Profumi da bere «La vita è troppo breve,
per bere del vino cattivo»
(Lessing)
Sono 3 le produzioni vinicole DOC presenti nel casertano: l'Asprinio, il Galluccio e il Falerno.
In epoca normanna Louis Pierrefeu, cantiniere di corte di Roberto d'Angiò, individuò nei declivi vicino Aversa il suolo ideale per impiantare le viti per garantire alla corte normanna una riserva ricca di spumanti. La scelta si rivelò giusta: i tralci di vite, infatti, appoggiandosi agli alberi di pioppo, crescevano in altezza ed a festoni, consentendo così la produzione di quella caratteristica uva divenuta famosa fin dai tempi angioini. Da quell'uva nasceva l'Asprinio, denominato “il vino bianco più alto d'Italia” proprio perché prodotto con un sistema di viticoltura (l'alberata aversana) che si innalza anche oltre i 10-15 metri di altezza.
La DOC Galluccio, la più giovane tra le tre, è prodotta in una terra particolarmente fertile grazie al vulcano spento di Roccamonfina che ha reso il terreno ricco di potassio e microelementi utili ad un'ottimale coltivazione dell'uva. Nelle tipologie Bianco, Rosso e Rosato, ottenute da vitigni autoctoni Aglianico e Falanghina, esso esprime al meglio i delicati profumi di questa terra.
Il Falerno è stato il vino protagonista dell'età classica, celebrato dai poeti e prediletto dagli imperatori. Plinio nella sua Naturalis Historia e ancora nel 169 d.C. Galeno, celeberrimo archiatra e consigliere dell'imperatore Marco Aurelio, lo mettono al primo posto nella classifica dei premier crus dell'epoca. Il Falerno è un vino leggermente ambrato e gradevolmente fruttato, sicuramente molto diverso da quello che furoreggiava nell'età dell'oro della vitivinicoltura campana. Il gusto dell'epoca prediligeva infatti vini liquorosi, speziati e concentrati al punto che era normale diluirli con acqua calda o di mare. Il Falerno doveva infatti essere particolarmente potente se - come osserva Plinio - era così alcolico da bruciare quando veniva a contatto con il fuoco. Questo vino veniva e viene tuttora prodotto nella zona compresa fra l'odierna Rocca di Mondragone e il monte Massico, in non più di 5 comuni, tutti della provincia di Caserta: Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico e Cerinola.
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