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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DICEMBRE 2009
 


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Confindustria Caserta guarda alla Grecia

Le Pmi lanciano la carica: tutelare marchi e innovazione per sostenere l’export

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Le Pmi lanciano la carica:
tutelare marchi e innovazione per sostenere l’export


Sfruttamento dei diritti di proprietà industriale, ma anche innovazione, competitività e accesso al credito: convegno a San Leucio con Ministero dell’Economia, Seconda Università, Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale e Confindustria Caserta

di Antonio Arricale


Da sinistra: Antonio Della Gatta, il pro rettore della Sun Mario De Rosa, Loredana Gulino, Marco Marzano de Marinis, Gian Maria Piccinelli

La contraffazione, la pirateria e più in generale le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, rappresentano fenomeni in continuo aumento e di portata internazionale. Tali fenomeni inficiano, prevalentemente, i prodotti di alta qualità, ad elevato valore aggiunto di ricerca, innovazione e creatività, che spesso contraddistinguono le produzioni e l'attività delle piccole e medie imprese italiane ed europee. Capita, poi, che molto spesso le Pmi non sono dotate delle competenze per riconoscere, verificare, proteggere, monitorare e difendere la propria conoscenza, il proprio know how, il frutto delle proprie attività di ricerca, in una parola i propri diritti di proprietà intellettuale.
Il problema viene acuito nel momento in cui le stesse piccole e medie imprese - cui il mercato italiano ed europeo va ormai stretto a causa della riduzione dei margini di profitto e dell'elevato numero di competitor - varcano i confini nazionali ed europei per commercializzare i propri prodotti nei paesi extraeuropei. In questi Paesi le Pmi in alcuni casi non riescono ad ottenere le registrazioni dei propri diritti di proprietà intellettuale, in altri casi, pur ottenendoli, non riescono a contrastare efficacemente le azioni di contraffazione a causa della debolezza “intrinseca” di tali diritti.
Sono state queste le problematiche al centro di un interessantissimo convegno (“Lo sfruttamento dei diritti di proprietà industriale da parte delle Pmi: innovazione, competitività ed accesso al credito”), che si è svolto a San Leucio, il 10 novembre scorso, organizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico, dalla Facoltà di Studi Politici “Jean Monnet” della Sun e dall’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (Ompi), con la determinante collaborazione di Confindustria Caserta.


Da sinistra: Manuela Piancastelli, Raffaele Garofalo, Enzo Agliardi e Vincenzo Maggioni

L’iniziativa ha preso spunto - come ha ricordato Marco Marzano de Marinis (Program officer dell’Ompi) - dal Piano biennale nazionale per lo sfruttamento commerciale degli attivi immateriali da parte delle Piccole e media imprese, sottoscritto fra il ministero dello Sviluppo economico e l’Ompi per favorire, appunto, il corretto sfruttamento della proprietà industriale dal parte delle Pmi. E di qui affrontare, poi, tutte le problematiche contingenti che sono sul tappeto. In particolare, dell’accesso al credito che - come ha sottolineato il dirigente dell’Ompi - resta la principale nota dolente della questione. «Se, infatti, la competitività delle imprese è dettata dalla capacità di detenere e gestire gli attivi immateriali, anche l'accesso al credito dovrebbe sottostare alle stesse logiche. Capita, tuttavia - ha detto de Marinis - che se un'impresa prova ad avvicinarsi a una banca con un portafoglio di diritti di privativa industriale si vedrà rifiutare qualsiasi linea di credito basata su tali attivi. É necessario, allora, che banche e istituzioni pubbliche siano coerenti con la rivoluzione economica e sostengano le imprese innovative». Insomma, uno dei punti che fino ad adesso ha rallentato la concessione di finanziamenti è la scarsa conoscenza del sistema di diritti di proprietà intellettuale, né aiuta in tal senso la mancanza di parametri valutativi affidabili. O meglio, questo è vero soprattutto al Sud. Da qui l’azione concertata dal Piano biennale tra il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, finalizzata a compensare questa mancanza con attività e materiali volti a formare imprese, Camere di Commercio, Università e centri di ricerca privati.
Di particolare interesse, inoltre, sono state le rispettive esperienze imprenditoriali portate dagli imprenditori Raffaele Garofalo e Manuela Piancastelli, il primo nel comparto lattiero caseario, la seconda nel vitivinicolo, alle prese rispettivamente con le problematiche della pirateria agro-alimentare, l’uno, e l’affermazione di una reputazione di eccellenza per i prodotti di una piccola azienda, l’altra.
«A livello internazionale nell’agro-alimentare la contraffazione vale quasi la metà del pil del settore - ha lamentato Garofalo - il danno è stimato in 53 miliardi di euro: se si considera che l’Italia è il secondo Paese per prodotti certificati, ben si comprende allora il danno che ne deriva al settore nostrano». Di diverso tenore, invece, le problematiche sollevate da Piancastelli, la cui azienda è costantemente impegnata a lavorare sull’unicità di un prodotto che non fa massa critica, e dunque a valorizzare giornalmente “la forza della differenza”.
Il convegno è stato aperto dai saluti istituzionali di Loredana Gulino (direttore generale del Ministero dell’Economia per la Lotta alla Contraffazione), Antonio Dalla Gatta (presidente di Confindustria Caserta) e Gian Maria Piccinelli (preside della Facoltà di Studi Politici “Jean Monnet” della Seconda Università di Napoli).
Quindi, sul tema “Dal capitale intellettuale al capitale finanziario: i diritti di Proprietà Industriale per l’accesso al credito ed al capitale di rischio”, moderati dal professore Vincenzo Maggioni (preside della Facoltà di Economia della Sun), si sono confrontati Aleardo Furlani (amministratore delegato Innova Spa), Clelia Mazzoni (coordinatrice del dottorato di ricerca “Imprenditorialità ed innovazione” della Sun), Francesco Morgia (dirigente Politiche industriali dell’Istituto per la Promozione Industriale), Tommaso Foglia (direttivo Sviluppo Innova spa) e Amedeo Giurazza (ad Vertis Sgr).
Moderati dal giornalista Enzo Agliardi, le conclusioni dei lavori sono state tratte dal docente della Sun Mario Mustilli: «I marchi e i disegni industriali - ha detto - sono patrimonio fondamentale in una articolazione industriale come la nostra che vive su certi settori particolari. Certo, negli ultimi tempi sono stati fatti notevoli passi in avanti per la loro tutela, ma dobbiamo essere bravi noi, università e imprenditori, a saper trasformare le idee in progetti concreti».

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