LE PARI OPPORTUNITÁ SUL LAVORO
L'INTERVISTA A ROSA RINALDI - Un Bollino Rosa per la paritÁ
L’intervista a TERESA ARMATO - Politica: largo alle donne
L’APPROFONDIMENTO - LA CONSIGLIERA DI PARITÁ
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L’INTERVISTA A ANTONIA AUTORI -L’alleanza È “donna”
Politica: largo alle donne
Teresa ARMATO
Assessore Università e Ricerca Scientifica
Regione Campania
In Italia è ancora scarsa l'occupazione femminile. Al Sud siamo 20 punti sotto la media europea, con 31 donne occupate su 100. Quali le priorità secondo lei?
La situazione italiana è ancora una tra le peggiori rispetto alla media europea e al resto del mondo. Nell'attuale governo la presenza femminile è aumentata. Nella nostra Regione anche. Ma si può e si deve fare di più. C'è però un'altra importante riflessione da fare. Molte donne decidono di non lavorare per le difficoltà a conciliare il lavoro, la famiglia e la vita privata. Per aumentare l'occupazione femminile, quindi, è necessario investire nei servizi per la famiglia e finanziare il welfare. Il nostro sistema di welfare “familista” fa pesare sulle donne i compiti di assistenza e cura dei bambini, dei disabili e degli anziani precludendo alla donna la possibilità di scegliere un lavoro fuori dell'ambito domestico. Inoltre i contratti part-time non si ottengono facilmente e l'occupazione femminile è spesso caratterizzata da lavoro precario e atipico. C'è bisogno di pensare a un nuovo welfare che metta al centro la qualità della vita delle persone: dal lavoro ai servizi, dal trasporto alla sanità, dalla formazione continua a una gestione dei tempi, ai bisogni dei cittadini e in particolare delle donne.
La situazione cambierà davvero quando la difficile relazione tra famiglia e lavoro non sarà più considerata una problematica strettamente femminile.
Il nostro Paese è anche maglia nera per numero di donne elette. Da politico come giudica questo ritardo?
Non mi stancherò di ripeterlo fin quando le cose non cambieranno: servono regole trasparenti. Il tema delle regole è vitale e prioritario. Per fare questo c'è bisogno ora di definire regole condivise che possano condurci a questa democrazia rinnovata. Regole nei partiti che si formano, regole nei partiti che devono rinnovarsi per poter essere soggetti dialoganti. Perché quando le candidature sono di servizio, le donne si allontanano dalla politica attiva. E la leadership plurale in questa fase di rinnovamento dei partiti è un modo nuovo di concepire la politica che può offrire alle donne spazi più ampi di partecipazione. Dobbiamo garantire più opportunità per le donne in politica. E questo sia in termini di rappresentanza sia di partecipazione. La presenza attiva delle donne porta nuovi e inediti benefici sociali perché ci permette di leggere con chiavi interpretative diverse e più ricche non solo la quotidianità, ma lo stesso futuro. Una nuova opportunità verrà con la costruzione del Partito Democratico. L'obiettivo è quello di avere tante donne capolista nelle primarie del PD e in quelle che ridefiniranno i nuovi soggetti politici.
É favorevole all'innalzamento dell'età pensionabile delle donne?
I dati ci informano di una vecchiaia attiva per molti pensionati e di un innalzamento della durata media della vita. Quindi abbassare gli anni di lavoro mentre il mondo va nella direzione opposta sarebbe un controsenso. Le modifiche al sistema previdenziale italiano devono prevedere responsabilità verso le giovani generazioni. Il rischio è che le pensioni diventino un fardello futuro perché i giovani rischiano di non avere pensioni dignitose. Per quanto riguarda, invece, l'età pensionabile delle donne, in via generale, mi sento di dire che deve essere uguale per entrambi i sessi come accade in molti Paesi dell'Ue. Il problema sull'età pensionabile di uomini e donne non si pone nemmeno. Magari alcune donne vogliono restare al lavoro, altre desiderano il part-time ed altre ancora vogliono una pensione anticipata perché hanno esigenze diverse. Sarebbe quindi auspicabile una diversità di soluzioni che prevedano la volontarietà e non l'obbligatorietà.
Se dovesse scegliere una o più figure femminili centrali nella storia italiana chi sceglierebbe? E perché?
Tina Anselmi, la prima donna diventata Ministro del Lavoro. É esempio di coraggio, grinta, passione ed integrità morale. Ha portato avanti una battaglia per i diritti delle donne in tempi molto diversi da oggi, in cui era ancora più difficile parlare di parità. La ammiro anche per la lucidità e la saggezza delle parole nei numerosi inviti rivolti, come quello di «vivere il potere non come un privilegio di pochi ma come espressione di responsabilità e di etica». Sono tante le virtù di Tina Anselmi. Anche quella di aver fatto del suo credo cristiano non un fortino di pregiudizio e di verità assoluta, ma un elemento a supporto della laicità dello Stato.
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