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  Dicembre 2012

Articoli n?06
Luglio 2012
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IL CAMBIAMENTO STRUTTURALE NELL'INDUSTRIA ITALIANA

ROMANO: «Vince chi investe in formazione e comunicazione»


ROMANO: «Vince chi investe in formazione e comunicazione»

INTEGRAZIONE TECNOLOGICA, INNALZAMENTO DEGLI STANDARD QUALITATIVI ED EFFICIENZA ENERGETICA SI CONFERMANO I PRINCIPALI DRIVER CHE GUIDERANNO LO SVILUPPO DI COMPARTO NEL PIÙ LUNGO PERIODO, IN RISPOSTA ALLE SFIDE DI UN MERCATO IN CONTINUA TRASFORMAZIONE

di Raffaella Venerando


ROSARIO ROMANO
Presidente Anie Sicurezza


Presidente, partiamo da una fotografia dell'esistente: che realtà vivono le imprese associate a Anie Sicurezza aderente a Confindustria ?
Nella prima parte del 2012 uno scenario più critico si ripercuote sugli andamenti espressi dall'industria italiana fornitrice di tecnologie per la Sicurezza e Automazione Edifici, che aveva chiuso il 2011 con una variazione del fatturato totale di segno positivo.
Il comparto risente della scarsa dinamicità del mercato delle Costruzioni, che evidenzia per il quinto anno consecutivo una costante debolezza degli investimenti.
In un quadro macroeconomico incerto che rende difficile formulare previsioni, le attese degli operatori indicano per il 2012 un deciso rallentamento delle tendenze, trasversale ai diversi segmenti del l 'offerta.
Nel dettaglio delle tecnologie rappresentate da Anie Sicurezza nei primi mesi del 2012 i segmenti Antintrusione e Controllo Accessi hanno mostrato, pur in un contesto di rallentamento, una sostanziale tenuta.
Si mantengono stabili gli andamenti della Rilevazione Elettronica di Incendio e della Videosorveglianza. In generale, fra le più pressanti criticità che le nostre imprese si trovano ad affrontare in questi mesi si annovera il drammatico fenomeno dei ritardati pagamenti, trasversale ai principali mercati di riferimento.
A questo si aggiunge un più arduo accesso al credito. Questi due aspetti si ripercuotono negativamente sui margini aziendali, agendo da freno agli investimenti futuri.
La crisi non ha tuttavia arrestato il tradizionale impegno rivolto all'innovazione portato avanti dalle imprese.
Integrazione tecnologica, innalzamento degli standard qualitativi ed efficienza energetica si confermano i principali driver che guideranno lo sviluppo di comparto nel più lungo periodo, in risposta alle sfide di un mercato in continua trasformazione.



Su quali punti e priorità intende incentrare il suo mandato presidenziale?
In un momento particolarmente delicato come questo, ritengo che essere Soci di Anie Sicurezza possa costituire un valore aggiunto importante per le aziende del settore; sono altresì convinto che si debba stimolare l'associazionismo nel Sistema Confindustriale, in particolare nel Centro-Sud Italia, territorio tanto fertile dal punto di vista di aziende "sane" e di qualità, quanto a volte dimenticato o poco valorizzato dalle iniziative associative.
Dobbiamo portare i valori e gli obiettivi di Anie Sicurezza alle aziende e agli stakeholder attraverso attività ed eventi mirati. Costruire il nostro futuro significa creare terreni comuni di condivisione di strategie e obiettivi anche e soprattutto con le altre compagini associative che insistono sulla filiera della Sicurezza.
"Fare Sistema" è per noi una priorità assoluta alla quale non solo non dobbiamo rinunciare, ma che dobbiamo perseguire con ogni mezzo a nostra disposizione.
La formazione degli operatori resta uno dei cardini del programma di Anie Sicurezza per il prossimo biennio.
Le aziende vincenti saranno quelle che investiranno in formazione e comunicazione, innalzando il livello di know-how delle proprie risorse. Solo così i concetti di qualità e di affidabilità verranno percepiti dall'utente finale come effettivi vantaggi a livello competitivo sul mercato.
Non dimentichiamoci, inoltre, che la credibilità di un'associazione passa attraverso l'accreditamento della stessa presso le Istituzioni. Noi possiamo e dobbiamo fare ancora molto per diventare punto di riferimento per le Istituzioni che legiferano nel campo delle tecnologie della sicurezza.



Ha in mente progetti ad hoc per aiutare le imprese dedite all'internazionalizzazione?
Il background delle nostre aziende associate ci narra di storie imprenditoriali sane, create e sviluppate a livello locale e regionale, la cui eccellenza e qualità fa ambire a un superamento dei confini nazionali ed internazionali.
Si tratta di Piccole e Medie Imprese che operano in un settore fortemente influenzato dal Far East e continuamente in evoluzione, data la sua estrema vicinanza con il comparto dell'Information&Communication Technology.
Mercati quindi fortemente competitivi, che richiedono grande impegno di idee e di risorse economiche. In questo senso l'esigenza prioritaria delle PMI del nostro settore può riassumersi nella richiesta di attivare percorsi e sinergie per favorire l'accesso al credito e ai finanziamenti sulla formazione professionale delle risorse umane.



Quali misure crede siano indispensabili per contribuire a ridare slancio al Paese?
Il Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo primo intervento, ha ribadito come sia difficoltoso fare l'imprenditore in Italia e quanti rischi esistano.
Giorgio Squinzi ha affermato che non si può sostenere la crescita e favorire l'occupazione se non si creano incentivi per le imprese. Ma certamente la parte più importante del discorso è stata nell'attacco ai finti tagli alla spesa pubblica annunciati dal Governo Monti ma ancora non realizzati.
Il Presidente di Confindustria è intervenuto anche sul nodo delle tasse, il cui livello ha ormai raggiunto dei limiti non più sostenibili (circa il 68% effettivo), al di sopra della media degli altri Paesi europei.
Si evidenziano quindi tre misure fondamentali per dare slancio al Paese: Incentivi alle Imprese; tagli concreti alla spesa pubblica; riduzione delle tasse.
Sento di condividere il pensiero del Presidente Squinzi e spero che la sua competenza e la sua autorevolezza, uniti alla franchezza e al pragmatismo che caratterizzano le sue esternazioni, possano influire sulle prossime decisione del Governo Monti in merito a sviluppo e crescita economica.
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