1) Piani Integrati Territoriali
Programmare lo sviluppo
2) La tradizione serica casertana
Arte e Cultura nel Real Sito
3) La Formazione nell'Impresa
Strumento di competitività

 

Piani Integrati Territoriali
Programmare lo sviluppo

La Provincia di Caserta promuove e coordina sei progetti
di Riccardo Ventre Presidente della Provincia di Caserta
 

La Provincia, intesa come ente territoriale intermedio, sta vivendo per la prima volta, forse, nella storia politica istituzionale del Paese, una stagione veramente esaltante.
Al di là della funzione di decentramento amministrativo statale e regionale ad essa attribuita dalla Costituzione, infatti, in questi ultimi anni si è vista riconosciuta, finalmente, la possibilità concreta di "promuovere e coordinare lo sviluppo". Quest'ultimo aspetto si sta perseguendo attraverso una fitta e complessa articolazione che sta già dando significativi frutti. La Provincia di Caserta è stata, nell'ultimo quinquennio, tra quelle che si è vista approvare il maggior numero di finanziamenti relativi a progetti di opere pubbliche da parte della Regione, ha rinnovato il patrimonio scolastico per oltre il 60%, ha rimesso a nuovo ed in sicurezza 1500 km di strade.
Ma altri risultati si potranno cogliere anche nel medio periodo, quando la programmazione di un ulteriore piano di investimenti, attraverso nuovi strumenti di intervento, darà forma e sostanza ad una serie di opere infrastrutturali, di cui si avverte ormai l'improcrastinabile necessità.
Insomma, se alla spesa pubblica è demandato, tra l'altro, anche il ruolo di svolgere la funzione di volano nel contesto socio-economico casertano, bisogna puntare alla realizzazione di una moderna rete di collegamenti e ad un efficace sistema di trasporti per agganciare il treno dello sviluppo. Settori, questi, che sono strategici per la crescita economica ed occupazionale, come è stato opportunamente evidenziato anche nel Piano di sviluppo socio-economico consegnatoci recentemente dal Cure (Consorzio Universitario di Ricerche Economiche). Tale Piano, che è prodromo a quello Territoriale di coordinamento, è il primo vero strumento di pianificazione provinciale, nel quale troveranno ospitalità e sintesi due tendenze programmatorie: l'una oggettiva, di cornice strategica e per ciò stessa di coordinamento, affidata alla Provincia; l'altra soggettiva, proposta dal basso e cioè dai soggetti pubblici e privati (Comuni e forze sociali, imprenditoriali, sindacali e dell'associazionismo) che si fanno promotori di iniziative legate concretamente al territorio e alle esigenze di sviluppo che esso esprime.
Una filosofia di programmazione si sta sperimentando con successo sul campo, attraverso i Piani Integrati Territoriali, la cui prima fase è stata dalla Provincia di Caserta completata con qualche giorno di anticipo rispetto alle altre realtà provinciali della Campania. Una filosofia di "concertazione degli interventi", che è l'aspetto caratterizzante dei PIT, di progetti, cioè, nei quali il territorio è chiamato a svolgere una funzione attiva per dare luogo a quel "processo di sviluppo cumulativo", di cui parla il QCS, e successivamente il Complemento di Programmazione del POR Campania.
Su questo specifico fronte la Provincia di Caserta ha coordinato 6 PIT (Alto Casertano, Litorale Domitio, Parco Archeologico dell'Antica Capua, Distretto Industriale dell'Agro Aversano, Conurbazione Casertana, Pianura Interna), coinvolgendo quasi tutti i 104 comuni in essa compresi, oltre ad un numero imprecisato di partner, vale a dire l'espressione della più sana società nelle sue molteplici articolazioni.
Nel dettaglio, il PIT Alto Casertano è stato proposto da 38 comuni: Ailano, Alvignano, Baia e Latina, Caianello, Caiazzo, Calvi Risorta, Camigliano, Capriati al Volturno, Castello del Matese, Carinola, Castel Campagnano, Castel di Sasso, Conca della Campania, Dragoni, Falciano del Massico, Fontegreca, Formicola, Gallo Matese, Galluccio, Giano Vetusto, Letino, Liberi, Piana di Monteverna, Piedimonte Matese, Pietramelara, Pietravairano, Prata Sannita, Pontelatone, Pratella, Raviscanina, Roccaromana, Rocchetta e Croce, Ruviano, San Gregorio Matese, San Potito Sannitico, Sant'Angelo d'Alife, Vairano Patenora, Valle Agricola.
