1) 2° FORUM NAZIONALE 3M
L'OSSERVATORIO SUL MEZZOGIORNO
2) L'immigrazione in Italia
Integrazione e Cultura
3) Sportello Unico
Burocrazia e Semplificazioni

 

2° FORUM NAZIONALE 3M
L'OSSERVATORIO SUL MEZZOGIORNO
Il Sud del nuovo millennio: presentati i risultati di una ricerca
di Antonio Pinna Berchet Consigliere Delegato Gruppo 3M Italia
 

Dati piuttosto che ipotesi, numeri piuttosto che parole, precisione e concretezza invece che genericità, approccio propositivo al posto di quell'atteggiamento misto di sfiducia, senso di ineluttabilità e lamento rituale che si ripete ogni volta che si tocca il tema "Sud". Con l'obiettivo di dare forma e sostanza ad un nuovo modello culturale è nato, ha già fornito i primi risultati ed è diventato ora un punto di riferimento permanente, l'Osservatorio sul Mezzogiorno, creato da 3M Italia e dallo Studio Ambrosetti, coordinato dal professore Vaciago dell'Università Cattolica di Milano e supportato da un comitato scientifico composto dal professore Antonio Grella, Magnifico Rettore della Seconda Università di Napoli, dall'ingegnere Antonio Crispino, Presidente dell'Unione Industriali di Caserta e dall'ingegnere Gustavo Ascione, Presidente della Camera di Commercio di Caserta, oltre che da uno specializzato Gruppo di Ricerca. L'Osservatorio ha recentemente presentato i principali risultati di un anno di lavoro nell'ambito del 2° Forum 3M dedicato a "Il Mezzogiorno del nuovo millennio" e svoltosi nella splendida cornice della Cappella Palatina della Reggia di Caserta. Il Forum, che è divenuto subito un appuntamento annuale di riferimento per la discussione e la formulazione di nuove idee sullo sviluppo del Mezzogiorno, ha dato ampio spazio alla relazione dell'Osservatorio.
Ne è risultata la fotografia di una realtà complessa e contraddittoria, dalle caratteristiche peculiari e con potenzialità tali da fare del Meridione una delle maggiori opportunità di sviluppo del nostro Paese nell'immediato futuro. Ma perché questo sia possibile, è necessario uscire dall'ottica dei "problemi irresolubili" e dell'assistenzialismo, e puntare sui tre temi forti su cui è stato impostato sia il Forum, sia il lavoro di ricerca dell'Osservatorio: l'innovazione, la formazione, le nuove tecnologie.
Definiti questi ambiti di focalizzazione, ne sono stati individuati i parametri più rilevanti, per poi procedere alla loro misurazione. Questo è avvenuto in primo luogo attraverso l'analisi di dati statistici (Istat, Camere di Commercio, Ministero del Lavoro, Università, Uffici Marchi e Brevetti, Banco di Napoli) e in seguito con una ricerca su un campione rappresentativo delle aziende del Mezzogiorno. Il campione è stato messo a confronto, attraverso interviste identiche, con aziende attive su tutto il territorio nazionale, al fine di poter paragonare opinioni, comportamenti e scelte di aziende con numero di dipendenti e fatturato analoghi. Le risposte a 925 interviste su tutto il territorio nazionale hanno disegnato un campione rappresentativo a livello nazionale e di singole regioni, i cui risultati sono statisticamente attendibili e da cui emergono i diversi comportamenti tra le imprese del Sud e quelle del resto del Paese.

