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CIRIACO DE MITA
Europarlamentare - Margherita
demita_c@camera.it
La politica, lo sviluppo, il Mezzogiorno, i rapporti con la Regione e il Governo, i rischi della devolution: a riguardo, contenuti, valutazioni, programmi e sollecitazioni nel ricco intervento
di Ciriaco De Mita all'assemblea annuale dell'Unione degli Industriali di Avellino. La richiesta più importante, quella sulla formazione, viene rivolta al Presidente della Regione Antonio
Bassolino, considerata dal leader della Margherita un elemento indispensabile alla crescita delle imprese. De Mita ipotizza la costituzione nel capoluogo irpino di un grande centro di
qualificazione professionale in grado di raccordare i processi produttivi. Una struttura che rappresenti, dunque, l'inizio di un percorso che possa concorrere gradualmente ad una crescita
economica dell'intera provincia. Andando al di là della realizzazione del centro, lo stesso De Mita invita Bassolino a rivolgere una maggiore attenzione verso la politica della formazione che
può rivelarsi utile ai territori quanto alle aziende che potrebbero fare formazione anche al proprio interno. Ma tocca alle istituzioni individuare le difficoltà e trovare le soluzioni giuste,
perché ormai da parte delle persone c'è la piena consapevolezza dei problemi specifici e del loro peso sullo svolgimento delle attività. Vivo l'interesse da parte degli imprenditori. Il nodo
della formazione è da tempo oggetto di attenzione e proteste. Piena, dunque, la condivisione alla richiesta di De Mita, convinto che Avellino abbia tutti i requisiti adatti ad ospitare un centro
di formazione moderno e all'avanguardia, capace di raccogliere l'esigenza generale di creare l'organizzazione della domanda programmata. Batte molto su questo argomento ritenendo che
l'arretratezza sia prodotta dallo sganciamento delle attività produttive dalla ricerca, causa per cui un'azienda può facilmente soccombere. L'europarlamentare fa rilevare con soddisfazione che
in provincia di Avellino le imprese tentano autonomamente di fare ricerca, apprezza gli sforzi degli imprenditori, ma sottolinea la necessità di uno strumento attivo di aiuto. E a sostegno della
sua tesi fa riferimento alla crescita notevole di tutte le attività legate alle risorse vitivinicole. Uno sviluppo senza supporti, né assistenza. Poi si aggancia ad un passaggio del Presidente
dell'Unione degli Industriali Giovanni Lettieri, su un discorso risalente al 1956 tenuto dall'onorevole Scoca. Il leader di Nusco mette a confronto la politica di oggi rispetto a quella di
qualche decennio fa, evitando toni polemici o posizioni critiche. «Non ho interesse ad aprire dibattiti conflittuali sul passato - afferma - ma non posso fare a meno di ricordare che le
istituzioni un tempo si sforzavano per creare le condizioni affinché i problemi potessero essere risolti». Ora, dopo una fase in cui la politica aveva pericolosamente abdicato al suo ruolo,
credo che stia emergendo la condizione perchè essa si riappropri della sua funzione. Poi qualche considerazione di carattere personale: «Ho avuto la sensazione che fosse così nei comuni dove si
è votato, nei quali la gente era più interessata a discutere sulle cose e non a strumentalizzarle». Con ragionevolezza e lucidità, il coordinatore della Margherita, invita a lasciare alle spalle
ruggini e divisioni, per guardare avanti e costruire prospettive istituzionali che inneschino concreti processi di sviluppo nel Mezzogiorno e nelle aree interne. Inevitabili e prevedibili
riferimenti al Governo. Lo stesso Lettieri nella sua relazione aveva espressamente dichiarato che non c'è stata quella centralità del Sud, più volte annunciata dai rappresentanti dell'esecutivo
nazionale, come obiettivo primario per la crescita della competitività dell'intero paese. Il Presidente dell'Unione degli industriali aveva esplicitamente dichiarato: «Lamentiamo pertanto
nell'azione del governo la carenza di quanto annunciato e quanto fino ad oggi svolto, mentre la pressione competitiva delle imprese è cresciuta». Ebbene Ciriaco De Mita dimostra non soltanto di
condividere le valutazioni di Lettieri, ma esprime una posizione ancor più dura: «Dobbiamo prendere atto che il governo porta avanti una strategia politica che ignora del tutto il Mezzogiorno.
