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ANTONIO BASSOLINO
Presidente Regione Campania
presidente.campania@regione.campania.it
Si è presentato all'assemblea dell'Unione degli Industriali di Avellino con dati positivi alla mano e li ha analizzati, illustrati, commentati. Il Presidente della Regione Antonio Bassolino
interviene subito dopo Ciriaco De Mita, ma preferisce non raccogliere qualche frecciatina che l'europarlamentare gli aveva chiaramente indirizzato, facendo riferimento all'attività di Palazzo
Santa Lucia. Il governatore sceglie di cominciare citando i dati dello Svimez fornendo cifre e numeri dettagliati. «Il prodotto interno lordo della Campania è aumentato nel 2002 dell'1,9%,
cinque volte in più rispetto a quello nazionale - dichiara con soddisfazione - e molte regioni del Sud si ritrovano con percentuali addirittura negative». Un quadro, dunque, che secondo
Bassolino non è più a tinte fosche, rispetto al passato. «Nel 2002 - continua - la crescita del Pil è stata dello 0,4% a livello nazionale. Riflettendo su tutto ciò possiamo affermare, senza
temere smentite, che guardando il contesto generale e altre regioni meridionali, possiamo essere fieri del lavoro svolto in Campania. I numeri ci premiano. Abbiamo lavorato bene». Antonio
Bassolino prosegue la sua analisi: «Siamo la regione a più forte dinamismo, insieme al Lazio e alla Basilicata». Ma ci sono anche altri elementi incoraggianti e il Presidente subito li sottopone
all'attenzione degli imprenditori irpini. «Stiamo registrando anche una piacevole novità. Con l'aumento sostanziale del tasso di occupazione si è verificata una diminuzione del numero dei
disoccupati. Queste situazioni al Sud non si sono mai verificate contemporaneamente. E oggi sta succedendo per la prima volta in Campania. Un risultato che probabilmente dipende anche
dall'ingresso sempre più massiccio delle donne nel mondo del lavoro». «La Campania - spiega - è anche la regione che è cresciuta maggiormente nel tasso di occupazione, il 3,2%. E contestualmente
ha visto decrescere quello di disoccupazione. Non vorrei che questi fattori passassero inosservati, visto che nel passato aumentavano entrambi». Per Bassolino i dati restituiscono un'evidente
connessione tra la realtà economica e le istituzioni locali. Se c'è una crescita, insomma, è frutto di tutti, comuni, province, imprese, della capacità delle aziende di instaurare rapporti
sereni e proficui e corretti con le organizzazioni sindacali. Si dichiara ottimista, fiducioso, ma anche consapevole che il cammino da percorrere è ancora lungo. «Si deve fare ancora tanta
strada - afferma Bassolino - e innescare un meccanismo di crescita e di sviluppo più stabile e duraturo, capace di mantenersi intatto negli anni e poi di aumentare gradualmente, in linea con la
media nazionale». Poi l'elogio a quella che definisce la "Campania interna", che ha saputo riscattarsi e continua ad operare con impegno e tenacia. Per ottenere risultati importanti sotto il
profilo dell'aumento della produttività, la ricetta fornita dal presidente della regione è la stessa di cui aveva parlato nella sua relazione il presidente dell'Unione degli Industriali,
Giovanni Lettieri: la concertazione, la sinergia tra le forze istituzionali, il confronto sereno. Un percorso fatto di partecipazione e condivisione e non di conflitto. Ma i nodi da sciogliere
secondo Bassolino sono ancora tanti, a cominciare dall'integrazione del sistema delle infrastrutture. «Soltanto un'integrazione, perché sia in Irpinia che nel resto della Campania il livello
delle infrastrutture è incomparabile rispetto a venti anni fa. La necessità, dunque, è di mettere insieme le connessioni». Poi riprende l'illustrazione di dati positivi, sottolineando il grande
impulso che Santa Lucia ha dato nel settore dei trasporti, dove si è raddoppiato il flusso dei finanziamenti e degli appalti: il 65% in più nel 2002, rispetto all'anno precedente. «La crescita
