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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2007
 


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Il richiamo all’etica
per scongiurare il declino



Legge Finanziaria,
le agevolazioni in pillole


Il richiamo all’etica
per scongiurare il declino

Riflettori accesi sul libro “Tra etica e declino” del beneventano Carlo Simeone

Francesca ZAMPARELLI

Il mercato globale e i diritti, l'etica e la finanza, l'impresa e la società, il profitto e l'individuo. Su questi binomi, apparentemente inconciliabili, riflette un manager che vive le contraddizioni di meccanismi economici che hanno dimenticato l'Uomo.
È nato così questo saggio in cui le riflessioni sull'etica vanno di pari passo con l'analisi della finanza mondiale, dei nuovi mercati, dei flussi migratori, del welfare, del debito pubblico, della responsabilità sociale dell'impresa.
Un'analisi approfondita e puntuale sui problemi del mondo globalizzato dove riaffermare principi etici che abbiano al centro l'Uomo e la famiglia può rivelarsi una fondamentale arma strategica per arrestare il declino, anche economico.
La Confindustria Benevento apre le porte alla cultura, e lo fa per presentare il saggio “Tra etica e declino” scritto dal beneventano Carlo Simeone ed edito da Mursia.
Il mondo della pubblicità offre solo modelli di consumo di beni materiali, ritenuti fondamentali nella società odierna.
Mentre prima la famiglia e la scuola insegnavano che l'uomo si realizza acculturandosi, impegnandosi nel lavoro e nella vita familiare, oggi non è più così. L’uomo è soltanto quello che consuma.
Questa è la riflessione da cui è partito Carlo Simeone che ha così commentato la sua presentazione: «Nel mio volume ho cercato di parlare di noi stessi, dell'uomo nella società attuale. Noi scopriamo quanto è cambiata la nostra società, quando ci confrontiamo con i mass media. Oggi il sistema pubblicitario ci costringe a proiettare la nostra identità solo in veste di consumatori. Noi siamo qualcuno soltanto se consumiamo determinati beni. Tutto ciò altera la reale percezione delle cose».
Carlo Simeone ha, tra l'altro, sottolineato anche l'influenza negativa dell'organizzazione dello Stato sociale in Italia dove: gli asili nido pubblici possono soddisfare soltanto il 15% dei bisogni effettivi delle famiglie; le donne cui è consentito di lavorare part-time ammontano al 20% della forza lavoro femminile occupata.
«In poche parole occorre recuperare l'etica, il nostro modo di essere e di comportarci a livello individuale e collettivo. Recuperare ottimismo e voglia di fare, innescare un meccanismo che riporti ad una società virtuosa, capace di risolvere i problemi e non ridotta alla disillusione e al declino».

L' AUTORE

Carlo Simeone (classe 1958) attualmente è responsabile dei rapporti istituzionali per la TAV. Prima di questo incarico ha ricoperto diversi ruoli in molti settori: dal 1998 è stato direttore dei rapporti istituzionali e internazionali delle Ferrovie dello Stato; dal 1990 al 1998 è stato direttore della Federacciai, Confederazione delle imprese siderurgiche aderenti a Confindustria, dove si è interessato della ristrutturazione del settore e della privatizzazione del Gruppo pubblico Ilva; dal 1982 al 1990 ha lavorato in Confagricoltura in qualità di capoufficio del settore economico ricoprendo diverse cariche anche all'estero e nella CEE. Per conto di quest’ultima è stato, nel 1998, in Somalia come esperto economico.
Ha fatto parte di diversi CdA, di collegi sindacali, di organismi internazionali.
Ha scritto due libri, tre monografie ed oltre cento articoli partecipando in qualità di relatore a diversi convegni. Attualmente è direttore responsabile della rivista ITALIAETICA.
È intervenuto, inoltre, su diverse questioni politiche ed economiche dei settori agricolo e siderurgico, dedicando specifiche monografie al Mezzogiorno d'Italia, all'agriturismo e ai problemi dell'occupazione giovanile.

SINTESI DEL LIBRO

La nostra società vive un momento di particolare difficoltà, perché, imprigionata nell'abitudine e nell'assuefazione di una vita che non offre momenti di riflessione, non riesce ad immaginare una propria prospettiva di futuro.
Mentre il progetto dell'Europa Unita ancora non decolla, la nostra comunità è al centro di una forte pressione proveniente dalla stagnazione economica, dall'involuzione demografica, dalle ondate migratorie e dalla emersione di nuove economie concorrenti.
Nonostante la grande disponibilità di mezzi, il nostro mondo soffre ancora per la piaga della povertà che, seppure con proporzioni diverse, accomuna, oggi, l'occidente e le aree meno fortunate del pianeta le quali sono costrette a subire sia l'offesa delle guerre locali, che l'assenza di cultura democratica.
Anche se la globalizzazione potrebbe giocare un ruolo fondamentale, con essa, da quanto appare, l'occidente preferisce esportare verso
i Paesi emergenti solo il lato più deteriore del capitalismo, costituito dai miseri salari pagati per produrre beni che in gran parte sono consumati nelle aree più ricche della Terra. Le sofferenze che colpiscono la società occidentale sollecitano una riforma delle Istituzioni ed, in particolare, del welfare state che, tuttavia, non prende forma perché occorre fare i conti con le limitazioni sui conti pubblici statali, così come accade nella UE.
In questo quadro, l'economia e l'impresa attraversano un calo di fiducia, perché si è riposto su di esse quelle risposte che vanno cercate, invece, all'interno del comportamento di ogni singola persona. Se i fatti scandalistici che negli ultimi tempi hanno colpito il mondo dell'impresa, inducono a mutare i comportamenti individuali e quelli collettivi, attraverso il richiamo all'etica, sembra opportuno anteporre al declino un nuovo senso di responsabilità, che abbia al proprio centro la dignità della persona e la famiglia, come valori sui quali costruire un equilibrio sociale più giusto.
É necessaria una rinnovata voglia di fare, di fronte ad un mondo che rischia di cambiare senza la partecipazione attiva dell'uomo.

 

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