Silvestrini: «L’energia pulita offre spazi di crescita
anche alle pmi italiane»
In settori innovativi come il fotovoltaico, anche delle start up italiane
potrebbero ritagliarsi uno spazio significativo
di Raffaella Venerando
Gianni Silvestrini,
Direttore Scientifico Kyoto Club
e di QualEnergia
Direttore Silvestrini, partiamo dal suo libro “La Corsa della Green Economy”: in che modo la rivoluzione verde sta cambiando il mondo ora che il petrolio è a fine corsa?
Il libro parte da una valutazione: nel settore energetico è in atto un cambiamento molto rapido, cambiamento che, soprattutto negli ultimi anni, ha portato a risultati impressionanti. Uno su tutti: lo scorso anno, di tutta la potenza elettrica installata, il 61% è stata basata su fonti rinnovabili (sole, vento e biomasse) in Europa, in USA il 43% e in Cina il 33%. Possiamo quindi affermare che sta rapidamente cambiando la struttura, la faccia del sistema energetico. Purtroppo però in Italia, sia il mondo politico sia quello imprenditoriale, sembrano aver preso coscienza in ritardo della portata di questi cambiamenti in corso. Pertanto, lo scopo precipuo del libro è innanzitutto quello di spiegare cosa succede nel Mondo consentendo all’Italia di trovare la sua via per adeguarsi, per non restare al palo recuperando così il tempo perduto.
Nel libro sono riportati diversi esempi di aziende creative e innovative specialmente in campo fotovoltaico. Ad esempio…
La rivoluzione in atto nel sistema energetico sta comportando una vera e propria trasformazione delle strategie aziendali di grandi multinazionali - si pensi a Siemens, o a General Electric - ma anche di realtà più o meno piccole, nate nell’ultimo decennio che oggi hanno fatturati degni di nota. Nel libro si fa riferimento in particolare a due società, la tedesca Solarworld e la cinese Suntech che, nel fotovoltaico, hanno registrato fino a 1 miliardo di euro di fatturato annuo. Si tratta di due identiche società nate dal nulla, ma che adesso sono capaci di dominare la scena mondiale. Vengono citate per dimostrare come, in settori innovativi come il fotovoltaico, anche delle start up italiane potrebbero ritagliarsi uno spazio significativo.
Lei nel 2006 è stato Consigliere per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica dell’allora Ministro dello Sviluppo Economico Bersani. Come giudica l’attenzione e la risposta del Governo attuale rispetto al tema energia e, più in generale, all’ambiente?
Questo Governo ha come punto di riferimento delle proprie strategie energetiche il nucleare, scelta di campo che reputo in questa fase sbagliata.
Cosa la fa essere contrario al nucleare: il calcolo economico, considerazioni tecniche e scientifiche o cos’altro?
Ritengo innanzitutto che i tempi siano sbagliati. Mentre in tutto il Mondo è partita e sta crescendo questa onda verde - si pensi ad esempio all’aumento del 41% della potenza eolica installata e del 20% di quella fotovoltaica nel 2009, malgrado i venti di crisi - il nucleare, secondo l’Agenzia internazionale di energia atomica, malgrado il recente interesse di alcuni paesi, nel 2030 coprirà una percentuale di produzione elettrica nel Mondo uguale o addirittura inferiore a quella attuale.
La scelta del Governo italiano di puntare tutto sul nucleare è quindi a mio avviso sbagliata, soprattutto perché rischia di distrarre intelligenze e risorse economiche di grandi ma anche piccole e medie aziende, che invece potrebbero crescere nel settore dell’efficienza energetica, come sta accadendo in altri Paesi come la Germania che a oggi conta 300.000 addetti nelle rinnovabili avendo colto in modo tempestivo le opportunità offerte dal momento. Il nucleare invece, a fronte dei costi ingenti e alla difficoltà di identificare i siti potrebbe avere ricadute di gran lunga inferiori a quelle potenziali che potrebbero derivare dalle rinnovabili. Il Paese rischia così di non raggiungere gli ambiziosi obiettivi delle rinnovabili al 2020: per quella data, il Governo ha indicato la necessità di importare una parte di energia elettrica dall’Africa e dai Balcani.
Non crede che però ci sia troppo “marketing” intorno al tema green economy?
Sicuramente, credo che ci siano in gioco importanti interessi. Diventa fondamentale pertanto impostare azioni e iniziative in maniera corretta e attenta, specialmente all’inserimento nel territorio. Nei prossimi anni nel Sud Italia sono previsti colossali investimenti in campo energetico. Quello che conta e conterà di più, però, non è soltanto lavorare per l’installazione di una grande quantità di impianti (l’anno scorso siamo stati i secondi al Mondo nel fotovoltaico con 750 MW installati, mentre nell’eolico siamo stati sesti). Occorre rafforzare la produzione di tecnologie nel nostro Paese, aspetto questo che rimane ancora il nostro punto debole. Il ruolo del Governo pertanto dovrebbe essere proprio questo: incoraggiare le nostre industrie a puntare sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili.
Chi È Gianni Silvestrini
Dal 1977 al 1996 ha svolto attività di ricercatore presso l’Università di Palermo e il CNR nel campo delle fonti rinnovabili e delle politiche energetiche.
Ha ricoperto l’incarico istituzionale di Direttore generale presso il ministero dell’Ambiente dal 2000 al 2002. È stato consigliere del Ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani dal 2006 al 2008. Dal 2003 è direttore scientifico di Kyoto Club e della rivista QualEnergia.
È responsabile del master “Ridef - energia per Kyoto” presso il Politecnico di Milano e presidente di Exalto.
È autore di oltre 100 articoli scientifici e coautore di cinque libri (Architettura solare, Clup,1984; Il futuro del sole, Franco Angeli, 1990; Eolico: paesaggio e ambiente, Franco Muzio, 2004; Manuale della certificazione energetica degli edifici, Edizioni Ambiente, 2008; La corsa della green economy, Edizioni Ambiente, 2010). |
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