della Campania - puntualizza il Presidente della Regione - è anche quella dell'Irpinia, ma non è possibile pensare che possiamo andare avanti e crescere da soli. Dobbiamo farlo sempre di più in
un Paese e in un Europa proiettati in avanti». L'altra nota dolente di cui parla Bassolino è la formazione. Un settore delicato e fondamentale per la crescita del territorio. Il governatore ne è
consapevole e auspica un rapporto ancora più diretto con le aziende. Ipotizza dei periodi formativi direttamente nelle imprese, inseriti ancor di più nei territori dove si va ad operare. La
crisi maggiore si registra nel settore delle esportazioni. Secondo i dati forniti da Bassolino nel 2002 si è verificato per le aziende campane un calo notevole, soprattutto verso i paesi europei
come la Francia e la Germania. Resiste ancora invece l'export diretto verso il mercato americano. Consapevole delle difficoltà delle aziende, il Presidente della Regione ha colto l'occasione per
fare un annuncio importante: «Vi anticipo che la regione Campania - dice Bassolino rivolgendosi alla platea degli imprenditori irpini - approverà il bando atteso da tempo e finanziato dalla
misura 6.5 del Por per l'internazionalizzazione delle imprese campane». Un bando per il quale si è particolarmente battuto l'Assessore Regionale alle Attività Produttive Gianfranco Alois e che
potrebbe costituire una soluzione ai problemi dell'export in caduta libera. Positivo il giudizio sull'Irpinia. «Ho constatato che in questa provincia si sta verificando da tempo un'inversione di
tendenza. Apprezzo particolarmente - dichiara - il dinamismo e l'effervescenza imprenditoriale. Caratteristiche di grande valore che modificano la discussione risalente agli anni settanta del
dualismo conflittuale tra aree interne e quelle costiere.
É chiaro che il nostro compito è di dare maggiore comunque impulso partendo dalla valorizzazione dell'esistente: una buona industrializzazione e una viticoltura di qualità». Infine le accuse al
governo per aver introdotto una sorta di "Cassa per il centro Nord". Il riferimento è ai fondi delle aree depresse e del Mezzogiorno. «Ho letto che 1610 comuni del Nord tra cui Milano, Torino e
Genova - afferma amareggiato il Presidente della regione - ricevono incentivi e contributi. La Tremonti bis va tutta al Nord. É singolare che a dieci anni dalla chiusura della Cassa per il
Mezzogiorno, si apre quella per il Centro Nord. Mi auguro che il nostro ricorso alla commissione europea venga preso seriamente in considerazione. Auspico in particolare che un commissario
capace come Mario Monti esamini con molta attenzione l'elenco dei comuni beneficiari». Bassolino sottolinea che è necessario che il governo si concentri sui bisogni del Sud, altrimenti si
rischia di vanificare il lavoro svolto da istituzioni, politici e imprenditori. Chiude con l'invito ad un'azione sinergica negli investimenti. Pubblici e privati, con delle regole, ma che siano
aggiuntivi e non sostitutivi. «Finora l'inversione di tendenza, ha spiegato il governatore, è dovuta all'attuazione di un federalismo solidale e unitario, che ha portato l'intero territorio
regionale dall'immobilismo al dinamismo, modificando nella sostanza le differenze tra le aree territoriali».
Un percorso virtuoso che secondo Bassolino viene messo in discussione dal modello di devoluzione che intende praticare il governo. Sui temi affrontati da De Mita e Lettieri riguardanti il metodo
di lavoro che deve essere basato sulla collaborazione, sul più ampio coinvolgimento degli attori istituzionali e sociali, lo stesso ha espresso piena condivisione, ribadendo che soltanto con
un'azione sinergica giungeranno i risultati sperati, la crescita del territorio e la realizzazione di progetti seri e concreti per lo sviluppo delle singole province. torna su |