SALUTE E BENESSERE
L’ipermercato
sostenibile
L’ADI propone un nuovo modello
di punto vendita “educativo”
A cura dell’Associazione Italiana Dietetica e Nutrizione Clinica-ONLUS
L'era dell'informazione ha determinato un profondo cambiamento nei paesi sviluppati o in via di sviluppo che sono passati da una economia basata sull'agricoltura e sulle aziende manifatturiere ad una basata sulla tecnologia e sulla scienza. Il soggetto medio ha accesso ad alimenti appetitosi e ad elevato contenuto calorico, ma presenta scarse necessità o opportunità di dispendio energetico. In un contesto del genere l'obesità costituisce una vera e propria epidemia e può essere vista come il risultato finale di una somma cumulativa di piccole differenze quotidiane tra introduzione di energia e dispendio energetico che determinano una sopraffazione progressiva dei meccanismi omeostatici. In particolare l'obesità infantile è in continua crescita, triplicata rispetto agli anni Settanta. La pubblicità può influenzare le scelte e i consumi alimentari (un bambino americano è bombardato annualmente da 40000 spot pubblicitari per dolci, bevande, snack) e questo sembra essere uno dei fattori “responsabili” del continuo incremento dell'obesità. Al fine della promozione della salute la scelta di focalizzare l'attenzione su dieta, abitudini di vita, attività fisica e comportamenti viene considerato il mezzo più efficace. Da quando l'Italia con la legge 126 del 1971 si è data una nuova normativa sul commercio è iniziata una rivoluzione nel sistema distributivo; alla piccola bottega dell'alimentarista si è sostituita la vendita a libero servizio nei moderni super e ipermercati. E, progressivamente, si è sempre più affinata la tecnica per favorire la maggior vendita possibile: il merchandising. Il cliente non è più guidato dal venditore, ma è il prodotto esposto che vende se stesso esercitando sul cliente una forma di coercizione psicologica. Inoltre l'ipermercato ubicato, quasi sempre, alla periferia dei grandi centri dispone di ampi e comodi parcheggi e di servizi pubblici preferenziali; per questo è divenuto meta di un turismo di acquisto anche enogastronomico e centro di aggregazione. Considerati i presupposti ci dobbiamo chiedere se i moderni ipermercati sono compatibili con una politica di prevenzione del sovrappeso e dell'obesità; se potrebbero assumere un ruolo educativo; e se inoltre non potendo modificare la logica di mercato, cioè della libera vendita, sia possibile modificare la logica di struttura.
Seguendo questo ragionamento ci sembra logico avanzare una proposta di un ipermercato sostenibile o meglio compatibile che sviluppi l'idea di punti vendita che educhino alla salute. Il nuovo modello di ipermercato si basa su alcuni principi comuni:
- Centralità della persona (Umanizzazione).
- Integrazione con il territorio (Urbanità).
- Appartenenza e solidarietà (Socialità).
- Benessere percepito.
Nel prossimo numero illustreremo nel dettaglio la proposta di ipermercato sostenibile di cui l'Adi si è fatta promotrice. |