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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2007
 


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Chapeau - I suggerimenti enogastronomici di CostoZero

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Istituto D’AM, sanitÀ di qualitÀ al servizio del paziente

Nuovo packaging per la Centrale del latte di Salerno


Nuovo packaging per la Centrale del latte di Salerno
di Giorgio CRISCUOLO

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Nei prodotti alimentari di largo consumo, cui appartiene il comparto lattiero caseario, va sempre di più affermandosi la necessità di essere innovativi nei contenuti di “servizio” che debbono necessariamente essere presenti anche in quegli articoli, come il latte fresco, “maturi” dal punto di vista del prodotto in sé. In questi ultimi anni, le tendenze sulla tipologia di packaging si sono rincorse affannosamente costringendo le aziende a sempre maggiori sforzi per rendere più accattivante, dal punto di vista grafico e della tipologia dei materiali utilizzati, il “contenitore”, dando quasi per scontato che il “contenuto” dovesse necessariamente corrispondere alle attese del consumatore. Volendo fare un rapido excursus nel comparto del latte fresco, si è passati dalla bottiglia di vetro con chiusura col tappo di stagnola, che per oltre 50 anni e fino agli anni '70, affascinante e ricca di ricordi legati ad una società diversa dalla attuale e che richiama alla mente contenuti di freschezza e genuinità, alle moderne confezioni in Tetrapak e PET. Le evocate qualità del vetro in realtà non sono sempre corrispondenti alle garanzie di igiene oggi richieste (con il vetro a rendere che farebbe impallidire qualsiasi addetto ai controlli) o di costo e riutilizzo (con il vetro a perdere, che genera notevoli problemi di smaltimento dei rifiuti, oltre ad avere un costo ed un peso non indifferente che si rifletterebbero sul prezzo finale). La rivoluzione degli anni '70 fu certamente l'introduzione del contenitore in poliaccoppiato (cartone e politilene), genericamente più noto come Tetrapak, dal nome della prima azienda che lo ha introdotto sui nostri mercati, che ha subito anch'esso numerose evoluzioni nelle forme (dal “triangolo” al “mattoncino”) che ancora oggi sono ricordate dai consumatori più nostalgici. Questa nuova confezione, unitamente all'ammodernamento delle macchine confezionatrici, ha consentito, nel corso degli ultimi decenni, di migliorare ulteriormente le condizioni igienico-sanitarie di un prodotto così delicato come il latte fresco, aumentandone la durata (oggi fissata in 7 giorni) e garantendo la conservabilità delle proprietà organolettiche del prodotto. Nell'ultimo decennio, con l'affermarsi della confezione Tetrarex col “tettuccio”, le aziende del settore si sono tutte dedicate a migliorare l'immagine visiva del contenitore, cercando di costituire, anche cromaticamente con ampio spazio dedicato al bianco ed ai colori “freddi”, un'immagine più radicata ed accattivante che riportasse alla mente i contenuti di un messaggio di freschezza ed igiene. A ciò vanno aggiunte le numerose informazioni ormai presenti sulle buste, dalla provenienza alle indicazioni sui contenuti alimentari esposti nelle tabelle nutrizionali, alle condizioni d'uso, facendo della busta il primo e forse più importante veicolo di comunicazione aziendale. Negli ultimi tempi si è avuta una certa diffusione anche delle bottiglie in PET (polietilentereftalato) la classica bottiglia “in plastica”, che evoca quelle in vetro e che ha un indubbio vantaggio di essere più pratica soprattutto perché il prodotto si vede ed è ovviamente richiudibile. Purtroppo, come detto in precedenza, il latte è un alimento molto delicato e studi scientifici avvalorano la tesi che la luce faccia sicuramente male al prodotto alterandone le caratteristiche e le qualità ed ancora non sono state affrontate le eventuali problematiche riguardanti la conservazione del prodotto a contatto con materiale plastico. Queste considerazioni, unite alla necessità, come si diceva in precedenza, di dover offrire ai nostri consumatori, un contenuto di “servizio” sempre cmaggiore, ci hanno indotto a programmare ed a mettere in commercio, a partire dal mese di maggio, una nuova confezione per il Litro Intero Alta Qualità e per il Litro Parzialmente Scremato, primi in Italia e fra i primi in Europa, prodotta dalla Elopak e denominata “Diamond curve”. Già questa denominazione ci è sembrata molto suadente, richiamando qualcosa di prezioso come il diamante ed anche il concetto di “curva” fa pensare a qualcosa di molto femminile ed affascinante. Si tratta di un packaging assolutamente innovativo, con la presenza di un tappo richiudibile molto grande nella parte superiore della confezione che ne facilita il travaso e che ha lo scopo, come recita il claim che lo accompagna, di “proteggere il sapore”, permettendo anche una collocazione nello scomparto frigo diversa dalla attuale in posizione distesa occupando meno spazio. Altra importante novità è la presenza di una quinta “faccia”, curva, che sarà utilizzata per eventuali messaggi alla clientela e che garantisce sicuramente una migliore “presa” della busta. Anche la veste grafica si rinnova, con un restyling cromatico (con inserti in rosso più incisivi). Dietro ogni innovazione ci sono sempre grandi sforzi organizzativi e, nello specifico, anche strutturali, in quanto la nuova confezione ha richiesto l'acquisto di due nuove macchine confezionatrici di ultima generazione e il cambiamento di tutta la linea distributiva interna, portando il parco macchine dell'azienda a livelli di assoluta eccellenza. Come si vede, in linea con la strategia aziendale che da circa 80 anni permette ad un prodotto della nostra terra di essere presente sulla tavola, si tratta ancora una volta di un'innovazione nella tradizione, in quello che apparentemente sembra un ossimoro, ma è anche la testimonianza di un impegno e di un'attenzione ai bisogni dei nostri clienti che ci contraddistingue da sempre e che siamo sicuri incontrerà ancora una volta i favori della nostra utenza.
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