L’appello di Abete per il Sud:
«Competitivi ed uniti»
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L’appello di Abete per il Sud:
«Competitivi ed uniti»
Infrastrutture, sicurezza e regole:
le priorità del Presidente degli Industriali romani
per rilanciare lo sviluppo nel Mezzogiorno
di Filomena LABRUNA
Infrastrutture, sicurezza e regole: le tre priorità per il Sud. Luigi Abete, presidente di Bnl, che ha preso parte all'assemblea dell'Unione degli Industriali di Avellino, tenutasi il 12 luglio presso la sede di via Palatucci, esordisce sottoscrivendo «in pieno l'intervento di Silvio Sarno», il presidente di Confindustria Avellino che nella sua relazione aveva invitato enti ed istituzioni a recuperare un ruolo propositivo.
Un messaggio di ottimismo quello lanciato da Abete agli imprenditori irpini e una strada maestra da seguire: «Una buona politica economica è alla base di ogni esperienza di crescita. Occorre puntare sulle infrastrutture, sia quelle materiali che talvolta al Sud sono state costruite anche in maniera eccessiva, sia quelle immateriali, ed intendo la formazione».
Per Abete è necessario creare adeguate condizioni di sicurezza e soprattutto regole precise, garantendo una maggiore governabilità. Parte da lontano il presidente dell'Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma. Esattamente da ventinove anni fa, l'8 luglio del 1978 quando da presidente dei giovani industriali arrivò ad Avellino per partecipare all'assemblea dell'associazione irpina. Ad Avellino è tornato 29 anni dopo da presidente di Bnl e di Assindustria di Roma, dopo essere stato anche al vertice di Viale dell'Astronomia. Una carriera sempre ai massimi livelli.
«Dopo 29 anni - afferma - ho ancora la stessa voglia di parlare. Ed è una cosa importante perché l'imprenditore vero è colui che riesce a vedere il successo della azienda nel medio e nel lungo termine».
«Oggi il Paese è in una situazione difficile - ammette Abete - ma è meno grave di quanto si dica e di quanto sia la nostra percezione. Bisogna aiutare la politica che è in crisi ed attuare scelte opportune e potremo farlo solo se prima o poi noi imprenditori saremo in grado di formulare proposte condivise e decidere le priorità sulle quali la politica deve impegnarsi».
«Fare impresa - spiega il presidente di Bnl - non deve far perdere di vista il fatto che oggi viviamo un'epoca nella quale va riposta molta accortezza nel rispetto dei valori morali e comportamentali. Non solo e non tanto perché sono importanti, ma perché grazie a questi riusciamo a vincere la nostra partita». Poi si sofferma sulla necessità di perseguire l'autonomia dell'impresa e dell'associazione. «La nostra - dichiara Abete - resta l'associazione della tripla A, autonomia, apartitica, agovernativa. Sembra facile, ma ogni qualvolta un imprenditore esprime critiche sull'operato del governo, si scatena puntuale la ridda di ipotesi sul come e quando scenderà nell'agone politico».
«Quando c'è un appuntamento elettorale - spiega ancora Abete - il cittadino sceglie chi andare a votare in base a quanto gli propongono nei programmi. Lo facciamo anche noi come cittadini, ma l'associazione non deve mai farlo. Se dovesse accadere diventerebbe inutile perché sarebbe “una parte”. Il ruolo, invece, è di saper giudicare, giorno dopo giorno, dando sempre una motivazione diversa».
«Non è facile - afferma il presidente di Assindustria di Roma - perché i partiti vogliono adescare l'associazione per ragioni di competizione politica. Mai cadere in questa sorta di canto delle sirene, ma bisogna continuare sulla propria strada, riponendo un supplemento di attenzione al servizio della rappresentanza che deve essere gestita in maniera unitaria e non intesa come una guerra tra gli imprenditori».
Uno dei problemi che attanaglia la politica è il fatto che non decide e che, dunque, può essere aiutata attraverso l'individuazione di priorità e interessi con i relativi strumenti con cui si possono centrare gli obiettivi.
Modernizzare la Pubblica Amministrazione per Abete è certamente una necessità, ma vanno anche incentivate le politiche a sostegno delle infrastrutture e della formazione.
Abete ha poi puntato l'indice contro il settore dei servizi. «Al Sud e nelle nostre province - dichiara - non è il settore industriale a segnare il passo, piuttosto quello dei servizi. L'apparato industriale ha raggiunto ormai livelli di internazionalizzazione e di modernità, mentre i servizi si muovono con bassissimi tassi di produttività e mi riferisco alla giustizia lenta, all'istruzione e alla pubblica amministrazione».
Per Abete è necessario favorire processi di decentramento o di aggregazione delle funzioni, così come è stato fatto per l'industria e da parte nostra - rivolgendosi agli imprenditori - è necessaria una maggiore obiettività di giudizi.
«Non bisogna mai lasciarsi andare - afferma Abete - a giudizi di sintesi sull'operato della politica, estendendo anche il concetto alle istituzioni locali, ma valutare di volta in volta ogni singolo atto del governo».
E sulle questioni relative al sistema bancario il presidente dell'Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma spiega: «Il sistema bancario italiano da pochi anni ha cambiato passo. Ora attendiamo che il sistema possa equilibrarsi tra le varie aree del paese. Gli impegni delle banche nel Sud Italia ed in Irpinia sono ormai superiori alla media del Paese, ma la preoccupazione ora va spostata sulla patrimonializzazione delle aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni che debbono vedersi valorizzare il capitale e non garantirsi solo i finanziamenti che comunque arrivano».
Poi l'appello finale. «Non dobbiamo intestardirci troppo a cambiare le cose che non funzionano immaginando contrattazioni territoriali, consortili, provinciali, ma essere competitivi ed uniti, puntando all'internazionalizzazione».
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