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Quello dei rifiuti è un problema ancora aperto, uno dei maggiori che la regione Campania e molte altre, in particolare del Mezzogiorno d'Italia,
si trovano a dovere affrontare. Si tratta di un settore di grande importanza e delicatezza per le conseguenze che carica sul sistema industriale e sulla collettività.
La produzione dei rifiuti tende, infatti, ad aumentare mentre i problemi connessi alla sua gestione restano per lo più irrisolti. Negli ultimi anni sono stati fatti alcuni sforzi per ridurre la
dipendenza dal sistema discarica e recuperare maggiori quantità di materia. Una politica che può trovare un senso solo se la materia recuperata ottiene una sua valorizzazione economica non
sostenuta dalla spesa pubblica, come purtroppo ancora avviene nella maggior parte dei casi.
Tra i rifiuti dal maggior valore potenziale, ci sono le materie plastiche, e in particolare il PET (le comuni bottiglie dell'acqua minerale).
In Campania, a Gricignano di Aversa, da alcuni anni è attiva la Erreplast, dotata di un moderno impianto per il riciclo delle bottiglie in PET da raccolta differenziata. Il Decreto Legislativo
n. 22 del 5/2/97 (noto come "Decreto Ronchi") ha recepito le direttive comunitarie in materia di gestione dei rifiuti urbani, introducendo in Italia il modello di gestione integrata dei rifiuti,
i cui principi sono basati sulla prevenzione, il riutilizzo, il recupero di materia e di energia.
Una moderna gestione del problema rifiuti, infatti, in sintonia con l'attuale quadro legislativo, deve perseguire obiettivi che possono essere sintetizzati nella riduzione della produzione dei
rifiuti, nel recupero e/o riutilizzo degli stessi e nel corretto smaltimento dei residui non recuperabili. La gestione dei rifiuti va affrontata in maniera globale attraverso la realizzazione di
un sistema integrato costituito da un complesso di tecnologie, tra loro interdipendenti, in grado di integrare, territorialmente e funzionalmente, i vari sistemi di raccolta e trattamento sia
delle frazioni recuperabili (vetro, carta, plastica, alluminio, organico, e altri), sia di quelle di cui non è possibile alcun recupero, destinate all'interramento e/o incenerimento.
Nel complesso sistema di gestione dei rifiuti, l'azienda svolge la parte finale dell'intero ciclo di raccolta, selezione e quindi dello stesso riciclo; qui le bottiglie provenienti dalla
raccolta differenziata da rifiuto ridiventano materia prima per le più svariate applicazioni. In qualità di Amministratore Delegato della Erreplast, nonché Vicepresidente della ASSORIMAP -
Associazione Nazionale Riciclatori Materie Plastiche aderente a Confindustria -, guardo con attenzione agli sviluppi del sistema di gestione dei rifiuti e delle materie plastiche in particolare.
Da questo punto di osservazione, si ritiene necessario affrontare la decisiva questione della creazione di un sistema integrato di raccolta, selezione e riciclo industriale delle frazioni
pregiate provenienti dai rifiuti urbani e industriali.
Il concetto di sistema integrato, sviluppatosi negli ultimi anni, consiste in un insieme di tecnologie ognuna con caratteristiche idonee al trattamento solo di particolari frazioni di rifiuto.
Il sistema complessivo si basa sulla differenziazione del rifiuto, a monte o a valle della raccolta, per separarne le caratteristiche chimico-fisiche e sfruttarne le specifiche potenzialità.
Tali sistemi integrati di gestione dei RSU presentano una elevata varietà di processi per la raccolta, la selezione, il trattamento e lo smaltimento e formano complesse interrelazioni dei flussi
di massa con associati costi, consumi di risorse e rilascio di inquinanti nell'ambiente.
La raccolta differenziata ne costituisce la prima e più importante criticità. Rispetto ai dati sconfortanti della metà degli anni novanta, nei quali sostanzialmente questa non era affatto
praticata al Centro-Sud dell'Italia, negli ultimi anni sono stati fatti sicuramente dei passi in avanti.
Tuttavia, malgrado gli sforzi profusi, la raccolta è ancora quantitativamente e qualitativamente troppo carente. Il caso Campania è esemplare al riguardo: rispetto ad una quantità di rifiuto
plastico da imballaggi di circa 180.000 Ton/anno, si consolida una raccolta stimabile in appena di 9/10.000 tonnellate. Cosa ancora più importante, la bassa qualità del materiale raccolto
influenza negativamente l'operazione di selezione e avvia un ridotto flusso alle successive fasi di riciclaggio e recupero.
