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  Dicembre 2012

Articoli n° 07
Agosto / Settembre 2007
 


Inserto

Confindustria Avellino, Relazione del presidente Silvio Sarno
Assemblea 2007 - Avellino 12 Luglio 2007

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Ict, in arrivo piÙ di 300 posti di lavoro

Presentato il sistema delle Qualifiche Professionali

Sezioni, cambiano i vertici e gli assetti

Lavoro, Unimpiego facilita l’incontro domanda-offerta

Nuove tecnologie a sostegno del turismo

Ict, in arrivo piÙ di 300 posti di lavoro
Ai nastri di partenza il Patto formativo locale promosso dall’Unione Industriali

314 disoccupati troveranno prima formazione e poi lavoro, per oltre il 50% a tempo indeterminato, in una ventina di aziende operanti sul territorio. L'iniziativa, promossa dall'Unione Industriali di Napoli, ha visto la sua concretizzazione nel Patto formativo locale “Società dell'informazione e della conoscenza nella provincia di Napoli. Filiera delle competenze Ict”. Ne sono promotori, oltre all'Unione, la Provincia di Napoli (capofila), l'Università degli Studi Federico II (Polo delle Scienze e delle Tecnologie), le Segreterie provinciali napoletane di Cgil Cisl e Uil e il Consorzio Dictam.
I Patti formativi sono strumenti concepiti per innalzare la qualità dell'offerta formativa e favorire la concentrazione di risorse e azioni su aree territoriali e su filiere produttive, prevenendo la frammentazione e accompagnando le politiche di integrazione e valorizzazione delle risorse locali. I Pfl si fondano sull'integrazione sistemica dei diversi portatori d'interesse (pubblica amministrazione, aziende, associazioni datoriali, sindacati, università, agenzie formative, stakeholders pubblici e privati) e sul partenariato. Sono finanziati con risorse residue del Por Campania 2000/2006, risorse nazionali derivanti anche dalle disponibilità dei fondi interprofessionali (tra cui Fondimpresa), eventuali risorse liberate dall'avvenuta certificazione di progetti coerenti, nonché dalle disponibilità del nuovo periodo di programmazione 2007-2013, per un impegno complessivo non inferiore a venti milioni di euro, cifra che potrebbe anche essere significativamente aumentata. Il Patto formativo locale “Società dell'informazione e della conoscenza nella provincia di Napoli. Filiera delle competenze Ict”, se ratificato, usufruirà di 3 milioni di euro di contributo. «Una cifra quasi irrisoria - sottolinea Vincenzo Greco, Vice Presidente all'Education dell'Unione Industriali di Napoli - se si considerano gli incentivi mediamente occorrenti per indurre un investitore esterno a localizzare un insediamento industriale nella nostra area con un simile ritorno occupazionale. Le imprese del nostro territorio hanno risposto con slancio all'Avviso di manifestazione di interesse emanato dall'Assessorato al Lavoro della Provincia. I progetti presentati sono stati ben 46, tra i quali peraltro figurano i 6 per l'inclusione sociale promossi dalle tre organizzazioni sindacali». Tra le imprese proponenti vi sono sia pmi che multinazionali con unità produttive in Campania. I soli progetti formativi presentati dalle aziende e inseriti dalla commissione di valutazione nella lista di priorità del Patto prevedono 606 destinatari, dei quali 292 già occupati coinvolti in interventi di aggiornamento e riqualificazione. I numeri del Pfl Ict diventano ancora più significativi se si considerano gli ulteriori 357 formandi (di cui 114 potenziali nuovi assunti) previsti complessivamente dai progetti proposti dalle aziende e inseriti nella lista di scorrimento per gli interventi fuori budget e i 60 destinatari degli interventi in lista di priorità per accrescere il capitale umano e ridurre le cause di svantaggio sociale. Il successo del Pfl si spiega anche con la qualità e la consistenza del settore Ict in Campania. Secondo il Rapporto Rcost (il Centro Regionale di Competenza sull'Ict “capitanato” dall'Università degli Studi del Sannio) - Assinform, pubblicato nella primavera del 2006, la Campania si posiziona al sesto posto nella graduatoria delle regioni italiane per presenza di imprese Ict, con 6.992 aziende operanti nel mercato. Dal punto di vista del fatturato, il segmento It della Campania raggiunge il 5,2% dell'intero mercato italiano e circa il 32% del mercato della macroarea Sud e Isole. Questi dati la posizionano come il settimo mercato It italiano, subito dopo la Toscana e prima della Sicilia. Le imprese Ict ubicate nella provincia di Napoli, in particolare, rappresentano oltre la metà del fatturato e dei volumi d'affari dell'intera produzione regionale. Negli ultimi anni, secondo l'indagine Unioncamere-Excelsior, le imprese attive nell'Ict sono aumentate del 46,7%, con un conseguente aumento dell'occupazione pari all'1,9%, consentendo alla Campania di posizionarsi al 4° posto nella relativa classifica delle regioni italiane impegnate nell'Ict. Un ulteriore incremento del numero di occupati nel settore in Campania è possibile laddove si assicurino risposte efficaci alla crescente domanda di figure professionali qualificate che non trova, allo stato, adeguato riscontro nell'offerta. In tale prospettiva, l'Unione degli Industriali della Provincia di Napoli e gli altri promotori hanno identificato nella sperimentazione dei Patti formativi locali lo strumento privilegiato per la creazione di un “distretto formativo Ict”, che possa contribuire a migliorare il patrimonio di risorse e competenze della regione Campania, supportando lo sviluppo sul territorio di un vantaggio competitivo sostenibile per le imprese della sempre più strategica filiera. L'idea-forza del Patto formativo locale consiste nell'avvio di un processo di rafforzamento della competitività del territorio come piattaforma globale per le imprese Ict, attraverso lo sviluppo di competenze avanzate per le imprese esistenti e per i big player nazionali ed internazionali. L'implementazione della strategia delineata richiede la generazione di competenze in grado di colmare i gap professionali e formativi, attraverso due fasi: individuazione dei fabbisogni professionali e formativi (esigenze di aggiornamento e riqualificazione del personale già in forza) delle imprese Ict operanti in Campania; successiva e conseguente elaborazione dell'offerta formativa.

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