Il controllo degli organismi geneticamente modificati
a cura dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico - ISPESL
di L. Casorri, E. Sturchio, M. Mariani
Dipartimento Insediamenti Produttivi e Interazione con l’Ambiente
Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro
Passi in avanti su tracciabilità ed etichettatura,
ma ancora troppe resistenze
da parte dell’opinione pubblica
Le biotecnologie, secondo la classificazione OCSE, sono definite come l'applicazione della scienza e della tecnologia agli organismi viventi, o a parti di essi, per ottenere beni e servizi al fine di migliorare la qualità della vita dell'uomo attraverso la messa a punto di nuovi metodi diagnostici e terapeutici, la formulazione di nuovi farmaci e la realizzazione di nuovi prodotti industriali e alimentari, inclusi gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM). Nonostante oggi le piante geneticamente modificate (mais, soia, cotone e colza) siano coltivate sempre più diffusamente nel mondo, l'opinione pubblica manifesta forti perplessità verso le innovazioni introdotte nel settore agro-alimentare dagli OGM. Le controversie sugli OGM hanno indotto l'Europa a elaborare un quadro normativo che ne regolamenta sia il rilascio nell'ambiente (Direttiva (CE) del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 18/2001 del 12/03/2001 e D.Lgs. 8/07/2003, n. 224, attuazione Direttiva 2001/18/CE), sia l'utilizzazione nell'alimentazione umana e animale (Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio N. 178/2002 del 28/01/2002 e Regolamento (CE) del Parlamento Europeo e del Consiglio N. 1829/2003 del 22/09/2003). Le normative comunitarie definiscono i criteri di tracciabilità e di etichettatura per alimenti e mangimi derivanti dalla lavorazione di OGM, stabilendone i limiti percentuali di presenza e fornendo una adeguata informazione al consumatore sull'eventuale presenza di OGM e derivati (Regolamento (CE) del Parlamento Europeo e del Consiglio N. 1829/2003 del 22/09/2003 e Regolamento (CE) del Parlamento Europeo e del Consiglio N. 1830/2003 del 22/09/2003). Una corretta etichettatura deve indicare sia la presenza di OGM in un alimento o mangime, sia la derivazione da OGM dei loro ingredienti, in base a soglie di tolleranza dello 0,9% per quelli autorizzati e dello 0,5% per quelli con il solo parere positivo dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio N. 178/2002 del 28/01/2002), in modo da salvaguardare sia gli interessi dei produttori, sia il principio della scelta consapevole per il consumatore. Ai fini dell'etichettatura, la rilevazione degli OGM negli alimenti è divenuta una esigenza inderogabile e è di fondamentale importanza ottimizzare tecniche analitiche di tipo qualitativo e quantitativo. Queste complesse tematiche sono state oggetto di studio da parte dei ricercatori del Dipartimento Insediamenti Produttivi ed Interazione con l'Ambiente (DIPIA) dell'ISPESL. Il DIPIA fornisce supporto tecnico-scientifico alla Commissione Interministeriale di Valutazione per le Biotecnologie, istituita presso il Ministero dell'Ambiente, per l'applicazione delle normative europee sugli OGM. Il DIPIA ha coordinato il progetto finalizzato, finanziato dal Ministero della Salute, “Metodi innovativi per il controllo e la tracciabilità di OGM ed alimenti contenenti OGM”. Nel progetto sono state messe a confronto le tradizionali tecniche analitiche con nuove metodologie di genomica, proteomica e metabolomica per rilevare la presenza di OGM negli alimenti e nei mangimi e per evidenziare le possibili alterazioni che si possono verificare nell'OGM a causa dell'inserimento del transgene. I risultati del progetto sono stati presentati in un Workshop organizzato dall'ISPESL/DIPIA, tenutosi a Roma il 27 marzo. Lo studio di una filiera alimentare di produzione della lecitina di soia transgenica Roundup Ready ha consentito di valutare l'influenza del processo industriale sulla percentuale di OGM dalla materia prima al prodotto finito, la tracciabilità lungo la filiera e lo stadio di lavorazione più idoneo per la verifica degli obblighi di etichettatura. Sono stati inoltre illustrati prototipi di biosensori, rapidi, economici e miniaturizzabili per rilevare gli OGM negli alimenti e metodi analitici alternativi per evidenziare le modificazioni genetiche e metaboliche causate dall'inserimento del transgene in piante trasformate. Gli esperti del settore hanno contribuito a definire un quadro complessivo sullo stato della ricerca biotecnologica e dell'agricoltura biotech in Europa ed in Italia e dal raffronto sono emerse le numerose difficoltà di allineamento del nostro Paese nell'ambito della ricerca sugli OGM. L'attuale ricerca scientifica sugli OGM appare rivolta allo sviluppo di nuove metodologie che consentano di incrementarne la fiducia da parte dell'opinione pubblica nei confronti degli OGM e di ridurne l'impatto ambientale. É auspicabile pertanto una maggiore valorizzazione dei risultati della ricerca biotecnologica al fine di evidenziare le conoscenze finora acquisite, svilupparne di nuove ed avviare un confronto sul tema degli OGM e della sicurezza alimentare basato su criteri scientifici e non emozionali.
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