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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DICEMBRE 2009
 


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Veicoli ibridi solari: la “ricerca”
presso l’UniversitÀ di Salerno continua


Farmaci e profilassi


Farmaci e profilassi

Qualche breve riflessione sul risvolto sociale dei vaccini contro le malattie dimenticate

Gianluigi Coppola
Ricercatore universitario
glcoppola@unisa.it

Il vaccino è un particolare farmaco che, non curando un malanno o una condizione di dolore preesistente, può essere assimilato ad un investimento ossia ad un’assicurazione che l’individuo contrae per evitare un evento negativo per la sua salute.
In prima istanza, si può affermare che la domanda di vaccini dipenda da quattro fattori: prezzo del vaccino; probabilità di incorrere in effetti collaterali ad esso collegati; reddito dell’individuo e rischio di contrarre il virus. I primi due fattori influenzano negativamente la domanda di vaccino, mentre le altre due variabili collegate al reddito e alla percezione di contrarre il virus aumentano la probabilità che le persone si vaccinino.
Gli effetti della decisione di vaccinarsi o meno non restano nella sfera privata degli individui, ma hanno ricadute sull’intera comunità. In termini economici tali effetti sono definiti esternalità. Il vaccinarsi riduce la diffusione dell’epidemia perché le persone risultano essere meno contagiose. Inoltre si riducono i costi di cura (che potrebbero essere più alti del costo del vaccino) e i costi indiretti dovuti ala perdita di giorni di lavoro o di giorni di scuola da parte degli studenti. Poiché è presente questo importante contenuto sociale del vaccino, la vaccinazione può anche essere facoltativa, raccomandata, oppure obbligatoria e può essere gratuita, o parzialmente gratuita per una parte o per l’intera popolazione.
Pertanto, all’aumentare del numero di contagi, e di rimando della paura di essere contagiati, aumenta la domanda di vaccini, e al contempo con l’incremento del numero di vaccinati diminuisce il numero di contagi. L’equilibrio si ha sempre in un punto in cui vi sono sia contagiati, sia vaccinati. In altri termini, se la vaccinazione è facoltativa, le persone si vaccinano quando vi sono contagiati, e allora l’aumento del numero dei vaccinati riduce il numero dei contagi. Nel caso di vaccinazione obbligatoria, il numero dei vaccinati è la totalità della popolazione mentre il numero dei contagiati è pari, o prossimo allo zero.
Ma i vaccini dividono il mondo, ossia si possono distinguere nel nostro pianeta due mercati del vaccino, o meglio “un mercato” ed un “non mercato”. Nei paesi poveri, dove il reddito pro capite è molto basso, non vi è una domanda di vaccini nè da parte della popolazione né da parte dei governi di quei Paesi contro le malattie e le epidemie. Per molte epidemie, come la malaria e la TBC, sconfitte nei Paesi sviluppati ma diffuse soprattutto nel terzo mondo, la scarsa domanda di vaccini non costituisce uno stimolo per le imprese farmaceutiche ad investire, a produrre e/o a commercializzare i vaccini relativi. In questo caso il problema consiste nel creare un mercato, ossia nell’incentivare le case farmaceutiche a produrre i vaccini. Problema che non riguarda solo le nazioni colpite sia perché in un mondo sempre più globalizzato i danni di una nazione si ripercuotono anche sulle altre sia, e soprattutto, perché lo sviluppo economico e sociale inizia quando si considerano le persone come fine e non solo come mezzo.
Esistono diverse proposte di programmi diretti a ”creare” un mercato per i vaccini contro la diffusione delle malattie dimenticate. Un esempio è la proposta avanzata da un gruppo di ricercatori del Center for Global Development di Washington. Il meccanismo proposto funziona nel seguente modo. Per un determinato vaccino, un ente che funge da sponsor - ad esempio un’organizzazione internazionale - si impegna ad acquistare un certo numero di dosi ad un prezzo minimo unitario stabilito ex ante. In tal modo si garantisce un ritorno economico sicuro alla impresa farmaceutica che decide di produrre quel vaccino. Al di sopra di tale quantitativo minimo, la casa farmaceutica - pur venendosi a trovare in una condizione di monopolio - si impegna a vendere il vaccino ad un prezzo concorrenziale, ossia basso, al fine di rendere il vaccino accessibile anche da parte delle persone più povere.

 

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