Tutto in in week end
Una Maschera, mille volti
Secondo l'abate Galiani, economista e letterato del '700, furono dei comici francesi, che, conosciute le arguzie e le prodezze teatrali di un certo Puccio d'Aniello nativo di Acerra, lo presero sul carro, gli diedero un nome, Polecenella, e cominciarono a recitare insieme, passando per Napoli e raggiungendo le corti d'Europa.
É questa una delle tante leggende che caratterizzano il segreto non segreto della maschera più famosa nel mondo: quello di un Pulcinella indefinibile, un immenso contenitore, un coppolone cornucopia, da cui si affacciano ed escono infiniti caratteri e tante patrie. Egli è l'inglese Punch, il francese Polichinelle, lo spagnolo Don Cristobal, il russo Petruska, il turco Karaghoz. Pulcinella sta nel teatro, come nel cinema; sta nei testi letterari come sulle tele e graffito sui muri; è intarsiato sul legno dei mobili ed è modellato nelle sculture artigianali. Compare finanche sui campanili delle chiese: ce ne è uno che batte le ore a Montepulciano. Lo volle lassù, in sostituzione di un orribile Moro, un cardinale napoletano nominato vescovo di quella città sul finire del XVII secolo. Pulcinella mediatore tra il sacro ed il profano dunque, ma anche tra il Re ed il popolo. Furono i Borboni, infatti, che apposero sul petto della maschera le insegne nobiliari e gli misero in mano i maccheroni da distribuire tra i napoletani affamati per la miseria. Ed oggi Pulcinella che cosa è?
Resta una maschera misteriosa dai mille volti, non simbolo di un intero popolo, come interpretavano gli scrittori del Viaggio Pittoresco nelle terre del Sud tra il 1700 ed il 1800, bensì occasione e pretesto per tratteggiare i segni di una cultura capace di lasciare traccia di sé nello spazio e nel tempo.
Tommaso Esposito
Direttore Museo di Pulcinella di Acerra www.pulcinellamuseo.it |