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Le aziende familiari rivestono un ruolo di fondamentale importanza nei sistemi economici come il nostro, in cui le "public companies" sono ancora poco diffuse. In tale situazione assume particolare rilievo, in virtù della coincidenza tra possesso e controllo dell'azienda, l'origine e l'entità delle fonti di finanziamento, soprattutto nelle
imprese di minori dimensioni o di recente formazione. I trasferimenti di flussi finanziari dalla famiglia all'azienda o dall'azienda alla famiglia hanno una direzione ed una consistenza, che mutano notevolmente nel tempo sia a causa di fattori endogeni, (quali possono essere i passaggi intergenerazionali del controllo, organizzazione, ecc.) sia a causa di fattori esogeni (come l'andamento
del settore o dell'economia, ecc.).
È opportuno sottolineare che il trasferimento dei flussi finanziari dalla famiglia all'azienda si attua principalmente in fase di inizio attività o in periodi di crisi, mentre in periodi di congiuntura favorevole è più frequente una distribuzione di fondi all'interno della famiglia.
Alla luce di quanto detto è facile comprendere quanto sia sottile la linea di demarcazione tra patrimonio aziendale e patrimonio familiare, rientrando ambedue, come vedremo in seguito, nella dizione di "patrimonio complessivo". Tuttavia la relazione tra patrimonio aziendale e familiare, dipende non solo dai flussi finanziari, ma anche dai diversi obiettivi della famiglia e dell'azienda e
dalla natura giuridica che l'azienda familiare assume. Le modalità con cui i flussi finanziari passano dall'azienda alla famiglia e dalla famiglia all'azienda e l'analisi del patrimonio complessivo del sistema azienda-famiglia pongono diversi problemi.
Il patrimonio familiare ha delle caratteristiche tecniche diverse da quello aziendale, dal momento che risulta suddiviso tra i familiari intestatari dei singoli beni e può essere mantenuto unito solo se perdura un consenso di norma non codificato, mentre il patrimonio aziendale è un complesso di beni sistematicamente organizzati per l'esercizio d'impresa e a tal fine vincolati da una
struttura societaria. Tra il patrimonio dell'azienda ed il patrimonio familiare, inoltre, possono sussistere diversi tipi di legame, che dipendono non solo dalla quota di partecipazione detenuta dalla famiglia nell'azienda, ma anche dalla sua effettiva presenza. La comunione legale dei beni presuppone la contitolarità dei coniugi su una massa patrimoniale in cui sono compresi determinati
beni, prescindendo dalla circostanza che l'acquisto degli stessi sia avvenuta, da parte dei coniugi, singolarmente o congiuntamente.
Ai sensi dell'art.177 c.c., le aziende gestite da entrambi i coniugi costituite dopo il matrimonio sono oggetto della comunione dando vita ad una azienda coniugale, mentre nel caso di aziende appartenenti ad uno dei coniugi prima del matrimonio ma gestite da entrambi la comunione concerne solo gli utili e gli incrementi.
L'art. 230 bis disciplina l'impresa familiare in cui l'unico titolare individuale si avvale della collaborazione continua e prevalente del coniuge, dei parenti entro il terzo grado e degli affini entro il secondo grado, senza vincolo di rapporto di lavoro subordinato. Tale tipo di impresa è regolato ai fini fiscali dall'art.5, comma 4, DPR 917/86 che prevede un'imputazione dei redditi per
almeno il 51% al titolare ripartendo la restante quota sugli altri familiari. La differente redditività del patrimonio aziendale rispetto a quello familiare può concorrere ad orientare i flussi finanziari verso l'azienda o verso la famiglia. I flussi di capitale dalla famiglia all'azienda possono assumere la veste di sottoscrizione di quote di capitale, finanziamento soci, prestiti da parte
di familiari amministratori d'azienda, sottoscrizione di obbligazioni, rinuncia a crediti. L'azienda può, invece, trasferire fondi ai diversi familiari attraverso redditi da capitale, oppure mediante gli emolumenti degli amministratori che costituiscono una remunerazione addizionale per i soli familiari impegnati nella gestione, l'uso gratuito di beni aziendali, l'addebito all'azienda di
costi personali. L'andamento dei flussi finanziari è influenzato anche dagli aspetti fiscali.
Infatti, il presupposto fondamentale per una convenienza fiscale al prelievo da parte della famiglia risiede nell'esistenza di una redditività positiva dell'azienda al lordo delle imposte, tale da consentirle la piena capacità di sfruttare costi fiscalmente deducibili. L'ammontare del reddito ante imposte, associato all'esistenza di una convenienza fiscale ai trasferimenti dall'azienda alla
famiglia, concorre ad indicare la dimensione e la ripartizione ottimale di tali trasferimenti, da effettuarsi con una cadenza che di volta in volta minimizzi l'aspetto fiscale sia dell'azienda che dei familiari. Per questi ultimi, infatti, assumono rilievo anche i redditi extra-aziendali, a causa della progressività dell'Irpef, per cui il carico fiscale complessivo dei trasferimenti
dall'azienda alla famiglia può essere minimizzato suddividendo tali trasferimenti su un ampio numero di familiari con aliquote marginali Irpef non troppo elevate, al fine di delimitare lo sfondamento in scaglioni successivi per ciascun beneficiario, come conseguenza dei redditi di capitale provenienti dall'azienda. Il patrimonio complessivo è composto dalla somma del patrimonio familiare e
della quota di patrimonio aziendale di pertinenza della famiglia, rappresentando una sorta di bilancio consolidato del sistema azienda-famiglia.
L'evoluzione nel tempo del valore del patrimonio complessivo dipende in massima parte dalla variazione del valore dell'azienda, che di norma ha una flessibilità maggiore rispetto a quella del patrimonio aziendale. La determinazione del valore del patrimonio aziendale, del patrimonio familiare e di quello complessivo devono essere oggetto di misurazioni periodiche che rispondono a diverse
finalità conoscitive. Il valore del patrimonio complessivo costituisce, innanzitutto, un imprescindibile punto di riferimento per una più equa ripartizione tra i membri della famiglia dei diritti ereditari. I trasferimenti per successione o donazione riguardano sia beni fisici come il patrimonio aziendale e familiare, sia beni immateriali come la trasmissione del controllo, il cui valore in
termini economici è difficilmente quantificabile e la cui legittimità non sempre è giustificata da criteri democratici. Tra le altre finalità conoscitive, si possono menzionare il periodico giudizio sull'operato dei familiari-amministratori da cui dipende la loro riconferma, l'esigenza di completare il trasferimento successorio con assegnazioni differite che compensino eventuali disparità di
trattamento, la determinazione dei valori che possono essere dati in garanzia per ottenere finanziamenti da terzi.
La conservazione nel tempo del valore e la creazione di un nuovo valore costituiscono un obiettivo fondamentale dell'azienda, il cui patrimonio in assenza di una redditività positiva si erode progressivamente, e interessa anche il patrimonio familiare, generalmente investito in attività meno rischiose, e che rappresenta un fondo di valori destinati al consumo presente e futuro dei familiari.
Accanto agli aspetti economici un peso rilevante nella creazione o distruzione del valore del patrimonio complessivo è rappresentato dagli elementi psicologici: se prevale la solidarietà e l'affiatamento i benefici sono evidenti anche a livello aziendale.
In conclusione possiamo evidenziare che per raggiungere gli obiettivi di medio e lungo periodo, sarà importante per le aziende familiari applicare tutte le strategie aziendali più idonee per attivare la remunerazione del capitale e la massimizzazione del profitto.
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