1) LO SVILUPPO DEL SETTORE ALIMENTARE
L'ESIGENZA DI INNOVARE
2) CONVENZIONI DI RICERCA
UNIVERSITà Ed INDUSTRIA SI INCONTRANO
3) Una Strategica alleanza 
le nuove frontiere della ricerca

 

CONVENZIONI DI RICERCA
UNIVERSITà Ed INDUSTRIA SI INCONTRANO

Sviluppo e innovazione di comparti imprenditoriali tradizionali
di Arcangelo Pellegrino Responsabile laboratori D.I.MEC. Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università degli Studi di Salerno - pellegri@diima.unisa.it

La ricerca scientifica nelle facoltà di ingegneria non è certo un'attività avulsa dalla realtà che la circonda, e deve necessariamente far coniugare i propri interessi scientifici con le esigenze del mondo esterno. L'evoluzione della ricerca è quindi regolata da due meccanismi abbastanza semplici: la garanzia di non addentrarsi in un lavoro già realizzato o scientificamente obsoleto e l'applicabilità, seppur non immediata, dei risultati al mondo della produzione di beni. In questi ultimi anni lo sviluppo della rete informatica internazionale ha reso possibile tastare il polso di un qualsiasi settore scientifico per verificare con rapidità il livello di sviluppo e l'interesse verso un argomento di ricerca. Ma la completezza di una ricerca scientifica richiede poi il connubio tra la ricerca teorica e la ricerca applicata e quest'ultima impone necessariamente la collaborazione con il mondo della produzione, indubbiamente uno degli aspetti più interessanti di questi ultimi anni. Ma se è facile trovare nella grande industria un partner disponibile ad investire nella ricerca in tempi anche lunghi (e non dimentichiamo che la grande azienda ha di solito già al proprio interno una struttura di ricerca) è pur vero che diventa difficile, se non impossibile, collaborare con aziende di minor entità, impossibilitate a sostenere investimenti cospicui e tempi tipici delle ricerca universitaria, che deve seguire un suo protocollo procedurale non sempre chiaro. Senza poi dimenticare il diverso scopo finale, che nell'Università è rendere pubblico il risultato, mentre l'azienda tende al suo sfruttamento, possibilmente senza divulgare quelle informazioni che non possono essere protette dai brevetti. Il DIMEC (Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell'Università di Salerno) raccoglie al suo interno le aree scientifiche classiche della meccanica interessate alle problematiche inerenti la trasmissione del calore e la fluidodinamica, le macchine termiche, le tecnologie e l'impiantistica industriale, l'automazione industriale, lo studio, la progettazione e la costruzione delle macchine, la gestione della sicurezza, della qualità e della produzione. Alcuni temi di ricerca di particolare attualità nei diversi campi sono la sostituzione di fluidi a base di freon con altri meno dannosi per l'ambiente, l'ottimizzazione della gestione elettronica nell'alimentazione nei motori, la progettazione di carrozzerie d'auto più "protettive" anche nei confronti dei pedoni, la applicazione delle norme ISO sulla qualità alle aziende di servizi, la misurazione on-line di caratteristiche fisiche di pezzi in corso di lavorazione sulle macchine utensili. Le collaborazioni di ricerca con l'esterno sono cresciute, in questi ultimi anni, con un trend certamente maggiore di quello dello sviluppo della Facoltà. La forma tipica di collaborazione, la convenzione di ricerca, consente di programmare costi, impegno di persone ed apparecchiature, tempi e risultati e rappresenta la più funzionale soluzione anche per coordinare le risorse umane dell'Università nell'espletamento del ruolo più classico: la didattica. Sono attualmente in corso diverse convenzioni di ricerca come quelle con la Elasis (Gruppo Fiat) e la Magneti Marelli, società che notoriamente investono una notevole aliquota del proprio budget nella ricerca, e alcune aziende meccaniche che fanno parte dell'indotto Fiat di Melfi. Queste collaborazioni hanno consentito di bandire assegni di ricerca per giovani laureati, con un triplice effetto: avviare i giovani alla ricerca ed al rapporto professionale con le aziende, aumentare il rapporto benefici/costo della ricerca e soprattutto dimostrare al territorio l'esistenza di una ricchezza sociale. Ma per poter comprendere il rapporto con il mondo imprenditoriale va chiarito bene cosa l'Università è in grado di offrire anche a particolari settori produttivi, tipici dell'attività imprenditoriale salernitana. 