Certo le politiche governative possono anche essere modificate, ma in due anni questo non è successo. Anzi la situazione è cambiata in peggio». Il riferimento è all'abolizione del credito
d'imposta e all'equiparazione delle agevolazioni creditizie. «L'unico effetto - afferma De Mita - di questi interventi è stato quello di scoraggiare gli investimenti. Inoltre le politiche di
governo hanno fatto saltare la progressione di imposta facendo venir meno lo spirito di solidarietà». Il leader di Nusco sviluppa il suo ragionamento sulla devolution: «É un fenomeno non
interpretabile, anzi decisamente ambiguo e finanche anticipatore di spartizione del Paese. Sono convinto che non si tratti assolutamente di divisione delle responsabilità. Niente deroghe su
argomenti così delicati. L'unità del Paese è un bene intoccabile, da difendere ad ogni costo». Una strada da percorrere è, secondo il pensiero di Ciriaco De Mita, quella del dialogo, della
concertazione. «Considero già un fatto positivo l'avvio del confronto tra soggetti portatori di interessi come i rappresentanti dell'Unione degli Industriali e le istituzioni. É un segnale
importante. Finora ci siamo fatti tentare dalla politica che strumentalizza le istituzioni.
Questo, invece, è il modo per recuperare un giusto rapporto. Le istituzioni devono risolvere i problemi, valutare le cose possibili da mettere in cantiere e poi realizzarle». Poi lancia un
metodo: «Dobbiamo abituarci a ragionare e a confrontarci senza ritenere ogni volta di essere alla vigilia di una campagna elettorale». Agli imprenditori, senza mezzi termini dice: «Vedo che
finalmente vi siete resi conto, dopo aver dato l'anima all'illusione della politica liberista, che con questo governo sono saltate le politiche del riequilibrio». Poi rivolto ancora a Bassolino
ricorda che la Regione, grazie alla quantità e alla qualità delle attività che le sono conferite, può e deve fare molto, insieme ai comuni e alle province, realizzando forme di coordinamento
fattive ed efficaci. Ma l'ex Presidente del Consiglio va anche oltre e guarda al contesto generale. «Le politiche volte al riequilibrio si traducono in spinte corporative, dalle strutture del
credito all'organizzazione delle agevolazioni all'impresa. Insomma emergono gli egoismi, in parallelo a quello che sta avvenendo a livello europeo». Infine passa alla situazione provinciale.
Grandi le potenzialità che esistono in Irpinia. A cominciare dalle infrastrutture, anche se «per troppo tempo sull'argomento si è fatta una letteratura balorda e strumentale». «Le infrastrutture
ci sono - puntualizza - e solo in alcuni casi non sono complete. Manca qualcosa e quindi bisogna agire per perfezionarne la fruibilità. Anche i servizi vanno riammodernati perché devono essere
innanzitutto funzionali alla crescita del tessuto produttivo. Tutti dobbiamo lavorare, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, per garantire il sostegno alle politiche industriali».
Soltanto qualche accenno alla politica regionale, con una rassicurazione rivolta a Bassolino: non ci saranno spinte per una modifica degli attuali assetti in giunta. «Il problema non è di
sostituire qualcuno - chiarisce De Mita - ma di individuare e definire le politiche che vogliamo realizzare. Se queste infatti sono concrete anche le persone funzionano. Non mi è mai capitato di
assistere al contrario o di registrare situazioni diverse».
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