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  Dicembre 2012

Articoli n° 08
OTTOBRE 2011
UNIONE Industriali DI napoli - Home Page
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Reti di imprese: ACCORDO tra Unione Industriali e notai

PALUMBO: «Attenzione per futuro produttivo nel napoletano»

Un'azione di sistema per lo sviluppo del TERRITORIO

Trasferimento tecnologico: a Napoli nasce l'AICTT


Un'azione di sistema per lo sviluppo del TERRITORIO

L'intervento del Presidente Graziano al X convegno dell'Aitem

Il ruolo dell'Associazione non si limita alla tutela di interessi di parte ma si estende alla progettualità al servizio dell'interesse generale


Non c'è futuro possibile per l'Italia se continua il dualismo economico
e socio-territoriale



Si pubblica di seguito una sintesi dell'intervento effettuato dal Presidente dell'Unione Industriali di Napoli, Paolo Graziano, in occasione del X convegno Aitem sul tema "Imprese e territorio: binomio non scindibile per fare, per inventare, per osare", svoltosi lunedì 12 settembre al Centro congressi dell'Università Federico II.

***

Le imprese sono il soggetto trainante dello sviluppo. Lo sono, con maggiori articolazioni e ampiezza di comparti coinvolti, anche in un'epoca in cui il ruolo delle città assume una centralità assoluta come catalizzatrici delle dinamiche evolutive. In questa dimensione, diventa fondamentale ricercare aggregazioni e operare comunque, ai vari livelli, sulla base di un progetto condiviso di sviluppo di un territorio.
La crescita, non solo economica, di un'area, può trovare forte impulso intorno a linee direttrici chiare, attuando le quali possano esprimersi efficacemente energie imprenditoriali, sociali e istituzionali.
La globalizzazione, come mostrano anche i ricorrenti attacchi speculativi contro interi paesi, può incidere in maniera determinante sulle prospettive delle economie locali. A maggior ragione è necessario porre in essere condizioni di sistema che favoriscano il miglior esito delle iniziative di crescita e sviluppo di un'area.
È necessario che lo sviluppo del territorio sia globale, nasca come espressione della capacità, da parte di chi lo governa e di chi ne è protagonista, di confrontarsi con il resto del mondo e contemporaneamente di esaltarne l'identità e specificità. Si eviterà, così, di restare emarginati dai grandi flussi produttivi subendo un progressivo processo d'implosione.
Il ruolo di un'associazione territoriale è di promuovere in tale contesto la diffusione dell'impresa e della cultura del fare. Avanzando progetti, azioni, proposte.
Un'associazione che, dunque, non si limiti alla tutela di interessi di parte, ma si ponga come luogo di progettazione ed elaborazione strategica al servizio dell'interesse generale. Per un approccio corretto, occorre partire dai dati di fatto. Il territorio campano, oggetto precipuo della nostra azione, offre al riguardo un quadro tutt'altro che rassicurante. La regione ha il pil pro capite più basso d'Italia.
É tra le più povere d'Europa, in coda anche alle altre aree Ue in ritardo di sviluppo.
Nel 2010 il numero delle persone in cerca di occupazione è salito per 229 mila unità.
Il tasso di disoccupazione giovanile, parametrato dunque alla fascia dai 14 ai 24 anni, ha superato la soglia del 40%. La Campania è la terza peggiore regione italiana per percentuale di giovani che abbandonano prematuramente gli studi (23,5%).
Un quarto dell'intera occupazione metalmeccanica regionale nel 2010 era in cassa integrazione. In simili condizioni il Prodotto interno lordo nominale pro capite non può che essere molto contenuto. In particolare, nell'area metropolitana di Napoli, non va al di là di 15mila 750 euro. É proprio sulla base di questo scenario che l'Unione Industriali di Napoli ha deciso di elaborare, o sostenere aderendovi formalmente laddove già in corso di svolgimento, una serie di progetti e azioni volti al rilancio dell'economia territoriale. Lo ha fatto e lo sta facendo aderendo a Protocolli Istituzionali, elaborando proprie proposte, coinvolgendo gli altri attori territoriali dello sviluppo economico, dialogando intensamente con i livelli istituzionali, con riunioni, convegni.
Promuovendo le nostre tesi in occasioni rilevanti, come l'Assemblea pubblica di Pozzuoli.
Tra le altre iniziative ricordo il protocollo Naplest, il Progetto per la valorizzazione del Porto di Napoli e dell'Economia del mare, il Progetto in definizione per il rilancio di Pompei, il più grande parco archeologico del mondo, e dell'area territoriale contigua, il Progetto Napoli digitale. Accanto alla implementazione e qualificazione dei servizi, sono queste le azioni attraverso le quali si cerca di contribuire alla rinascita di Napoli, della Campania, dell'intero Mezzogiorno. Nella consapevolezza che dalla crescita del Sud dipende anche il conseguimento di maggiori livelli di competitività necessari al Siste‑
ma Paese. Non c'è futuro possibile per l'Italia se continua il dualismo economico e socio‑territoriale. Proprio perché il legame tra il territorio e l'impresa è indissolubile, occorre peraltro che all'elaborazione strategica e alle azioni poste in campo dal sistema associativo e allo sforzo complessivo dell'impresa faccia riscontro un adeguato impegno politico istituzionale.
La perdurante incapacità di collegare agli interventi di contenimento e razionalizzazione di costi e di inasprimento della pressione fiscale idonee misure per la crescita impedisce che si realizzi questo binomio virtuoso. Un esempio è la lentezza esasperante con la quale procedono partite come il Piano per il Sud. Il raccordo tra impresa e territorio deve avvenire naturalmente anche su altri piani e ad altri livelli. Su scala locale, è necessario che i governanti realizzino nei fatti una svolta rispetto a un passato caratterizzato da sprechi e immobilismo, culminati nella scandalosa emergenza rifiuti. Sono tante le questioni aperte.
É il caso delle aree industriali, per le quali occorre una più moderna ed efficace gestione. In un territorio con criticità come quello locale, non si può dare nulla per scontato. Basti pensare a quanto si è dovuto operare per Giugliano dove, in seguito alla mobilitazione delle imprese supportate dall'Unione Industriali, si è dovuto procedere a elevare un muro di recinzione per impedire che la contiguità tra un accampamento abusivo di centinaia e centinaia di nomadi e le aziende, tra furti e atti di vandalismo, portasse al depauperamento del patrimonio produttivo.
Ma accanto a queste emergenze, prima fra tutte quelle della sicurezza e dell'ordine pubblico, l'intero territorio deve essere oggetto di interventi strategici che travalicano le potenzialità di azione di una associazione e necessitano di sinergie e collaborazioni con altri soggetti istituzionali, economici sociali. Penso alla messa in atto di condizioni che rendano attrattiva l'area per l'afflusso di capitali nazionali e internazionali, allo sviluppo dell'economia della conoscenza e delle interazioni tra mondo accademico e imprese, a un più efficace e funzionale rapporto tra aziende e intermediari finanziari, allo sviluppo di cluster, filiere strategiche, reti d'impresa, alla valorizzazione dell'industria culturale, del turismo, all'attuazione di nuovi modelli di contrattazione e di relazioni industriali.
Tutti fronti su cui l'Unione Industriali di Napoli sta operando in prima battuta o sta fornendo un proprio contributo e che richiedono tempestività di risposte da parte dei nostri interlocutori: politiche, normative, amministrative, burocratiche.

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