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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2007
 


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Infrastrutture e sviluppo dei sistemi locali

Infrastrutture, senza rete non si cresce

I futuri prefetti incontrano gli imprenditori

L’edilizia del domani È “bio”

Infrastrutture, senza rete non si cresce
di Raffaella VENERANDO

Lo scorso 21 maggio - nel corso del convegno dedicato all'evoluzione del trasporto pubblico locale organizzato dal Gruppo Trasporti e Logistica di Confindustria Salerno presieduto da Domenico De Rosa - gli imprenditori del settore hanno lanciato un vero grido d'allarme. L'incontro, avviato dal presidente di Confindustria Salerno Andrea Prete, ha visto la partecipazione di numerosi relatori chiamati a discutere delle criticità e delle opportunità di sviluppo del settore, tra cui il vice presidente del Gruppo Bartolomeo Lettieri; Francesco D'Acunto, componente consiglio direttivo ASSTRA; Nicola Biscotti, presidente ANAV; Mario Lettieri, Sottosegretario Ministero dell’Economia e delle Finanze; Domenico Mazzamurro, direttore dell'Agenzia Campana per la Mobilità e Andrea Annunziata, Sottosegretario Ministero dei Trasporti. Tutti concordi nel ritenere che il settore del trasporto pubblico locale viva un momento difficile a causa delle continue proroghe, della carenza di infrastrutture, dell'incidenza dei costi (di gestione, personale, parco macchine) sul bilancio degli operatori del settore; del mancato riconoscimento dei diritti e delle regole; dell'esigua entità delle risorse destinate al settore e la ripartizione delle stesse tra le aziende titolari di contratti di servizio gli aspetti. Per dare impulso al comparto e garantire lo sviluppo sostenibile di un sistema integrato dei trasporti, una soluzione condivisibile da tutti i soggetti coinvolti sembra esserci: potenziare le sinergie pubblico-privato, dare vita a consorzi, mettere in rete le infrastrutture. Solo così il settore potrà ritornare ad essere strategico per la crescita socio-economica dell'intero territorio.


cstozeroOnorevole, su quali priorità infrastrutturali del territorio salernitano si sta concentrando l'attività del Governo?
Mi sento di dire, senza timore di smentite, che da quando questo Governo è in carica i tempi di realizzazione delle opere infrastrutturali hanno subito una decisa accelerazione rispetto al passato, anche se la globalizzazione non ci consente pause o tentennamenti per cui ancora bisogna “spingere” forte. Nel Piano Generale della Mobilità del Ministero dei Trasporti presentato nei giorni scorsi, la città di Salerno è indicata come territorio privilegiato poiché è una delle poche aree che racchiude in sé le quattro modalità del trasporto: su ferro, gomma, via mare e via aerea, ma l'esplosione dei benefici per l'economia provinciale potrà aversi solo se si riuscirà a portare avanti un lavoro d'insieme. Le intelligenze non mancano. Numerosi sono gli interpreti dell'impresa pronti a raccogliere questa sfida da vincere, assolutamente, se vogliamo tenere alta la competitività.

Largo quindi all'iniziativa privata?
È evidente che i privati debbano avere una parte importantissima nel potenziamento della rete infrastrutturale provinciale. È necessario che lo Stato avvii un confronto programmatico con questi soggetti limitandosi a costruire le infrastrutture di collegamento tra le opere. Dobbiamo muoverci veloci, seguendo l'esempio della Spagna.

cstozeroPresidente, perché a livello locale gli operatori della logistica e quelli del trasporto scontano una situazione molto difficile?
I punti di forza di un comprensorio sono inevitabilmente connessi alla rete infrastrutturale al servizio della mobilità di cose e persone. Non è sufficiente disporre di varie e necessarie infrastrutture. Quello che è indispensabile è la “messa in rete” di queste. Se non c'è la rete, non possono funzionare a regime le infrastrutture.
Il caso salernitano è esemplare sotto il profilo dei ritardi e delle difficoltà che restano da colmare.
Porto-Interporto-Aeroporto non possono dare il vero valore aggiunto al territorio in termini di integrazione strutturale e logistica senza avere alle spalle un'adeguata rete di collegamenti.
Si tratta di uno scenario di estrema rilevanza, che può far preferire agli investitori un territorio rispetto ad un altro. La messa in rete è pertanto il pre-requisito fondamentale per consentire alle aziende locali quel salto di qualità verso l'internazionalizzazione che è unanimemente considerata l'unica via di sviluppo perseguibile: accedere senza difficoltà ed a costi competitivi al più ampio insieme di mercati esteri.

Quali allora sono secondo lei gli interventi indispensabili per ridare impulso al settore?
Bisogna innanzitutto attivare una visione d'insieme: non possono bastare provvedimenti sporadici, episodici e non organicamente coordinati. Certezza delle risorse disponibili; disegno chiaro e concreto delle linee di intervento; tempi celeri sotto il profilo tecnico-amministrativo, queste le assolute priorità.

cstozeroGli operatori del trasporto pubblico locale lamentano da tempo scarsi investimenti.
Per il comparto è necessaria una nuova politica industriale in grado di programmare gli interventi dovuti secondo una visione di sistema. Oggi sopravvive per il settore un'impostazione di tipo culturale che pone operatori economici, mondo sindacale, società civile ed enti competenti in una rete di interrelazioni non fondata sul rispetto dei reciproci diritti e doveri, ma al contrario basata su logiche prive di regole certe da applicare.

Quali in particolare le criticità del settore?
Prima fra tutte la mancanza di un corpo normativo organico che disciplini la materia delle diverse modalità di trasporto alla luce di concetti quali l'intermodalità e l'integrazione tariffaria. L'affidamento dei servizi di trasporto tramite gara pubblica nel rispetto dei principi di concorrenza per il mercato pone la necessità di fissare dei paletti in termini di risorse da destinare per sostenere i costi di esercizio e quelli di investimento responsabilizzando tutti i soggetti coinvolti. Altro problema spinoso è quello del riconoscimento dei corrispettivi.
Nel settore della gomma, i contributi di esercizio sono fermi al 1996 e non vi è stato un adeguamento dei corrispettivi contrattuali agli indici Istat. Questo ha limitato fortemente la regolare attività delle aziende di trasporto pubblico locale. In più, il costo del gasolio - che da solo incide per oltre il 30% - sommato a quello del personale rendono ancora più oneroso l'esercizio di chi fa impresa in questo comparto. Per farvi fronte è necessario promuovere la nascita di tavoli interistituzionali di stampo locale che costituiscano un momento di confronto permanente tra gli operatori del settore, mondo sindacale, società civile e istituzioni.

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