E i motivi non sono sempre imputabili a una sola ragione. Tra le principali motivazioni si annoverano: una insufficiente comunicazione, una carente cultura al riciclaggio che stenta a
diffondersi nella collettività, ma anche la conseguenza di un sistema pubblico di raccolta differenziata poco selettiva nelle tipologie di rifiuto da raccogliere che punta soprattutto ai volumi
e poco alla differenziazione da effettuare a monte nelle singole abitazioni. Occorre avanzare in direzione di una raccolta che fornisca al sistema industriale del riciclo ciò di cui realmente
abbisogna, sì da renderlo in grado di camminare con le proprie gambe. Puntare quindi alla qualità. Oggi in ambito campano e, più in generale in Italia, sono già predisposte e operanti le
strutture aziendali che garantiscono il totale assorbimento dei flussi per il riciclo e soprattutto l'utilizzo dei riciclati nei cicli industriali delle materie plastiche. Sarebbe, tuttavia,
limitativo focalizzarsi esclusivamente sulla raccolta differenziata-riciclo per la struttura di gestione rifiuti ignorando il carattere di sistema integrato che si rende necessario nel campo. É
per questo motivo che bisogna migliorare la conoscenza reale del sistema, dei vari passaggi che la materia fa prima di giungere alla sua destinazione finale (che può essere il recupero, la
trasformazione in CDR o la discarica), individuare con precisione i punti di spreco e quelli migliorabili. Spingere gli sforzi in direzione di alcune mirate raccolte di alta qualità su aree
territoriali omogenee e favorevoli (per ragioni socio-economiche o territoriali). Coordinare l'azione delle istituzioni che a vario titolo hanno competenze sul ciclo dei rifiuti, della raccolta
ma soprattutto della valorizzazione delle frazioni raccolte. Utilizzare utili strumenti istituzionali come gli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) dandogli reali poteri di coordinamento e
incentivandoli a favorire un salto di efficienza. In tutto ciò, molto sono tenuti a fare il Consorzio CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) e il Consorzio CO.RE.PLA. (Consorzio Nazionale per la
Raccolta il Riciclaggio e il Recupero dei Rifiuti di Imballi in Plastica), che devono operare in stretta collaborazione con le istituzioni e le organizzazione locali.
Oggi la raccolta dei rifiuti è notevolmente onerosa e molto inefficiente nelle rese. In altre parole, essa non provvede a fornire materie prime che potrebbero provenire dal recupero (con
vantaggi per la bilancia commerciale e per l'ambiente) ed è, soprattutto onerosa in termini di costi che la collettività sopporta (attraverso la tassazione nazionale, necessaria per garantire i
trasferimenti di risorse a vario titolo dirette a sostenere i costi di raccolta e gestione, ma anche attraverso quella specifica e locale). Una parte di questi potrebbe essere attenuata se si
sviluppassero modelli di raccolta dei rifiuti in modo efficace, efficiente ed economico, e se la materia avente effettivo valore di mercato fosse messa in condizione di essere concretamente
recuperata.
Il sistema delle imprese, poi, sopporta un costo diretto e non trascurabile che solo in parte riesce a trasferire nei prezzi dei prodotti finiti (comunque pagando un'evidente perdita di
competitività).
Un vero sistema industriale integrato del riciclo, con strutture impiantistiche di riferimento per filiera, eviterebbe sprechi di risorse e sovrapposizioni, sarebbe capace di stare in piedi da
solo e porterebbe al sistema economico campano il suo contributo di sana occupazione stabile e di buona qualità. L'obiettivo fondamentale di tale sistema verrebbe ad essere la miglior gestione
dei rifiuti prodotti nel nostro territorio, garantendo i più avanzati standard ambientali, igienici e di sicurezza, la minimizzazione e stabilizzazione dei costi di trattamento e conferimento
finale.
Questo in accordo con la politica del Ministero dell'Ambiente che è tesa alla trasformazione dei rifiuti in risorsa per il Paese.
Quello che resta dei rifiuti dopo la raccolta differenziata, infatti, non deve più finire in discarica, ma essere indirizzato al recupero energetico, anche attraverso l'utilizzo in impianti
industriali già esistenti.
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