Con i fondi 2007-2013
la Campania prova
a riagganciare la crescita
L’intervista a Andrea Cozzolino - “Quasi fatta” per la legge
di riforma degli incentivi
L’intervista a Cristiana Coppola - Fondi europei,
ultima chiamata per la Campania
Fondi europei,
ultima chiamata per la Campania
di Raffaella VENERANDO
Cristiana COPPOLA
Presidente Confindustria Campania
Presidente, quali secondo la Confindustria Regionale le priorità verso cui indirizzare le risorse del Fondo Sociale Europeo 2007-2013?
Come Confindustria abbiamo individuato quattro priorità: infrastrutture e trasporti; ricerca e innovazione; ambiente ed energia, ed infine formazione. Investendo su questi quattro assi è possibile costruire una strategia coerente di sviluppo, senza diversificare troppo gli interventi con elargizioni a pioggia che non servono a molto. Queste priorità non nascono dal nulla, ma al contrario si fondano su una serie di esperienze imprenditoriali di successo e di buona amministrazione. In questi anni molto è stato realizzato sul piano delle infrastrutture, ma ancora di più si può e si deve fare in questo settore. Così pure, la Campania ha centri di eccellenza nel campo della R&S, che devono però essere messi nella condizione di interagire meglio con le Pmi. Accanto a questi quattro assi esistono delle precondizioni da realizzare perché l'utilizzo delle risorse del FSE possa raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo. Tali precondizioni sono essenzialmente la sicurezza, l'efficienza della P.A. e la risoluzione del problema rifiuti.
Per quanto concerne, invece, il Programma Operativo Fesr, Confindustria Campania ritiene che il mancato “consuntivo” di valutazione dell'efficacia e dell'efficienza della spesa del precedente periodo 2000-2006 ne abbia in qualche modo minato la redazione.
Stilare un vero consuntivo di quanto è stato fatto dal 2000 al 2006 è una condizione imprescindibile per il successo del Fesr. Sostenere questa convinzione è solo buon senso, perché l'esperienza del passato, buona o cattiva che sia, ha sempre da insegnare per il futuro. Difficilmente domani la Campania godrà di investimenti europei altrettanto ingenti, ed è quindi indispensabile utilizzare al meglio quest'ultima occasione. Prima di attivare nuovi investimenti bisogna assolutamente valutare l'efficacia della spesa effettuata nel periodo 2000-2006. Evidenziare cosa ha funzionato e cosa no è essenziale per evitare di ripetere gli stessi errori. Pensiamo ad esempio ai PIT, ai quali sono stati destinati il 40% delle risorse del POR 2000-2006, e che in molti casi si sono tradotti esclusivamente in meccanismi per la ricerca del consenso. La valutazione va effettuata anche per mettere in evidenza i casi di successo, mostrando così quelle che sono le vie migliori e le best practices per raggiungere gli obiettivi desiderati. Dopo una prima fase in cui questa valutazione era stata di fatto disattesa, l'esecutivo regionale si è dimostrato sensibile alla nostra proposta di un esame dei risultati del Piano operativo 2000-2006: un'analisi che siamo certi sarà effettuata con le attenzioni necessarie.
Su quali priorità strategiche il mondo imprenditoriale chiede maggiore attenzione?
Oltre alla necessità di analizzare i risultati del Piano 2000-2006, abbiamo individuato due priorità metodologiche. La prima riguarda, scusandomi per il gioco di parole, la logica stessa delle priorità. Questa logica va applicata fino in fondo, definendo una lista precisa di urgenze. Per questo motivo è necessario stabilire una precisa ripartizione delle risorse finanziarie disponibili tra le diverse linee d'azione. Il documento presentato dalla Regione ha recepito in parte questa esigenza, riducendo le azioni del Fesr a 141 rispetto alle 260 inizialmente ipotizzate. Ci stiamo muovendo quindi nella direzione giusta, così come conferma anche la decisione, nella tabella dei vettori regionali di spesa, di riservare il 14,3% delle risorse europee e nazionali alla competitività dei sistemi produttivi, alla ricerca e allo sviluppo tecnologico. La seconda priorità metodologica riguarda la necessità di operare sempre all'interno di un quadro di “progettualità sistemica”, che non può essere assicurata solo dal Parco Progetti Regionale o dagli Studi di Fattibilità. Fare sistema vuole dire anche che i diversi programmi non si devono sovrapporre. Ed è per questo che vorremmo comprendere meglio il ruolo che assumeranno i programmi interregionali su Turismo, attività culturali ed energia indicati fra gli indirizzi operativi dei Fondi strutturali comunitari del 2007-2013. Non sappiamo infatti come questi si accordino con i programmi operativi regionali: si tratta di una sostituzione, un affiancamento, o piuttosto una sovrapposizione?
Infine, la precondizione dell'efficienza della P.A. deve essere assolutamente perseguita. La Pubblica Amministrazione deve recuperare quella funzione di stimolo agli investimenti e di coordinamento che le compete. I problemi della sicurezza e dell'emergenza rifiuti vanno assolutamente risolti sia se vogliamo fare crescere imprese sia se desideriamo attrarre gli investitori dall'estero, anche perché il danno di immagine avuto solo lo scorso anno e negli ultimi mesi è stato purtroppo incalcolabile. |