio socio-economico e occupazionale del territorio.
L'impiego dei fondi strutturali europei rappresenta un'opportunità di enorme rilievo per il territorio salernitano, che deve saper "fare sistema" e programmare, nell'ottica dell'area vasta, interventi che fungano davvero da volano per l'intera provincia.
Gli handicap infrastrutturali certo sono tanti: ma questo non deve indurre ad una frammentazione degli interventi, ad una polverizzazione delle risorse che finirebbe per lasciare pressoché immutato lo stato attuale del comprensorio.
Importante è invece procedere per pochi ma significativi obiettivi strategici, privilegiando quelli dalla più marcata ricaduta socio-economica, e guardando ad una più coerente armonizzazione logistica delle infrastrutture presenti e future (porto, aeroporto, interporto, etc.).
Il tavolo del partenariato può svolgere un ruolo di grande impatto, recependo queste istanze provenienti dal basso ed armonizzando coerentemente le relative decisioni.
Un ulteriore aspetto di enorme rilevanza concerne la sinergia pubblico-privato che ormai deve necessariamente sottendere qualsiasi programmazione infrastrutturale.
Gli enti locali, dalla Regione al più piccolo dei Comuni, incontrano oggi molte più difficoltà economiche, nella programmazione degli interventi, di quanti non ve ne fossero anche soltanto un decennio fa: l'adesione all'Unione Europea ed i parametri di Maastricht hanno imposto una profonda rivisitazione della spesa pubblica.
Se non si vuol fare in modo che questa rivisitazione si trasformi in un arretramento infrastrutturale del territorio; se si vuole mantenere un regime di investimenti e di interventi in opere pubbliche a sostegno della vivibilità, della produttività e dello sviluppo, è necessario che le amministrazioni, a tutti i livelli, aprano ai privati con lo strumento del project financing.
Ma l'apertura non deve puntare alla mera copertura finanziaria degli investimenti: il confronto promosso dal tavolo di partenariato deve promuovere quell'attività propositiva e progettuale che deve vedere imprese, soggetti sociali, enti impegnati in una pianificazione congiunta.
La sinergia insomma deve partire dalla pianificazione, passare per la predisposizione dei piani previsionali economico-finanziari, per approdare poi all'individuazione delle forme di finanziamento, alla concreta progettazione e soprattutto alla predisposizione di bandi di gara che non rappresentino strumenti vessatori e ipervincolanti per gli imprenditori chiamati a realizzare le opere.
Soltanto così il project financing può rappresentare una concreta opportunità per tutti: enti, cittadini, imprese.
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