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Il Vesuvio
e i suoi buoni “frutti”
Il territorio del Parco del Vesuvio è una vera miniera di prodotti agricoli di grande tipicità. Tra i tanti doni di queste terre generose spiccano le ciliegie. La zona d'elezione della ciliegia del Vesuvio è localizzata in quella parte del territorio partenopeo che dai Camaldoli di Napoli arriva ai piedi del Monte Somma e del massiccio vesuviano. Due le categorie principali: le “tenerine” e le “duracine”. Tutte hanno in comune frutti molto dolci, di un bel colore rosso vermiglio con riflessi rubini e una polpa soda. Corvina, Cornaiola, Malizia sono alcune denominazioni di queste varietà rustiche.
Altra produzione tipica del Vesuvio è quella dell'albicocca. Localmente chiamate cresommole, ovvero “mele d'oro”, qui sono coltivate in molte varietà tra cui: la Ceccona, la Palummella, la Boccuccia Liscia e la Boccuccia Spinosa. La polpa gialla zuccherina e di alta resa, il profumo intenso e l'aspetto molto invitante fanno di questo frutto una vera prelibatezza.
Sempre alle pendici del vulcano troviamo il Pomodorino detto “del Piennolo”, del pendolo, per l'abitudine di appenderlo alle pareti o ai soffitti, raccolto in grappoli e legato con cordicelle di canapa per conservarlo meglio fino a primavera inoltrata.
La caratteristica fondamentale del Piennolo è di non essere mai stato ibridato. I pomodorini crescono sui terreni impervi delle pendici vesuviane dove le colate laviche stratificate nei secoli si sono trasformate in terreni fertilissimi. La concentrazione di zuccheri e sali minerali li rende dal sapore dolce-acidulo. Si seminano in marzo-aprile e si raccolgono, riuniti in grappoli (schiocche), all'inizio dell'estate.
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