Obiettivo è quello di "valorizzare un sistema territoriale di notevole pregio dal punto di vista culturale e al tempo stesso mirare a conservare identità e tradizione: il genius loci dell'alto casertano". Combinando la possibilità di accedere ai finanziamenti previsti da più assi e misure del POR, è stato posto un obiettivo di sviluppo incardinato su 3 elementi: turismo - cultura - ambiente. "Lo scenario costituito dai comuni dell'Alto Casertano, la natura incontaminata s'intrecciano con i resti archeologici, con le bellezze architettoniche e terminano simbolicamente nella sommità di Capriati al Volturno, offrendo al visitatore una particolare sensazione di città diffusa".
Da qui gli interventi previsti sui centri storici, il recupero di palazzi signorili, la riscoperta di architetture gotico-catalane, il restauro di tempi dell'età antica e cristiana; ma anche recuperi ambientali, riforestazione, strade rurali, percorsi ecologici, parchi rurali, sistemazione idraulica e, ovviamente, la gestione integrata ed informatizzata dei comuni.
Dal punto di vista delle infrastrutture il PIT prevede la realizzazione di un asse di penetrazione e di collegamento delle aree interne sia al capoluogo, sia allo svincolo autostradale di Capua.
Tutto incentrato sullo sviluppo del turismo e sul recupero ambientale è il PIT Litorale Domizio, che comprende 5 comuni: Castel Volturno, Cellole, Mondragone, Sessa Aurunca, Giugliano.
Su quest'area, in particolare a Castel Volturno, si incentreranno anche le risorse previste dai piani di recupero previsti dal Commissariato straordinario per i problemi ambientali e dal protocollo d'intesa tra Regione, Provincia ed alcune società private su cui cade buona parte dell'onere finanziario. Insomma, è questa l'occasione per porre rimedio ad una dissennata gestione del territorio iniziata negli anni '60.
La valorizzazione del patrimonio storico-culturale del territorio è l'obiettivo primario del PIT Parco Archeologico Antica Capua. Attraverso il recupero del patrimonio archeologico si intende recuperare anche una riqualificazione del tessuto urbano e del territorio. Insomma, promuovere l'immagine e le funzioni sociali di una città moderna, contemporanea, attraverso la fruizione di antiche e prestigiose vestigia. I comuni coinvolti sono 6: Calvi Risorta, Capua, Curti, San Prisco, Santa Maria Capua Vetere, Teano, e rappresentano un contenitore storico-archeologico-ambientale di rarissimo interesse culturale, ma spesso abbandonato o poco valorizzato.
Ad una vocazione territoriale culturale ed ambientale fa, evidentemente, da contrappunto una realtà territoriale provinciale di tipo industriale di notevole importanza economica. È il caso del PIT Distretto Industriale dell'Agro Aversano la cui idea forza è lo sviluppo dei settori produttivi del distretto. Ne fanno parte 18 comuni: Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa Frignano, Gricignano d'Aversa, Orta di Atella, Parete, San Cipriano d'Aversa, San Marcellino, San Tammaro, Sant'Arpino, Succivo, Trentola Dugenta, Villa di Briano, Villa Literno. Gli interventi prevedono la realizzazione di una rete di comunicazione e di trasporti interna ed interconnessa con l'esterno, tale da produrre riverberi in termini di vivibilità sulla realtà sociale, oltre al potenziamento e sviluppo di servizi reali alle imprese. Il recupero, la reindustrializzazione e la riconversione delle aree di cui alla L. 236/93 per lo sviluppo produttivo armonico ed ecosostenibile dell'area, è anche l'idea forza del PIT Conurbazione Casertana, proposto da 10 comuni: Arienzo, Capua, Casagiove, Casapulla, Cervino, Macerata Campania, San Marco Evangelista, San Nicola La Strada, Santa Maria a Vico, Valle di Maddaloni; e del PIT Pianura Interna, che interessa 14 comuni: Bellona, Calvi Risorta, Camigliano, Carinola, Cancello ed Arnone, Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Pastorano, Pignataro Maggiore, Rocchetta e Croce, Santa Maria La Fossa, Sparanise e Vitulazio. Con particolare riferimento a quest'ultimo l'attuazione dei progetti infrastrutturali è diretta a risolvere le carenze esistenti che appaiono addirittura necessarie nella prospettiva della realizzazione dell'aeroporto di Grazzanise. Mentre, per il PIT della conurbazione, la modulazione degli interventi s'innesta sull'intermodalità e sul ruolo svolto dall'interporto.
Dunque, se l'obiettivo della "nuova programmazione" s'incentra sulla definitiva rottura che essa introduce rispetto alle politiche di compensazione dei divari, basati finora su sussidi generalizzati al lavoro e al capitale, la Provincia di Caserta ne ha colto sicuramente l'essenza. La speranza, tuttavia, è che tanta fatica non sia vanificata da ritardi burocratici.
Quest'occasione concreta di programmare lo sviluppo è, infatti, la prima ma probabilmente anche l'ultima che ci è offerta.


 

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