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  Dicembre 2012

Articoli n° 04
Maggio 2007
 


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La continuitÀ nelle piccole e medie imprese

Distretti industriali e politiche regionali

Distretti industriali e politiche regionali

Amedeo Sacrestano
Docente di Project Financing Università di Teramo
amedeo.sacrestano@progettoarcadia.com

Rimodulare il sistema degli incentivi
in una logica distrettuale



I Distretti Industriali hanno consolidato, nel nostro Paese, processi di sviluppo economico caratterizzati da un'intima corrispondenza tra “società civile” e apparati produttivi. Da essi si genera una significativa quota del Pil nazionale e circa il 50% del totale export italiano. Inutile, dunque, rimarcare che i Distretti sono più che mai al centro dell'attenzione, politica e scientifica, anche per la verifica e implementazione di innovativi modelli di crescita dell'economia del Paese.
Recentemente, un convegno romano di Europrogetti & Finanza S.p.A. e di MCC S.p.A. - tra i principali gestori nazionali di strumenti di politica economica di incentivazione - ha fornito l'occasione per fare il punto della situazione sullo stato di salute dei nostri Distretti e sulle politiche nazionali e locali implementabili a loro vantaggio. In tale ambito, è apparso in tutta evidenza come debbano essere necessariamente organizzati a livello regionale gli strumenti a loro favore. Inoltre, le nuove forme di incentivazione alle imprese devono considerare la formula del distretto come la “cornice” entro cui circoscrivere le risorse pubbliche per il sostegno a programmi di sviluppo aziendale. Ciò anche in vista dell'estensione alle Regioni del Fondo Rotativo per il sostegno alle Imprese e gli investimenti in ricerca (FRI), gestito dalla Cassa Depositi e prestiti. Questo strumento ha reso obbligatoria la presenza di un finanziamento, agevolato e bancario, a fianco del tradizionale contributo "a fondo perduto”, comportando, così, un'unica valutazione del merito di credito da parte della banca finanziatrice e pari durata della componente agevolata e di quella bancaria del finanziamento.
Tra i vantaggi competitivi ottenibili dalle reti di impresa si evidenziano, tra l'altro, tassi di interesse tendenzialmente più bassi e una crescita dei prestiti maggiore rispetto alla media nazionale. D'altronde, in vista di Basilea 2, le banche stanno imparando a considerare le imprese che operano in rete non più singolarmente ma in gruppo. Anche il merito creditizio è stimato per “filiera” e ad essa viene assegnato un rating. In tale senso, Basilea 2 può dunque rappresentare un'opportunità per stimolare le aziende all'aggregazione e alla formazione di reti.
Nella Finanziaria 2007, inoltre, uno stanziamento di 50 milioni di euro annui è stato destinato al rafforzamento territoriale, allo sviluppo delle reti, al trasferimento tecnologico anche in relazione con soggetti al di fuori del territorio distrettuale o regionale, all'introduzione di strumenti finanziari innovativi, progetti di internazionalizzazione produttiva e commerciale.
Infine, nel disegno di legge Bersani (Industria 2015) è stata inserita una nuova definizione dei distretti. Nasce, così, il nuovo soggetto giuridico della rete di impresa, importante punto di riferimento per i rapporti con banche, p.a. e università.

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