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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2007
 


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Il volto d’angelo
di Praga

Stefano Castelli Gattinara
Architetto

Praga è senz'altro da considerarsi l'esempio più importante dell'architettura ceca; fu sin dal X secolo un ricco centro commerciale ed attirò viaggiatori da tutti i paesi circostanti. A quell'epoca, la città fu sede della Diocesi cattolica e di una comunità ebraica, le quali realizzarono strutture che tutt'oggi si possono ammirare passeggiando attraverso la città. Nel '600 Praga conobbe lo stile barocco, soprattutto grazie alla dinastia Asburgica sostenuta dalle ricche famiglie aristocratiche e dalla potente Chiesa cattolica. In questo periodo vengono costruite residenze principesche, palazzi con giardini, chiese e chiostri monumentali, opere dei migliori architetti, stuccatori, pittori e scultori come Santini, i Dientzenhofer, Braun, Brandl e altri.
Altri cambiamenti importanti avvennero alla fine del '700 sotto il regno dell'imperatore Giuseppe II che fece demolire molti edifici vecchi, per lo più sacri, per sostituirli con strutture nuove come scuole, ospedali, teatri. L'inizio del '900 può vantare perle di stile liberty, fra tutte il palazzo Obecní dùm dell'architetto Polivka.
Dopo la parentesi liberty che durò solo una decina di anni, alcuni personaggi come Josef Gocar, Josef Chochol e Pavel Janák, sperimentarono, sull'onda del movimento cubista, nuove possibilità compositive sostituendo al disegno verticale, orizzontale e sinuoso dell'architettura “Secese” un sistema geometrico che fondava la composizione spaziale sulla linea diagonale. Se le superfici, verticali ed orizzontali, rappresentano la forma della quiete, quella obliqua emerge, invece, da un'azione drammatica che appartiene allo spazio. L’edificio è rappresentato, così, riducendo i volumi classici dello spazio architettonico in "forme geometriche concatenate fra loro", scomponendo il volume e frantumando gli oggetti. In questo clima si collocano la casa della Vergine nera di J.Gocar (1911-1912) e la casa d'appartamenti di J. Chochol ai piedi della collina Vysehrad (1913).
 Continuando la scoperta di diverse architetture nella città di Praga non si possono trascurare due opere di Adolf Loos, Villa Winternitz e Villa Müller. Quest'ultima è un'elegante residenza progettata nel 1930 per un ingegnere cecoslovacco, abitata sino al 1968 e poi utilizzata come centro di propaganda sotto il regime comunista, è stata recentemente restaurata e aperta al pubblico. Villa Müller è caratterizzata da una ricercatezza degli ambienti domestici interni in armonico contrasto con la semplificità degli esterni. Secondo Loos, infatti, l'architettura è pratica: occorre eliminare ogni decorazione inutile, così se all'interno troviamo spazi arricchiti da marmi e legni pregiati l'esterno è semplicemente realizzato in intonaco bianco.
Dopo il crollo del regime, Praga ridiventa un centro europeo con molti edifici moderni. Uno dei simboli della nuova Praga è la cosiddetta "casa danzante", sede degli Uffici Nazionali Olandesi, costruita su progetto dell'architetto Frank O. Gehry tra il 1992 e il 1995. All'interno di una piazza contornata da edifici sette-ottocenteschi, la Dancing House si articola in due corpi di fabbrica. Il primo è una torre di vetro che si restringe a metà altezza ed è sostenuta da pilastri curvi; il secondo si estende parallelamente al fiume, caratterizzandosi per le modanature che seguono un movimento ondulante e per le finestre distribuite in modo non allineato.
Questa soluzione è stata guidata soprattutto da una considerazione di tipo estetico: le finestre allineate avrebbero evidenziato che l'edificio ha due piani in più, pur avendo la stessa altezza di quelli ottocenteschi adiacenti. Esse, inoltre, non devono essere percepite, nella volontà del progettista, come delle semplici forme su una superficie piana, ma dare l'effetto della tridimensionalità. Di qui l'idea di telai sporgenti come cornici di quadri.
 Seguendo la tradizione di Praga, in cui molti edifici sono sormontati da cupole e cuspidi, Gehry ha coronato l'edificio in muratura con una decorazione scultorea composta da nastri di rete metallica intrecciati. In quest'alternarsi di vuoti e pieni, pare che l'edificio vibri davvero, come se fosse stato ideato proprio pensando a dei ballerini. In effetti, per la sua originalità, l'opera ha attratto l'attenzione e la fantasia dei praghesi, che le hanno dato il nome di "casa danzante", in quanto la torre in vetro suggerisce l'immagine di un ballerino che cinge la dama con un braccio (il grande balcone del 5° piano), di qui l'altro nome dell'edificio, ribattezzato anche "Ginger e Fred". Al piano terra trovano spazio dei negozi e un caffè che sono collegati direttamente al lungofiume e all'antistante piazzale pubblico. Gli spazi dal secondo al settimo piano sono occupati, invece, dagli uffici, mentre l'ultimo livello ospita un ristorante con vista panoramica sulla città e sul vicino castello.
Con lo sviluppo della città, il centro storico, con le sue limitate dimensioni, non è più in grado di offrire nuovi spazi per lo sviluppo urbano.
Pertanto progetti come quelli di Jean Nouvel si trovano in zone limitrofe il centro. L'area in questione si trova ad Andel nella parte sudovest della città, fra il fiume Moldava e le colline. La costruzione, che ospita un centro commerciale, si sviluppa intorno alla stazione del metrò di Andel. Un grande tetto di vetro copre l'ingresso della stazione del metrò e l'area pedonale ripara i negozi e segna il percorso al supermercato situato nella parte sud del complesso.
La concezione architettonica delle facciate nasce da due idee: l'idea della facciata praghese e l'idea dell'angelo, storicamente presente in quest'area e personificato nella stazione del metrò di Andel.
Il disegno delle facciate dei sei edifici è realizzato mediante l'uso di un sistema grafico e di vetri colorati. Sulla facciata dell'edificio ad angolo, otticamente dilatata per l'effetto delle vetrate ricurve che digradano in una serie di terrazze, è situato il motivo di un angelo. Il disegno è realizzato con la tecnica della serigrafia o con l'applicazione di una pellicola trasparente.

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