Nuovo progetto di rilancio
e sviluppo per la ex Cdi
Sarno: «PiÙ impegno
per l’Irpinia,
il Governo sostenga le Pmi»
Comunicare la banca,
le iniziative del Tavolo
Abi-Confindustria Avellino
Contro la crisi bisogna
connettersi a nuovi scenari
di Filomena Labruna
Sarno: «PiÙ impegno
per l’Irpinia,
il Governo sostenga le Pmi»
Al Ministro Sacconi il presidente di Confindustria Avellino sottolinea la necessità che vengano
create condizioni di rilancio dello sviluppo che passano anche per le politiche attive del lavoro
Lo Statuto del Lavoro e quello dell'impresa,
insieme ad un
alleggerimento del carico fiscale e contributivo
sul lavoro, sono strade obbligate per costruire un’economia moderna
Da sinistra: Silvio Sarno, Cosimo Sibilia e Maurizio Sacconi
«Statuto del lavoro, Statuto dell'impresa, insieme ad un alleggerimento del carico fiscale e contributivo: sono questi i pilastri di una moderna economia. È giunto il momento di attuare le riforme del Libro Bianco sul futuro del modello sociale». Sono queste le parole del numero uno degli industriali irpini, Silvio Sarno, nel rivolgersi al Ministro Maurizio Sacconi in visita ad Avellino. Ed è proprio dall'azione del Governo nazionale che il sistema imprenditoriale irpino si attende molto: «Abbiamo bisogno di strumenti sempre più adeguati - ha affermato Sarno - per uscire dalla tenaglia di una crisi che, se lascia intravedere qualche esile spiraglio di superamento, provoca quotidianamente i suoi effetti nefasti, spesso poco conosciuti, ma che comunque pesano su un’economia come la nostra».
Interpretando il pensiero e lo stato d’animo della parte attiva del sistema produttivo irpino, Silvio Sarno, presidente dell’Unione Industriali di Avellino, ha evidenziato, rivolgendosi all’esponente di Governo, l'atteggiamento di grande e compiuta responsabilità che gli imprenditori della provincia hanno assunto rispetto al travaglio della crisi. «Pesano molte incertezze sul sistema produttivo provinciale - ha dichiarato il presidente della Confindustria - ma siamo davvero convinti che le donne e gli uomini che operano nelle nostre aziende siano un vero patrimonio che va difeso e ampliato». Il rapporto umano, dunque, come snodo fondamentale per affrontare le situazioni di difficoltà. «Questo comportamento - ha sottolineato Sarno - ha la sua più evidente espressione nel mantenimento dei rapporti di lavoro col personale aziendale, anche se è alquanto massivo, e come mai verificatosi in precedenza, il ricorso agli ammortizzatori sociali, per il momento soprattutto quelli classici (Cig e Cigs) e quelli in deroga». Resta forte la preoccupazione, però, che, in assenza di una più incisiva azione di alleggerimento dei carichi della crisi, si possano registrare sentimenti di stanchezza e sfiducia. Sarno ha sollecitato una riflessione sui dati economici fino al 2007, sottolineando quanto importante sia stata la crescita del territorio e quanto specifico e rilevante sia stato il contributo di piccole iniziative produttive alla realizzazione della ricchezza provinciale. E a riguardo ha sottolineato: «Non vorremmo disperdere questo patrimonio, anzi lo vogliamo più forte e caratterizzante, anche con politiche di integrazioni che sappiano mettere a sistema le dotazioni agricole, le capacità manifatturiere, l'apporto dei servizi reali e la dinamicità e l'intraprendenza dei nostri artigiani». L’intervento di Silvio Sarno è stato caratterizzato da un moderato ottimismo: «Noi siamo convinti che usciremo dalla crisi. Abbiamo però forte incertezza su come ne usciremo. Non vorremmo, in particolare, che la più piccola iniziativa fosse sacrificata per un'assenza di tempistica nell'attuazione di misure idonee». Sarno ha espresso queste preoccupazioni lanciando un messaggio positivo al Governo nazionale: tutte le azioni e le risorse rivolte a preservare e a rilanciare l'apparato produttivo incontrano, anche in Irpinia, un tessuto fertile, voglia di fare, capacità operative, che sanno trasformare un aggiornato intervento pubblico in economia, in ricchezza per l'intera comunità. Il Governo ha guardato ai fenomeni emergenti e ha opposto ad essi misure specifiche: la cassaintegrazione in deroga, per esempio, oppure le modalità di calcolo dell'utilizzo della Cig. «Ma è pur vero - ha evidenziato il presidente - che è sempre presente in questa subdola crisi economica il pericolo che le iniziative governative non riescano a penetrare la soglia di una puntuale attuazione nella piccola e piccolissima dimensione d'impresa o ad assicurare i lavoratori ad impiego temporaneo». Pertanto, per Sarno è giunto il momento di porre mano a più ampie riforme del mercato del lavoro e delle politiche attive. «Tantissimo dipenderà dalle condizioni in cui l'impresa opererà. É giunto il momento di attuare le riforme del Libro Bianco sul futuro del modello sociale». Quindi, la pressante richiesta è quella di porre mano allo Statuto del lavoro. «Solo guardando all'universalità delle garanzie, alla cosiddetta flexsecurity - ha sottolineato il presidente Sarno - è possibile creare quelle condizioni a che la flessibilità non scada in precarietà e creare quel vincolo forte e indissolubile tra nuovi lavori e nuovi modelli organizzativi d’impresa che tanto serve anche al Mezzogiorno». Anche a questi nuovi modelli si affida la speranza di abbattere la consistente disoccupazione strutturale delle aree provinciali che priva tanti giovani di possibilità di esprimersi e le vie di progresso di un fondamentale apporto delle nuove generazioni. E ancora: «Non servono pesanti normative che volendo tutelare tutto non garantiscono niente e creano solo imbarazzo e responsabilità non dovute in capo alle imprese. Serve invece un quadro snello, stabile e lineare nelle sue enunciazioni». Dunque, Statuto del Lavoro, Statuto dell'impresa, insieme ad un alleggerimento del carico fiscale e contributivo sul lavoro sono strade obbligate per costruire un’economia moderna. «La strada pertanto è tracciata, bisogna solo operare celermente - ha avvertito il presidente degli industriali irpini - perché, se realizzate, queste riforme sapranno invogliare anche nel Mezzogiorno la libera iniziativa economica e scoraggiare qualche decisione di delocalizzazione o di abbandono». «Su questi obiettivi - ha aggiunto - dovrà essere impegnato il Governo nazionale, ma anche i singoli Enti locali che spesso mostrano il fiato corto rispetto ad aperture tanto proclamate ma sempre puntualmente smentite».
