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«L’edilizia ha sempre piÙ bisogno di regole chiare,
certe, trasparenti»
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capossela: «L’edilizia ha sempre piÙ bisogno di regole chiare,
certe, trasparenti»
Il presidente del Gruppo Giovani Edili di Benevento ha aperto i lavori del Convegno
dei Giovani Costruttori Edili di Ance Campania tenutosi il 16 e 17 aprile a Positano
Il Presidente del Gruppo Giovani Edili di Benevento Daniele Capossela
“Edilizia e giustizia” è stato il tema del Convegno dei Giovani Costruttori Edili di Ance Campania, che per la terza edizione del loro incontro di Positano (16 e 17 aprile), hanno organizzato due giornate dedicate a sicurezza, trasparenza e legalità.
Il presidente del Gruppo Giovani Edili di Benevento, Daniele Capossela, accompagnato da una folta delegazione di imprenditori edili del territorio, ha avuto il compito di aprire i lavori della due giorni.
Daniele Capossela ha, inoltre, ricordato che proprio due anni fa dal palco di Positano, era stato proposto, precorrendo i tempi, il Piano Casa, divenuto poi uno dei temi centrali dell’attuale politica di Governo.
Le tematiche che sono state affrontate nell’edizione 2010 diventano di ancor maggiore attualità alla luce del piano straordinario di edilizia carceraria, varato dal Governo, la cui definizione avverrà entro le prossime settimane. Si tratta di un complesso d'interventi per complessivi 1,5 miliardi di euro, dei quali 700 milioni già disponibili.
I Giovani Costruttori, con gli interventi del loro presidente nazionale, Alfredo Letizia, e le conclusioni del presidente nazionale Ance, Paolo Buzzetti, hanno rilanciato le proposte, nell'ambito del progetto “Carcere Futuro”, sostenute dai dati attuali sull'emergenza carceraria e dai progetti per dar luogo alla “rottamazione delle carceri”, tematica che rappresenta un presupposto fondamentale per restituire sicurezza e legalità al Mezzogiorno.
Un momento del convegno “Edilizia e Giustizia”
Riportiamo di seguito l’intervento del Presidente Daniele Capossela.
«Sono orgoglioso e onorato di aprire il nostro Convegno, ormai arrivato alla sua terza edizione, che è divenuto un momento importante di confronto e di dibattito, sul nostro settore e su tematiche sulle quali il mondo giovanile presenta e rappresenta le proprie tesi, idee, soluzioni. Un ringraziamento a quanti hanno collaborato, anche quest’anno, per la migliore riuscita di questo appuntamento.
Nel rispetto dei ruoli e dei compiti affidati ad ognuno di noi lascio all’amico Presidente Errichiello il compito di illustrare ed entrare nel merito delle tesi da noi elaborate. Vorrei solo sottolineare che i Giovani Edili, come tutti i movimenti giovanili del sistema associativo, da sempre sono l’anima e la coscienza critica all’interno del mondo ANCE e all’esterno.
Non potrebbe essere diversamente perché noi giovani siamo la classe dirigente del futuro e, quindi, vogliamo e dobbiamo contribuire a costruire il nuovo.
Un nuovo fatto di regole certe e automatiche; di migliore vivibilità; di legalità; di efficienza e funzionalità; di innovazione culturale; di meritocrazia; di competenze professionali; di rispetto dei diritti; di sburocratizzazione (attraverso procedure snelle e senza alcun margine di discrezionalità); di qualità ed affidabilità delle opere; di reale integrazione degli stranieri in un sistema Paese democratico.
Siamo attenti, sempre più attenti, come imprese e giovani, a diffondere la cultura del ruolo sociale dell’impresa; è un impegno forte in tutti noi ma con altrettanta forza e fermezza chiediamo che in ognuno ci sia una cultura, radicata e trasversale, del ruolo sociale del Paese: dalla politica alle istituzioni, alle forze sociali, agli organi inquirenti, ai giovani come noi.
É un impegno dal quale nessuno può chiamarsi fuori; è un impegno che si sostanzia nella quotidianità di ognuno di noi che deve ispirare la sua attività a questo principio.
Il tema del nostro Convegno vuole stimolare le coscienze di tutti a fare di più, ad iniziare da noi, per essere, e non solo sentirsi, Paese.
Come giovani edili chiediamo di guardarci come imprenditori che contribuiscono a costruire una società libera, solidale, legale; a creare ricchezza, sviluppo, occupazione, a recitare appieno il compito dell’intrapresa che è frutto di una nostra libera scelta nella quale fortemente crediamo.
Non tolleriamo più di essere visti, in modo semplicistico e generalista come speculatori e soccombenti di quel mondo del malaffare che combattiamo, ostacoliamo, sentendoci spesso soli. Senza entrare nel merito delle tesi dei giovani edili e dei temi oggetto di approfondimento delle tavole rotonde, perché rispettoso delle professionalità che sono state chiamate a discuterne, vorrei enunciare, molto brevemente, solo alcune riflessioni che, da giovane, e da giovane imprenditore, spesso faccio.
Abbiamo bisogno di regole chiare, certe, trasparenti; di regole che diano certezza del diritto ma, soprattutto, ci consentano di fare il nostro mestiere.
Non è difficile soprattutto in un Paese che ha insegnato agli altri il diritto.
Il legislatore deve iniziare a recuperare questa tradizione.
Dobbiamo mettere mano, alla normativa sui massimi ribassi; è obsoleta perché era nata per un malcostume e una stortura del meccanismo in una certa fase storica del Paese.
Noi vogliamo garantire la qualità dell’opera e la sua reale fruibilità sociale; ebbene, aboliamo questo meccanismo datato e agiamo sui controlli, fatti in modo serio, individuando il sanzionamento delle responsabilità.
Liberiamo il Paese dai tanti ritardi farraginosi che condizionano l’operatività delle imprese. Chiamiamo la Pubblica Amministrazione ad un corretto comportamento contrattuale.
Adottiamo un sistema, da Paese civile, che garantisca che le pene inflitte a chi sbaglia siano effettivamente scontate.
E qui permettetemi di ricordare che il nostro ordinamento, grazie anche alla teoria di Cesare Lombroso (famoso antropologo, criminologo, giurista) che ha da sempre visto l’espiazione della pena, attraverso la detenzione, come il mezzo per il reinserimento sociale del reo. Ebbene, mi chiedo, come è possibile oggi recuperare alla società chi ha sbagliato se deve vivere in una cella sovraffollata?
Come giovane mi auguro che tutti contribuiscano a dare prova di essere una Paese civile.
Concludo augurando a tutti noi buon lavoro e permettetemi di augurare a noi giovani imprenditori edili di ANCE di continuare a credere nelle nostre imprese, di continuare a credere nel nostro Paese, di continuare ad essere orgogliosi del nostro Paese, di essere ascoltati da chi può e deve alimentare questo orgoglio e, soprattutto, deve scommettere sul nostro futuro e sul futuro della nuova classe dirigente imprenditoriale».
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