LE IMPRESE DEL MEZZOGIORNO: SITUAZIONE E PROSPETTIVE
La ricerca dell'Osservatorio, focalizzata sui tre temi della formazione, dell'innovazione e delle nuove tecnologie, ha considerato dapprima i dati di contesto, che vedono, ad esempio, il Pil regionale pro capite equivalente a 10,38 migliaia di euro nel Mezzogiorno rispetto ai 16,39 della media italiana ed un tasso di crescita del Pil che, però, è risultato nel triennio 1996-99 quasi equivalente a quello del Centro-Nord. La maggioranza delle imprese del Sud (72,1%) prevede di chiudere l'anno 2001 con una crescita del fatturato: una tendenza più accentuata in Sicilia e Sardegna (82,1%) e Puglia (77,6%); la prospettiva di altre aziende di subire una flessione è più marcata, paradossalmente in due di queste regioni, Sicilia (10,9%) e Puglia (8%), insieme alla Campania (10,3%), che risulta la regione dove le aziende si dimostrano meno fiduciose.
Le imprese, comunque, sono consapevoli di poter contare in modo molto limitato sul supporto dei servizi della Pubblica Amministrazione: il giudizio formulato dal 65% delle imprese è, infatti, negativo.
Non certo migliore è il giudizio formulato sulle infrastrutture aeroportuali, ferroviarie e sul sistema viario. In una scala da 0 (minimo) a 100 (massimo) la valutazione delle infrastrutture aeroportuali è pari a 34 nel Mezzogiorno mentre è di 55 nel Centro-Nord. Per il sistema viario la forbice non è meno pronunciata (42 nel Sud, 60 nel Centro-Nord) mentre il sistema ferroviario raccoglie critiche ancora più marcate (29 nel Sud e 46 nel Centro-Nord). Le regioni dove viene maggiormente sentita la mancanza di infrastrutture adeguate sono Basilicata, Calabria e Campania e pesantemente negativo è il giudizio sul sistema ferroviario nelle isole. Diverso è, invece, quello dedicato alle "nuove infrastrutture": il sistema delle telecomunicazioni ed Internet raggiunge un indice di 70 con oltre il 50% delle imprese che esprime un parere ottimo o molto positivo, con dati che si discostano poco rispetto al Centro-Nord.

LA FORMAZIONE
In un contesto come quello meridionale, dove il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è stato nel 1999 del 56,6% contro il 32,9% della media nazionale, la formazione assume un valore strategico per un rilancio che abbia basi solide. Dopo aver analizzato la formazione universitaria, l'Osservatorio ha concentrato la propria attenzione sul livello di istruzione del personale delle aziende e sulla formazione che viene svolta.
Solo nel 17% delle imprese vengono tenuti corsi di inglese per i dipendenti, mentre si rileva una maggiore sensibilità verso le nuove tecnologie: sale infatti al 35% la scelta di tenere regolari corsi di informatica per i dipendenti.
La "maglia nera", in questa classifica, va alla Sicilia, mentre la percentuale più elevata di corsi interni di inglese e di informatica si registra presso le aziende della Sardegna.
Se in questo caso si arriva ai livelli del Centro Nord, diversa è la situazione della formazione manageriale, svolta solo dal 19% delle aziende meridionali: una percentuale che si riduce al 4% se si considera la presenza di piani formativi manageriali strutturati. Oggi che la conoscenza viene considerata il principale input ed output del processo produttivo e forse il maggior fattore competitivo, si evidenzia l'esigenza di intervenire in fretta e in modo sistematico per lo sviluppo della formazione a tutti i livelli.

INNOVAZIONE E NUOVE TECNOLOGIE
Un altro elemento strategico è l'attività di Ricerca e Sviluppo che viene condotta solo nel 37% delle imprese meridionali, con una punta del 45% in Campania. Di queste aziende, circa il 40% svolge attività di R&S per proprio conto, mentre il restante si avvale della collaborazione di partner esterni e, in particolare, di Università e laboratori scientifici. Questa ridotta propensione agli investimenti in R&S si traduce anche in un altro dato significativo: il 58,4% delle aziende nel Sud non ha mai registrato alcun brevetto.
Un dato comunque interessante è il minor peso del ricorso a finanziamenti agevolati per la R&S rispetto a quanto avviene per il Centro-Nord. Come si è già detto, è notevole nel Meridione l'attenzione delle imprese alle opportunità offerte dalle telecomunicazioni e da Internet. Anche se solo il 20,3% delle imprese utilizza l'e-commerce e il 9,2% la firma digitale, il 60% ha elaborato una strategia per affrontare i cambiamenti prodotti da Internet, cambiamenti che vedono il vertice dell'azienda coinvolto nel 72% dei casi. Circa la metà delle aziende dichiara di disporre già oggi delle competenze per operare in un mondo in rete, mentre il 31% è al lavoro per crearle.

 

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