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  Dicembre 2012

Articoli n?08
OTTOBRE 2012
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INAIL-Osservatorio della Sicurezza a cura dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico - Dipartimento Processi Organizzativi ex-ISPESL




LE MALATTIE PROFESSIONALI TRA EMERSIONE E PREVENZIONE

DI ADRIANO PAPALE E MARIA CASTRIOTTA Inail - Settore Ricerca, Certificazione e Verific


Le patologie correlate al lavoro rappresentano un rilevante problema di sanità pubblica, che pone come priorità per l'INAIL e per il Servizio Sanitario Nazionale sia l'attuazione di strategie di intervento volte a incidere sulla loro diminuzione, sia azioni per migliorarne la conoscenza.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un significativo aumento del numero di denunce di malattie professionali, dovuto ad una serie di iniziative messe in campo per stimolare l'emersione delle patologie "nascoste" e all'inclusione di nuove patologie tra le cosiddette "malattie tabellate" (quali, ad esempio, i disturbi da movimenti ripetitivi e il sovraccarico biomeccanico). Le denunce di malattie professionali rilevate nel 2011 ammontano a più di 46mila con un aumento di circa il 10% rispetto al 2010 e del 60% rispetto all'inizio dell'ultimo quinquennio.
Nel settore dell'Agricoltura, in particolare, si è rilevato un incremento di circa il 25% sul 2010, con un numero di denunce quasi quintuplicato rispetto al 2007 (cfr. Rapporto Annuale INAIL 2011, Relazione del Presidente, luglio 2012). Consolidare questa tendenza, che va di pari passo con il potenziamento della tutela assicurativa delle malattie professionali, rappresenta quindi un obiettivo prioritario. Rilevante, a tal fine, è l'analisi, in confronto con le denunce, dei casi "riconosciuti" e "indennizzati".
Negli anni passati i tassi di riconoscimento (rapporto tra casi riconosciuti e casi denunciati) erano di circa il 35%, e i tassi di indennizzo (casi indennizzati su casi riconosciuti) di circa il 65%.
Nel 2010 il il tasso di indennizzo al 75%. In questo quadro, un'importante iniziativa nazionale, nata su impulso delle istituzioni e delle parti sociali che siedono nella Commissione Consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro (art. 6 D.Lgs. 81/2008), è costituita dalla campagna nazionale per la prevenzione delle malattie professionali. Lanciata il 4 giugno scorso, il suo obiettivo è quello di stimolare la più ampia acquisizione di conoscenze presso i soggetti chiamati a svolgere un ruolo attivo per la tutela della salute nei luoghi di lavoro: datori di lavoro, lavoratori, responsabili dei servizi di prevenzione e protezione, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, medici (di famiglia, ambulatoriali, competenti).
La campagna costituisce, peraltro, un tassello importante di un più vasto piano di azioni e interventi che mirano ad alimentare il processo della conoscenza culturale e dell'informazione sul tema delle malattie professionali e sulla corretta adozione di misure preventive da parte dei lavoratori e degli imprenditori, il cui coinvolgimento ha un impatto fondamentale sui costi umani e socioeconomici. Le aree di intervento, in questa prima fase, sono state individuate nei disturbi muscoloscheletrici e nelle patologie respiratorie, in relazione ai settori dei trasporti, dell'agricoltura e della grande distribuzione.
Le figure target dell'iniziativa sono costituite dai datori di lavoro, dai lavoratori e dai medici, con una particolare enfasi sui medici di famiglia, che possono svolgere un ruolo importante nell'inf luenzare i comportamenti dei loro pazienti/lavoratori nella promozione di stili di vita salutari e corretti.
La campagna prevede, tra l'altro, l'organizzazione, in tutto il territorio nazionale, di giornate di sensibilizzazione e di corsi di formazione sulle specifiche tematiche di volta in volta individuate. Sul versante dell'approfondimento delle conoscenze scientifiche in materia di malattie professionali, un importante progetto è costituito da Malprof, avviato nel 2000 con l'obiettivo di attivare un sistema di sorveglianza sulle patologie correlate al lavoro in grado di evidenziare anche i "nuovi rischi" lavorativi, ovvero quelle patologie emergenti, eventualmente multifattoriali, che non trovano ancora una loro collocazione all'interno di una classificazione ufficialmente riconosciuta.
Il progetto, coordinato dal Dipartimento Processi Organizzativi dell'INAIL Settore Ricerca, Certificazione e Verifica, prevede la registrazione di tutte le malattie segnalate come "correlate al lavoro" nella popolazione composta da occupati, persone in cerca occupazione, ritirati dal lavoro, a prescindere dal livello di formalizzazione del rapporto di lavoro stesso. Per le segnalazioni pervenute ai Servizi delle ASL non è previsto alcun filtro a priori in base alla qualità dei dati, lasciando ad una fase successiva la possibilità di effettuare opportune selezioni secondo la completezza delle informazioni, soprattutto per la diagnosi e l'anamnesi lavorativa.
I dati inseriti nel sistema informativo consentono di valutare la rilevanza del nesso causale tra la malattia e l'attività lavorativa. Il sistema Malprof costituisce una fonte informativa sia per il monitoraggio delle malattie professionali, sia per la programmazione delle attività dei Servizi delle ASL ed è uno degli strumenti operativi che concorrono alla costruzione del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP), quest'ultimo costituito al fine di (art. 8, comma 1 del nuovo Testo Unico) «…fornire dati utili per orientare, programmare, pianificare e valutare l'efficacia della attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e per indirizzare le attività di vigilanza, attraverso l'utilizzo integrato delle informazioni disponibili negli attuali sistemi informativi, anche tramite l'integrazione di specifici archivi e la creazione di banche dati unificate».
Avviato in una fase pilota come Sistema di sorveglianza sulle patologie correlate al lavoro in Lombardia (a partire dal 1999) e Toscana (dal 2000), vede attualmente 14 regioni impegnate nella raccolta dei dati, per un totale di 17.535 segnalazioni nel 2009 e 17.971 nel 2010.
Tale base dati sarà sintetizzata nel VI Rapporto biennale, attualmente in fase di elaborazione, che verrà presentato nel Convegno Malprof che si terrà a Roma il prossimo 9 novembre. Rispetto al precedente Rapporto, pubblicato on-line all'indirizzo http://www.ispesl.it è raddoppiato il numero di segnalazioni archiviate secondo il modello Malprof, dal momento che praticamente tutte le regioni, 12 delle 14 che contribuiscono al Sistema operano ormai utilizzando i criteri di raccolta e analisi dei nessi causali previsti dal sistema.
L'archiviazione informatica sviluppata per il Sistema consiste in un applicativo webbased accessibile utilizzando una personale coppia di codici (userid/password). Sempre all'interno del progetto, è stato predisposto un pacchetto formativo, secondo la struttura e i requisiti per l'accreditamento ECM, rivolto agli operatori delle ASL e ai referenti regionali.
L'articolazione di questo pacchetto poggia su quattro sezioni base definite da: valutazione della qualità della diagnosi; criteri per l'attribuzione del nesso causale; modello di raccolta delle informazioni e software per il caricamento e la gestione dei dati; ricerca attiva delle malattie professionali. Tali caratteristiche fanno di Malprof un Sistema di sorveglianza attivo e sensibile che consente di far emergere anche delle associazioni tra malattie e nuovi rischi lavorativi, o tra rischi lavorativi e patologie non generalmente considerate di origine professionale, e di pianificare per tempo opportune attività di prevenzione.

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