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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2007
 


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Chapeau - I suggerimenti enogastronomici di CostoZero

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La crisi della competitivitÀ

L’intervista a LUIGI NICOLAIS - Non basta spostare la frontiera della conoscenza

L’intervista a FRANCESCO FEDI - Uno spazio comune per la ricerca in Europa

L’intervENTO DI MAIO RAFFA - Cresce l’impegno del sistema Campania


Non basta spostare
la frontiera della conoscenza


Ministro, perché in Italia non si riesce a mettere a sistema università ed imprese con effetti sinergici?
Nel nostro Paese esiste la concreta possibilità di accedere a fondi cospicui, in qualche caso anche a fondi per spin-off, ma non c'è alcuna volontà di coprire quel gap che esiste dal momento in cui si mette a punto un trovato al momento in cui questo diventa ingegnerizzato.
Stabilire con certezza se una ricerca è capace di portare a un prodotto o a una tecnologia nuova, da immettere sul mercato e vendere, è un passaggio di importanza cruciale, purtroppo ancora trascurato nel nostro Paese, contrariamente a quanto si verifica altrove dove a questa fase è destinata molta attenzione.
Al contrario, pensare di dar vita - come spesso accade in Italia - a degli spin-off partendo direttamente dalla sola ricerca può generare grandi delusioni.
Una delle cause dell'elevata mortalità degli spin-off è data proprio dal fatto che questi spesso nascono troppo presto, molto prima che sia stata effettivamente testata la validità della nuova idea.
Negli ultimi anni investire di più nella ricerca è diventata una priorità per il nostro Paese, e con essa determinanti sono diventate l'esigenza di aggregarsi meglio e la necessità di un'attenzione maggiore ai risultati. Non è raro, infatti, che ancora oggi molti ricercatori pubblichino lavori di elevato livello e pregio scientifico principalmente per spostare la frontiera della conoscenza, senza che poi i risultati raggiunti vengano sfruttati adeguatamente a livello industriale. Viene da sé che concepita in questa ottica la ricerca scientifica è poco fruttuosa.

Sembra però che questa mentalità stia lentamente segnando il passo.
Sì, e molto. Lo scorso anno abbiamo avuto nel nostro Paese più di 400 spin-off da ricerca, un numero maggiore di quanti non ne abbia prodotti l'Inghilterra. È un risultato sicuramente importante. Anche se non tutti gli spin-off riusciranno a sopravvivere, la loro creazione di per sé è già testimonianza valida del dinamismo italiano degli ultimi anni nel campo della ricerca scientifica e tecnologica.
Senza reticenze possiamo dire che si è aperta una stagione nuova, un processo di sviluppo che ci auguriamo prosegua con profitto.

Nei mesi scorsi lei si è recato più volte negli Stati Uniti per incontrare importanti aziende americane e indirizzare l'attenzione di queste società verso il nostro Paese, soprattutto verso la Campania. Ci sono sviluppi positivi in tal senso?
Le missioni del Governo oltreoceano nascono da un rilievo certo: la nostra imprenditoria ha bisogno di un supporto forte, ha bisogno di nuovi imprenditori di grandi dimensioni capaci di creare una subcommittenza consistente. Quando porto la Boeing in Campania non lo faccio con la speranza che questa multinazionale crei posti di lavoro, ma nella convinzione di dare vita a un sistema di subcommittenza di fornitura come succede anche in altri paesi, ad esempio in Corea, Giappone o Spagna.
La grande impresa sul territorio non solo serve a occupare direttamente persone, ma - come dicevo - a creare subcommittenza e collegamenti.
Al riguardo ci sono i primi importanti traguardi.
Gli incontri presso la sede della Microsoft a Redmond (Seattle) con il Presidente della Business Division Jeff Raikes ci hanno infatti consentito di prendere accordi per interessanti forme di collaborazione.
Infatti, con il Ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi, insieme all'amministratore delegato della Microsoft, Marco Comastri, abbiamo sottoscritto un protocollo d'intesa che prevede un rapporto di collaborazione che ha come obiettivi principali la formazione, il trasferimento tecnologico e la facilitazione di progetti di ricerca.
In particolare il protocollo prevede la costituzione di tre Centri per l'Innovazione nelle Regioni Piemonte, Campania e Toscana, per lo sviluppo di attività basate sulle tecnologie Microsoft. Questi centri avranno in primis l'obiettivo di sviluppare, in collaborazione con Università e Regioni, soluzioni applicative innovative, coinvolgendo anche le società italiane che sviluppano in open source; in secondo luogo, essi serviranno a rafforzare la cooperazione già avviata per definire un modello di “scuola del futuro” basato sul principio dell'insegnamento attraverso piattaforme e moduli formativi digitali ed il rilancio dell'iniziativa per realizzare un progetto pilota consistente nella totale modernizzazione e riorganizzazione di un ufficio della PA centrale. Infine questi centri dovranno dar vita a un gruppo di lavoro pubblico-privato, aperto a tutti gli interessati, per affrontare insieme i vari problemi dell'interoperabilità nella Pubblica Amministrazione.
C'è poi anche qualche altra buona occasione all'orizzonte, in particolare per la nostra regione.
L'Accenture ad esempio, azienda leader nella consulenza direzionale, l'Information Technology e nei servizi alle imprese, ha individuato la Campania come territorio interessante per le sue attività. Credo si possa quindi ben sperare.
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