Tutto in in week end
L’Afrodite di Sinuessa
In località Casino Schiappa, sulle pendici occidentali del Monte Petrino, a circa m. 80 s.l.m., il 25 gennaio del 1911, fu ritrovata e riportata in luce, una statua raffigurante una Afrodite Pudica. La scultura è stata in esposizione temporanea dal 14 novembre 2006 al 14 febbraio 2007 nelle sale del Museo Civico Archeologico “Biagio Greco”. Il Museo Civico di Mondragone ospita una serie di collezioni archeologiche che vanno dall'età preistorica al medioevo, organizzate in quattro sale espositive.
La statua dell'Afrodite Pudica di Sinuessa è di marmo pario a grossi cristalli e si presenta acefala, mancante delle due braccia, di gran parte delle spalle e di buona parte del seno sinistro. Verosimilmente, una porzione della scapola e una del gluteo sinistro, oggi perduti per sempre, dovevano essere parti di un restauro operato in antico, ad ulteriore testimonianza di ciò è il perno visibile nella lacuna del gluteo sinistro. Molte pieghe del panneggio della statua risultavano rotte e sono state di recente restaurate, mancante è, infine, la parte estrema dell'alluce destro. L'Afrodite di Sinuessa si presenta a noi in una variante tematica non molto comune, infatti, la divinità è rappresentata nel momento in cui si accinge ad entrare nel bagno. L'himation che la ricopre, improvvisamente, scivola verso il basso, per cui la dea, con spontaneo gesto di pudore e di femminilità, stringe le gambe sovrapponendo leggermente la sinistra sulla destra, onde impedire che il panneggio, cadendo, la riveli nella sua piena nudità. Il movimento delle gambe, per quanto deciso, è tardivo e la mano destra, oggi perduta, corre, a prendere l'himation che scivola giù, mentre la mano sinistra, secondo la ricostruzione di alcuni studiosi, cerca di ricoprire il rigoglioso seno. La ricostruzione dell'esatta posizione con assoluta chiarezza portano a datare questo pezzo nel II secolo a.C.. L'importanza dell'Afrodite di Sinuessa, o forse meglio, della sua presenza, temporanea nelle sale del Museo Civico di Mondragone assume un valore altissimo se si osservano i dati sul numero dei visitatori che si è recato nelle sale espositive per ammirare la statua e per conoscere, attraverso i reperti esposti, la storia di un territorio impregnato di storia e di arte.
Per info: www.museo.mondragone.net;
museo.civico@mondragone.net
Veronica Montuoro
Museo Civico Archeologico “Biagio Greco”
Il borgo di Caserta Vecchia
Il borgo dista dalla Reggia Vanvitelliana circa 10 Km. Il Duomo,
il campanile, i resti del castello e le strade, tutte in stile siculo-normanno, testimoniano un passato fastoso.
San Leucio
«Nei grandi pranzi, nelle feste,
nei ricevimenti, le dame della corte sfoggiavano in gara con la regina
e le principesse reali, i veli, le nobiltà, le floranze e gli ormesini leuciani
e il re stesso si presentava
al baciamano vestito dei serici prodotti della fabbrica sua»
Giuseppe Tescione, 1937
Sul colle di San Leucio gli Acquaviva, principi di Caserta, costruirono un castello, casino di caccia, chiamato “Belvedere” proprio per la bella vista che da qui si gode. Nella seconda metà del '700 il feudo fu acquistato da Carlo III di Borbone che lo passò poi al figlio Ferdinando IV, futuro re di Napoli e delle due Sicilie. Il nuovo re trasformò l'antico casino in reggia-filanda, annettendo altri territori e ordinando la costruzione di un piccolo edificio che offrisse riposo ai cacciatori, la Vaccheria, nel quale impiantò una fabbrica di veli con maestranze importate dal Piemonte. Fu allora che San Leucio divenne sede di seterie reali. Nel 1778, su progetto dell'architetto Francesco Collecini allievo del Vanvitelli, nacque una comunità nota come Real Colonia di San Leucio, basata su uno statuto apposito che stabiliva leggi e regole valide solo per le genti di questo luogo. Era il primo esempio di equità sociale nell'Italia del 18° secolo. I lavoratori delle seterie, infatti, usufruivano di diversi benefici: veniva loro assegnata una casa all'interno della colonia; tutti, senza distinzione di genere, potevano istruirsi gratuitamente; le donne ricevevano una dote dal re per sposare un appartenente della colonia. Fu un esperimento industriale e sociale assolutamente all'avanguardia. Il vero progetto del re era di dare vita a una nuova città (Ferdinandopoli) concepita su una pianta circolare con un sistema stradale radiale ed una piazza al centro per farne anche una sede reale e un casino di caccia. Il progetto poi sfumò a causa della rivoluzione del 1799, della discesa di Napoleone Bonaparte in Italia e della nascita della Repubblica Partenopea.
Alla Restaurazione la neo-città rimase solo sulla carta, ma il Palazzo del Belvedere venne ampliato. Anche se il progetto rimase incompiuto, la tradizione serica ha continuato a vivere…Le fabbriche hanno conservato la loro capacità di produrre tessuti, broccati di grande valore artistico e inestimabile bellezza.
Oggi, all'interno della fabbrica originaria, è allestito un museo dove sono in mostra tutte le fasi della produzione della seta con gli antichi telai restaurati e attivi, azionati da una ruota idraulica posta nei sotterranei del palazzo.
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