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  Dicembre 2012

Articoli n° 04
MAGGIO 2010
 
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BON TON

Galateo a quattro zampe

Regole semplici per evitare figure “da cani”

a cura di Tommaso de Mottoni y Palacios e Nicola Santini
www.eredialtrono.com

Un cane educato la dice lunga anche sull’educazione del suo padrone. Infatti non c’è cosa più brutta che dover andare a casa di amici vestiti di tutto punto certi di tornare a casa macchiati o, peggio, scuciti per le affettuosità eccessive del coinquilino a quattro zampe del padrone di casa.
Il cane indisciplinato in strada o nei mezzi pubblici fa vergognare colui che lo accompagna e indignare coloro che assistono alla scena, aumentando l’intolleranza e l’antipatia. E poi, ca va sans dire, è evidente che un cane che non rispetta il padrone è un cane che non è rispettato dal padrone stesso. Infatti la prima regola per insegnare il galateo agli animali è amarli e rispettarli. Mai fare l’errore imperdonabile di trattarli da umani. Non lo sono e non hanno alcuna ambizione ad esserlo, anche se molte delle responsabilità di chi decide di prenderne uno sono molto simili. Le responsabilità, non le aspettative o le proiezioni. Una delle cose più importanti da ricordare è che i nostri amici animali non sono capaci di buonismo e ipocrisia, quindi le cattive abitudine acquisite nel privato delle mura domestiche vengono mantenute anche di fronte a quegli ospiti di riguardo, verso i quali si vuole far bella figura.
Capita spesso di vedere cani che abbaiano o chiedono di mangiare mentre i padroni sono a tavola e alla tipica innocente ma provocatoria domanda: «ma oltre ad essere abituati a mangiare come cani, siete anche abituati a dare da mangiare al cane dalla tavola?». «Giammai» è quasi sempre la scontatissima e ovvia risposta, corredata puntualmente da un comportamento opposto del cane che candidamente sbugiarda l’ipocrisia del padrone. Nel momento in cui abituiamo gli animali a un comportamento questi lo terranno sempre, in ogni occasione. La settimana scorsa è arrivata un’amica con il suo pastore tedesco, non certo il padre spirituale, e l’allegro quadrupede è saltato sul divano bianco del salotto, trasformandolo in un divano pezzato. Più che un pastore tedesco, il cane ricordava una mucca svizzera. Il fastidio maggiore è stato la giustificazione che è arrivata: «strano non sale mai sul divano!». Attenzione quindi a quello che consentite ai vostri animali o almeno, di fronte ad un loro inappropriato comportamento evitate di negare, al fine di evitare di apparire, oltre che maleducati, anche bugiardi.
Un’altra cosa da evitare sempre è l’alito cattivo, anche questo è un consiglio che sembrerebbe ovvio ma purtroppo non lo è. Stiamo parlando di alito cattivo degli esseri umani, ben inteso! Se noi possiamo prestare attenzione a questa problematica, evitando cibi pesanti e aglio e cipolla prima di un appuntamento galante o di una riunione di lavoro, al fine di non trasformare l’incontro in una visita alle tanto discusse ma mai ritrovate fabbriche di armi chimiche in Iraq, i nostri amici animali non possono fare nulla per evitare il problema e quindi sono giustificati. Loro sì che sono giustificati, ma non certo il padrone! Anche per loro, flatulenza, alitosi e cattivo odore della pelle sono spesso provocati o amplificati dalle cattive abitudini alimentari. Per molti cani mangiare pesce provoca degli effetti disastrosi a livello di odori, effetti che si ripercuotono con chi magari deve dividere lo spazio con il cane, ancor peggio se trattasi di un viaggio in automobile e di un cane di grande taglia. Ma non è solo una questione di taglie: spesso i cani piccoli sono quelli che riescono a puzzare peggio, magari anche perché vengono maggiormente viziati dai padroni.
La settimana scorsa, in un viaggio all’estero ci siamo trovati in macchina con cinque persone ed un cane. Ad un tratto l’abitacolo è stato invaso da un terribile odore di provenienza sospetta. L’avvenente, cotonata, truccatissima impellicciatissima e formalissima padrona del cane, con finto imbarazzo adduce l’emissione alla povera bestiola iniziando un excursus sui problemi di stomaco del suo barboncino, anzi Bichon Frise. Di fronte ad un fatto di questo tipo passa in secondo piano l’odore, e credeteci, per farlo passare in secondo piano ci vuole davvero qualcosa di terribilmente eclissante, come per esempio l’inadeguatezza della padrona: in primis poteva lasciare il cane a casa sapendo che aveva altre quattro persone in macchina, soprattutto quando il lasciare il cane a casa non avrebbe costituito alcun impiccio. In secondo luogo è estremamente di cattivo gusto, di fronte ad un fatto di questo tipo, dare la colpa al cane in quanto automaticamente tutti hanno associato il fetore all’avvenente e sensuale signora, la cui carica di seduzione è immediatamente stata coperta da una nebbia offuscante. Evitiamo quindi di fronte ad avvenimenti di questo genere di intavolare una conversazione a riguardo, e ancor peggio, in caso di emissioni gassose o incontinenze più o meno evitabili: non diamo la colpa al cane o alle mucche di qualche ipotetico allevamento in zona…in certi casi far finta di niente e modificare le proprie abitudini dall’indomani stesso è la soluzione più elegante!

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