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AL NORD LO SPETTRO DEL LAVORO IN FABBRICA |
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Le analisi si sprecano, gli appelli si susseguono a ritmo incalzante: "investire al Sud conviene". E nonostante le "spinte istituzionali", le valutazioni di
illustri esperti del settore, la svolta nel processo industriale non c'è stata. Nel futuro dei giovani lo spettro della disoccupazione è una realtà che va amaramente consolidandosi ogni giorno
di più. Di fronte a questo scenario, davvero poco incoraggiante, non poteva non suscitare reazioni l'articolo del Corriere della Sera pubblicato lo scorso undici settembre, a firma di Francesco
Alberti, in cui venivano evidenziati alcuni fattori significativi. Il primo: a Treviso il 39% delle aziende fa fatica a trovare personale qualificato e figure professionali, progettisti
dell'innovazione in grado di far funzionare le nuove realtà industriali iperautomatizzate. Il secondo: nella gerarchia delle aspettative professionali dei giovani la figura dell'operaio occupa
l'ultimissimo posto perché faticosa e perché socialmente poco attraente. Nell'articolo si spiega che i giovani diplomati o laureati preferiscono orientarsi verso il terziario, una scelta
determinata anche da un desiderio di autonomia, forse per paura della fatica fisica e per il timore di diventare un piccolo ingranaggio in un processo produttivo. In che misura trovano riscontro
nella realtà del Mezzogiorno le analisi presentate dal Corriere della Sera? Come si conciliano con lo studio Siemens Ambrosetti in cui la Campania si colloca in un'ottima posizione per quanto
riguarda il valore degli investimenti esteri? E qual è la situazione in Irpinia? Le testimonianze sono autorevoli: parlano gli imprenditori illustrando quali sono le reali condizioni di lavoro
negli stabilimenti, si esprime chi i giovani li conosce davvero perché vive con loro i disagi quotidiani legati alla mancanza di lavoro. E interviene anche una voce istituzionale, l'assessore
alle attività produttive Gianfranco Alois. Il rappresentante di Palazzo Santa Lucia esprime tutta la sua soddisfazione per il dato positivo che riguarda la Campania, regione "appetibile e
attraente" per gli investitori esteri, molto meno per i colleghi del Nord Italia. L'assessore spiega i motivi del successo internazionale. Hanno inciso in maniera determinante le politiche di
sviluppo e di crescita del governo regionale, gli interventi realizzati per favorire l'infrastrutturazione delle aree, i contratti di programma, un sistema di incentivi snello e le iniziative
per favorire l'internazionalizzazione delle imprese. L'impostazione è condivisa anche dal presidente dell'Unione degli Industriali di Avellino Giovanni Lettieri, che ci tiene, però, a
sottolineare come i dati dovrebbero rappresentare per il governo una "sferzata", indurre cioè ad un momento di seria riflessione. "Siamo ad una svolta - dice Lettieri - perché si può ridurre
davvero il divario tra Nord e Sud. Occorre una seria politica di incentivazione e di sostegno. Soltanto così possiamo recuperare lo storico gap negativo, con effetti benefici innanzitutto sotto
il profilo occupazionale". |