Il comparto ceramico, ad esempio, è un settore di grande interesse. Il polo ceramico di Salerno è formato da aziende di piccole e media grandezza e rappresenta un'entità imprenditoriale che ha basato il suo internazionale successo sulle capacità artistiche di imprenditori ed operatori e certo non è pensabile che queste piccole aziende possano singolarmente arrivare a proposte di collaborazione con l'Università. Ma non è neanche ammissibile esse debbano ricorrere per qualsiasi necessità a Faenza, Bologna e Firenze, i poli storici della scienza ceramica. E' auspicabile invece lo sviluppo di un'attività consortile tra le aziende del comparto che conduca, con l'Università, allo sviluppo di un piano ben organizzato di ricerca, ingegnerizzazione e innovazione tecnologica del settore. La ricerca avanzata è in grado di sviluppare materiali innovativi nelle caratteristiche fisiche seppur tradizionali nell'aspetto, di razionalizzare una degli aspetti più difficili del settore: il riciclo degli scarti, di ingegnerizzare i prodotti, di migliorarne le caratteristiche, di monitorare costantemente il processo produttivo, la qualità del prodotto e l'ambiente di lavoro. La produzione ceramica del salernitano, piastrelle e oggettistica, può avvantaggiarsi di tecnologie e impianti che, senza nulla togliere allo spirito artigianale o semindustriale di fabbricazione dei prodotti, rendono il comparto più concorrenziale e moderno. Sembrerà strano che un prodotto artigianale debba rispondere a canoni sulla qualità, ma i concetti della qualità sono stati estesi a tutti i settori del mondo del lavoro. L'Università non offre solo la ricerca applicata ma anche formazione aziendale nel settore della produzione, della progettazione, della gestione della qualità e svolge attività di laboratorio in "conto terzi", rendendo disponibile le sue attrezzature ed il suo personale per l'esecuzione di prove certificate sui materiali. Il conto terzi, in particolare, è un'attività che può arrivare a garantire l'autonomia economica dei laboratori, ma soprattutto è il principale canale di contatto con la piccola e media industria. Non è raro che si ricorra all'Università per esigenze del genere, soprattutto al meridione, dove i laboratori privati specializzati nei test sui materiali non sono in numero adeguato alle esigenze. Ma quanto costa la collaborazione con l'Università? Chiariamo che la struttura attuale di una Facoltà universitaria moderna ha necessità di investire sia in apparecchiature per la didattica che per la ricerca e si rende conto che è fondamentale trovare il contatto con il territorio per saturare al massimo le sue risorse e per poter investire sulle nuove. Quanto detto renderebbe le collaborazioni improponibili, ma in realtà à fondamentale ricordare che il settore universitario opera nella didattica e nella ricerca e quindi può dedicare a quest'ultima solo una parte del suo tempo. In definitiva il rapporto di collaborazione con l'Università ha un costo contenuto, tempi forse non sempre brevi, risultati scientifici ed operativi quasi sempre certi.
La struttura del DIMEC si articola in una serie di laboratori specializzati. Tra le principali apparecchiature in dotazione vogliamo ricordare una macchina universale per prove statiche e dinamiche, un banco prova motori, un centro di lavoro automatizzato, un robot manipolatore, un'apparecchiatura termografica e diverse work station per CAD meccanico. Tra poco i laboratori si arricchiranno di una nuova apparecchiatura: un prototipatore rapido, un sistema in grado di realizzare una copia reale, tramite sovrapposizioni consecutive di strati di resina, dell'oggetto progettato per quanto complesso esso sia. Ma non è raro che nei laboratori si realizzino prototipi di macchine o impianti pilota: è recentissima la realizzazione di un palettizzatore pneumatico automatico. Il DIMEC rappresenta quindi una struttura della Facoltà di Ingegneria che, nel proprio campo, è scientificamente molto impegnata ma sempre disponibile a trovare forma di collaborazione con la realtà produttiva del salernitano.
 

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