Gli interporti
come base strategica
Francesco Saverio COPPOLA
Direttore Associazione SRM
segreteria@srmezzogiorno.it
Una ricerca e un convegno di SRM
sul comparto logistico nel Mezzogiorno
Sull'onda dei numerosi consensi ottenuti con il lavoro su “Le vie del mare: lo sviluppo del sistema portuale meridionale nel contesto internazionale”, l'Associazione SRM (soci fondatori: Banca OPI, Compagnia di San Paolo, Intesa Sanpaolo, Istituto Banco di Napoli - Fondazione, Sanpaolo Banco di Napoli e Sanpaolo IMI Investimenti per lo Sviluppo) ha effettuato una nuova ricerca sul tema della logistica integrata, che sarà presentata nella sede dell'ABI a Roma il prossimo 28 giugno nel corso di un convegno che riunirà i principali stakeholders del settore per discutere del ruolo della logistica come leva nella sfida della competizione globale. Come evidenziato dalle analisi svolte i rapidi e profondi cambiamenti nella geografia economica mondiale hanno comportato il sensibile aumento della mobilità di flussi commerciali sulle grandi distanze, a fronte dei quali il modello logistico italiano mostra ancora ritardi dal lato sia della domanda che dell'offerta. Riguardo al primo aspetto, si evidenzia una logistica ancora poco vista come “servizio” da richiedere all'esterno, ma collocata all'interno delle strutture aziendali stesse, specie nei settori dell'industria manifatturiera e commerciale. Basti pensare che nel nostro Paese, secondo i dati del 2002, l'attività di trasporto viene svolta per il 49% in conto proprio e per il 51% in conto terzi; la logistica per l'85% in conto proprio e solo per il 15% da imprese del settore. Si rende quindi necessario intervenire sulle cause strutturali che impediscono in Italia, quarto mercato logistico europeo, un più ampio ricorso all'outsourcing dei servizi logistici, creando un sistema di incentivi per favorire la terziarizzazione così da realizzare un doppio binario di sviluppo: da una parte, un risparmio di costi per l'impresa manifatturiera e, dall'altra, la crescita dell'impresa logistica. Dal punto di vista dell'offerta, invece, le principali penalizzazioni sono individuabili nell'eccessiva frammentazione del tessuto imprenditoriale e nell'ampio ricorso al trasporto su strada, per cui la logistica si presenta poco orientata al trasporto intermodale e diretta quindi verso un servizio di piccolo taglio, al servizio dei mercati locali intraregionali o al massimo interregionali. Trasformandosi da semplice servizio di trasporto a ciclo integrato, la logistica moderna presuppone invece l'esistenza e la funzionalità di un sistema intermodale, che trova nell'interporto la struttura che meglio riflette le attuali tendenze evolutive. Il suo ruolo di terminale consente infatti di concentrare i flussi di merci per poi ottimizzare i percorsi mediante l'uso specializzato di differenti mezzi, in modo da ridurne l'incidenza economica complessiva. Ma all'interno dell'interporto la merce non viene solo movimentata: le attività logistiche si integrano con quelle di produzione e commercializzazione conferendole nuovo valore aggiunto. Al contrario in Italia i container che transitano nei porti italiani senza nemmeno uscire dalla cinta doganale, cioè senza effettuare stoccaggi o manipolazioni della merce, equivalgono a ben 4,5 milioni di Teus. L'interporto potrebbe quindi fornire al porto proprio quegli spazi aggiuntivi di cui abbisogna senza trascurare, inoltre, che la gestione articolata di un sistema di prestazioni aggiuntive, rivolti non solo alle merci, ma anche ai mezzi e alle persone, spinge gli operatori logistici ad aggregarsi, favorendo così la costituzione di poli integrati per attività terziarie specialistiche. Occorrerebbe anzi provvedere all'individuazione di veri e propri distretti logistici in cui, grazie alla condivisione di servizi e strutture, si creino le condizioni necessarie per il raggiungimento di economie di scala e di scopo.
Anche per tale motivo appare urgente ridefinire la normativa del settore portuale e interportuale canalizzando i fondi disponibili, seppur di dimensione modesta, verso quelle opere che hanno saputo dimostrare nel tempo una significatività logistica nonostante le diseconomie territoriali esistenti, in particolare nel Sud.
Il Mezzogiorno vanta l'esistenza di interporti e realtà logistiche che meriterebbero maggiore incisività nell'ambito della definizione di politiche di sviluppo per il comparto. In particolare occorrerebbe favorire la loro integrazione con i porti che da tempo stanno auspicando la realizzazione di infrastrutture rivolte a sopperire a problemi di saturazione degli spazi. Alcune realtà meridionali stanno già procedendo in questa linea di azione, altre giustificherebbero di meno la presenza di un interporto.
|