C'è una responsabilità in più in questa crisi che riguarda anche il mondo associativo. Il presidente di Confindustria Avellino ha evidenziato che nelle aree più industrializzate del Nord anche il piccolo imprenditore è ormai consapevole che non basta più lavorare 13/14 ore nella propria azienda, ma che la partecipazione associativa è parte integrante dell’impegno imprenditoriale. «Questo impegna anche Confindustria Avellino - ha affermato il Silvio Sarno - a rendere più evidente questo bisogno da noi ancora latente e impegna anche le altre associazioni su nuovi modelli di partecipazione e di servizi offerti». «Impone alle associazioni - ha concluso - nel loro insieme di essere sempre più coinvolte nei processi decisionali che riguardano il territorio, le politiche di contesto e soprattutto di delineare nuovi percorsi negli ambiti propri in cui si esprimono con specifiche responsabilità».
Sacconi: «Basta assistenzialismo,
il Sud ce la puÒ fare da solo»
Presentato il Libro Bianco sul futuro del modello sociale
di Filomena Labruna
Il Ministro
Maurizio Sacconi
Centralità dell’industria e necessità di valorizzare il comparto con misure specifiche riguardanti nuove infrastrutture, formazione di alta qualità, fiscalità di vantaggio. Ma anche attenzione al sistema socio-sanitario integrato. Sono i temi affrontati dal Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, che ha fatto tappa ad Avellino lo scorso 16 novembre, in occasione del convegno “Il nuovo welfare: un impegno per le aree meridionali”, dove l’esponente del governo Berlusconi ha presentato il Libro Bianco sul futuro del modello sociale.
All’incontro hanno preso parte Cosimo Sibilia, presidente della Provincia di Avellino; l’assessore provinciale al Lavoro, Giuseppe Solimine; Silvio Sarno, presidente di Confindustria Avellino; Mario Melchionna, segretario generale della Cisl irpina e Donato Cataldo, presidente Consorzio Servizi sociali Alta Irpinia.
«Basta assistenzialismo, il Sud ce la può fare da solo»: è il messaggio che il Ministro Sacconi ha lanciato ad Avellino in occasione del convegno sul nuovo welfare.
«Il Mezzogiorno deve uscire dalle lamentazioni - ha affermato Sacconi- e far fruttare le risorse che noi siamo pronti ad erogare». Il Ministro ha annunciato che si sta mettendo a punto un progetto che farà della Campania la piattaforma logistica del quarto mercato mondiale, quello del Mediterraneo. Una sfida, quella del Sud e dell’Irpinia, che secondo il rappresentante del Governo Berlusconi si gioca su alcuni fattori fondamentali: l’eliminazione della “fiscalità di svantaggio”, la realizzazione di una logica di rete, il ricorso al know how organizzativo per le Piccole e medie imprese, la riconversione del sistema socio-sanitario per dare più servizi e meno tasse ai cittadini, la creazione della piattaforma del nuovo mercato internazionale che metta il Mezzogiorno al centro del Mediterraneo. Le osservazioni di Sacconi hanno investito anche le questioni locali.
Grande apprezzamento è stato espresso sull’iniziativa della Provincia di stanziare 700mila euro per il sostegno alle famiglie colpite dalla crisi. Mentre sui Fas, il Ministro ha garantito: «Tutte le opere cantierabili saranno finanziate». Tuttavia per Sacconi, lo sviluppo e l’attrattività di un territorio non passano solo per lavoro e industria: «fondamentale - ha dichiarato - è anche il sistema socio-sanitario-assistenziale integrato che metta al centro la persona».
Ed ancora: «É importante puntare sulla formazione, meglio definibile come apprendimento, purché sia in grado di formare alti profili professionali».
Osservazioni che sono state riprese e condivise dall’assessore provinciale al Lavoro, Giuseppe Antonio Solimine. Dal canto suo, il presidente del Consorzio Servizi sociali Alta Irpinia, Donato Cataldo ha sottolineato la necessità di organizzare la sanità e i servizi sociali sul territorio, puntando anche alla stabilizzazione del personale precario. Nel contesto della crisi, l'amministrazione provinciale si è posta in posizione di ascolto.
«Perchè riteniamo - ha spiegato il presidente della Provincia, Cosimo Sibilia - che sia questo sia il primo importante passo di un lungo cammino che deve portarci fuori dalla crisi».
Infine il sindacato ha chiesto al Governo di promuovere un nuovo “patto fiscale” con le parti economiche e sociali e le categorie professionali interessate per ridurre la tassazione sul lavoro. |
|