di Alfonso Amendola Dip. di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione, Università di Salerno - Direttore Artistico "Mediateca MARTE"
SEMPRE VICINA ALLE STELLE Omaggio a Marylin
Aveva un corpo da donna ma un cuore da bambina.
Così era Norma Jean Baker Mortenson ovvero Marylin Monroe (che cinquant'anni fa con un fatale mix di alcol e barbiturici disse addio al mondo).
Questo 2012 è stato totalmente dentro il segno memoriale verso la straordinaria dea della bellezza (ma anche "regina della distrazione" come amava definirsi). Vogliamo ricordarla con una sorta di dialogo immaginario, inevitabilmente, senza risposta.
Un dialogo da "finis terrae". Un dialogo "ad una voce" costruito nell'evanescenza del non detto, nel precipizio del silenzio. Che fai Marylin, piangi? Ti nascondi dietro i tuoi sorrisi e piangi ("Ho una lacrima appesa al mio bicchiere di birra" hai scritto). Che fai Marylin, ti gonfi di psicofarmaci e poi strappi tutte le tue fotografie e poi aspetti una rosa sulla tua tomba e poi giochi la tua ultima partita con "gli spostati" e poi canti con voce estrema vicina al silenzio e poi sprofondi nella vasca da bagno.
Che fai Marylin, scrivi parole disperate su bigliettini occasionali perduta al tavolino di un bar. Che fai Marylin, non hai la forza di dirlo il tuo bisogno di vita e giochi in ruoli mai veramente tuoi ("Guardarlo come un gatto, ma aver paura come un coniglio" hai scritto).
Che fai Marylin, gli adolescenti ti conservano attaccata al muro insieme ai poster di Bogart e Dean e sembri così lontana eppure così vicina al tuo esordio da pin-up e ragazza copertina, con le tue calze nere e i tuoi capelli biondissimi, con il tuo sguardo denso di malizia e illuminato dalla sorpresa.
Che fai Marylin, sei la maestra del passo seduttivo. Che fai Marylin, ti accusano di superficialità e di te si dice "in giro" che sei "ingenua", "disorientata", "depressa", "fragile e facile", "complessata", "banalmente triste" senza farci caso che tu sei stata sulla scena la "magnifica preda" dei più grandi director della storia del cinema (Huston, Mankiewicz, Logan, Oliver, Hawks, Wilder) e nella vita era solo la parola "amore" che la tua insicurezza spietatamente invocava ("Non piangere bambola mia, ti cullo nel sonno" scriveva di sé).
Che fai Marylin, adesso ridi e poco t'interessa del tuo mito in questa nostra sempre più povera terra.
Ma sì…hai perfettamente ragione Norma: "la vita è altrove" e la tua tragica bellezza è, ora, così lontana dalla falsa luccicanza di quel mondo crudele, vanesio e disperato che si chiama Hollywood. Lo scrittore Douglas Coupland nel suo libro di "dolciamari" reportage dal titolo Memoria polaroid (pubblicato in Italia da Tropea nel 1997) ha raccontato i colori della morte di Marylin: "Marylin Monroe è morta poco dopo quella che i fotografi chiamano l'ora magica con la sua luce magica, quel bagliore del tramonto in cui la pelle appare sempre rosea e i colori da allucinazione.
È morta nel punto preciso in cui grigio e blu diventano indistinguibili".
Ecco in questo chiarore dell'indistinguibile tra rosa, grigio e blu…ti ricordo.. |