ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 08
OTTOBRE 2010
 
GREEN ECONOMY - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo


MERCALLI: «L'ambiente sano non è un lusso ma una necessitÀ»


Nel nostro Paese manca prima di tutto una cultura ambientale, scientificamente corretta e opportunamente divulgata che possa far progredire le coscienze

di Raffaella Venerando


«Il punto fondamentale sempre rimosso è che il pianeta è un luogo che ha risorse non infinite e quindi non può sostenere la crescita infinita dei consumi, della popolazione, dell'inquinamento»

«Isolare termicamente la casa e l'azienda, cambiare caldaie obsolete, installare macchinari più efficienti, ridurre gli sprechi e i rifiuti sono tutte pratiche che - indipendentemente dai vantaggi ambientali - fanno risparmiare soldi»





Luca Mercalli, Presidente SMI

Professor Mercalli, quanto sarà caldo - in senso letterale - il prossimo autunno?
E chi lo sa! Il clima si prevede per scenari a lungo termine, difficile ottenere dettagli su scala di qualche mese e su aree geografiche specifiche. A questa domanda risponde la previsione meteorologica che però attualmente è affidabile sulla scala di una settimana e non di un'intera stagione. Climatologicamente parlando si può dire che il pianeta va verso un futuro più caldo ma con alti e bassi locali che influenzano molto la coscienza collettiva e l'informazione: una settimana si scoppia di caldo e non si parla d'altro che di riscaldamento globale, la settimana dopo fa freddo e vai con l'era glaciale. Tutto il contrario della scienza del clima che guarda alle tendenze su tempi lunghi e a tutto il globo nel suo complesso.

Il nostro Paese spera nella ripresa economica, nell'aumento del Pil.
Ma la qualità della vita oggi migliora davvero quando il prodotto interno lordo cresce del 2 o 3%?
Il mito della crescita è ormai tramontato ma ci si resta caparbiamente aggrappati, per paura di cambiare o per mancanza di una vera alternativa. In realtà il punto fondamentale sempre rimosso è che il pianeta è un luogo che ha risorse non infinite e quindi non può sostenere la crescita infinita dei consumi, della popolazione, dell'inquinamento. L'aveva già detto al mondo un grande italiano, Aurelio Peccei, nel 1972. Oggi abbiamo teorie economiche dello stato stazionario come quella elaborata dall'economista americano Herman Daly e, addirittura, quella della decrescita dell'economista parigino Serge Latouche. Tutte tra l'altro ci dicono che il Pil è un pessimo indicatore del benessere di un popolo. Ma per ora il dibattito è minimo, la religione della crescita continua a dominare mentre la terra gli si sgretola sotto i piedi.

Ritiene che le istituzioni italiane abbiano preso coscienza piena della problematica ambientale?
L'ambiente conta poco in Italia. Poco per le istituzioni, ma poco soprattutto per il cittadino medio che antepone sempre l'interesse privato di fronte alle regole che salvaguardano il bene comune. Manca prima di tutto una cultura ambientale, scientificamente corretta, opportunamente divulgata (penso alla magra offerta delle nostre televisioni…) che possa far progredire le coscienze, capire che l'ambiente sano non è un lusso bensì una necessità: da qui forse potrebbe nascere anche una miglior politica ambientale.

La prima parola da mettere al bando per arginare la deriva ambientale qual è? Spreco?
Stop alla cementificazione selvaggia…o cosa?
Due punti importanti. Lo spreco è enorme, giova a pochissimi, nuoce a tutti. Spreco di materie prime non rinnovabili, spreco di energia (e quindi maggiori emissioni che alterano il clima), spreco di tempo per le inefficienze di sistema che poi generano nuovi sprechi e così via. C'è un'incredibile resistenza psicologica verso una buona gestione delle risorse. Eppure i paesi che in questo sono maestri sono anche dei giganti della qualità della vita e dell'economia sana: Scandinavia, Austria, Svizzera…perché non copiare da loro? Quanto alla cementificazione, l'emergenza deriva dal fatto che è un fenomeno irreversibile, più avanza più sarà difficile salvare il salvabile. Non c'è modo di tornare indietro, ogni ettaro di terra edificato non potrà mai più essere coltivato, e qui è in gioco la capacità di autosufficienza alimentare del paese, anche nell'era dei pomodori di Napoli importati dalla Cina! Duole constatare che, oltre agli aspetti strategici di salvaguardia del suolo agrario e forestale, per un piatto di lenticchie a forma di euro si svende anche la bellezza di un paese. Peccato, tra un po' non avremo più nemmeno il fascino turistico da proporre al resto del mondo. Ma pure questo è un problema annoso, di cultura e sensibilità che mancano nella società: cinquant'anni fa Antonio Cederna pubblicava "I vandali in casa" (oggi riedito da Laterza) e Leonardo Borge- se "L'Italia rovinata dagli italiani" (Rizzoli): bastano i titoli, no?

Cosa occorre ancora per diffondere l'ecosostenibilità, anche come principio economico?

Serve solo liberarsi dai pregiudizi e copiare da chi lo fa già. Isolare termicamente la casa e l'azienda, cambiare caldaie obsolete, installare macchinari più efficienti, ridurre gli sprechi e i rifiuti sono tutte pratiche che - indipendentemente dai vantaggi ambientali - fanno risparmiare soldi. Sono investimenti che ritornano. E siccome a me non piace fare prediche da scrivania, vi sto parlando da un ufficio in mezzo alle Alpi alimentato da pannelli fotovoltaici, con un efficiente isolamento termico, una rigorosa raccolta differenziata dei rifiuti e una incessante caccia allo spreco. E anche da uomini liberi dall'ossessione del Pil in crescita: nessuno tra i miei colleghi anela a uno yacht da milioni di euro, semplicemente si accontenta di una sobria e buona vita.

Nonostante tutto, la bellezza ci salverà? Siamo ancora in tempo?
Di tempo ne abbiamo perso molto, ma c'è sempre tempo! L'importante è capire che è in gioco il nostro futuro, e quindi cominciare subito credendoci nel cuore, e non solo aspettando qualcuno che dia sovvenzioni.




Luca Mercalli presiede l'ottocentesca Società Meteorologica Italiana, una delle più prestigiose associazioni del settore, e dirige la rivista Nimbus. Ricercatore e giornalista scientifico ha tenuto migliaia di conferenze, ha collaborato per vent'anni con La Repubblica e oggi è editorialista a La Stampa. In Tv è ospite fisso a RAI3 Che tempo che fa e a RAI2 TGR Montagne. Tra i suoi ultimi libri, Che tempo che farà (Rizzoli) e Viaggi nel tempo che fa (Einaudi).

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Ottobre - 1.520 Mb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it