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La
prima volta di Ciampi in Irpinia. La visita del Capo dello Stato per il
Presidente dell'Unione degli industriali di Avellino, Giovanni Lettieri,
ha rappresentato una vetrina importante per il mondo imprenditoriale
irpino, fiero ed orgoglioso, che ha partecipato attivamente all'evento
solenne, sin dalle prime fasi, quelle organizzative.
Presidente, lei ha ospitato Arrigo Levi, editorialista del Corriere della
Sera e consigliere per le relazioni esterne del capo dello stato, Carlo
Azeglio Ciampi. Insieme a lui anche il prefetto Alberto Ruffo per
l'organizzazione della cerimonia. Quali i retroscena e i momenti
significativi che hanno preceduto l'appuntamento del due ottobre?
Sia Levi che il prefetto Ruffo hanno effettuato una sorta di monitoraggio
nella realtà irpina, per conoscerla, capirla e illustrare poi al
presidente Ciampi quali i punti di forza e di debolezza della provincia,
le prospettive, le opportunità le tensioni e i disequilibri.
Che tipo di quadro è emerso?
Con soddisfazione ho constatato che Arrigo Levi ha mostrato particolare
sensibilità alle problematiche del territorio. Ha riposto il taccuino
dichiarandosi sinceramente interessato a conoscere le realtà industriali
più significative sorte nel dopo terremoto, ad approfondire gli strumenti
messi in campo per permettere all'imprenditoria irpina e campana un più
fluido e certo affidamento sulle risorse a sostegno degli investimenti.
Certamente lei avrà fatto riferimento alla programmazione negoziata. Quali
proposte hanno suscitato maggiore interesse?
Senza dubbio quelle relative al ruolo dei distretti industriali. Nel
contesto di una politica generale di sviluppo del territorio, sono stati
notevolmente apprezzati i programmi riguardanti gli interventi nelle
filiere e l'industrializzazione di alcuni specifici siti a vocazione
industriale come Solofra e Calitri. Abbiamo effettuato un approfondimento
sulla realtà dei distretti, tenendo conto della loro evoluzione al Sud
Italia. È stato sottolineato come il distretto è un prodotto nato grazie
alle brillanti intuizioni degli imprenditori e che, superando ogni logica
di assistenzialismo e di individualismo, è uno strumento che dà la
possibilità alle imprese di fare squadra e sistema. L'Irpinia è un
territorio con una forte cultura di impresa ed una provincia a vocazione
agricola che si è trasformata in una realtà industriale dinamica ed
efficiente attraverso un processo lungo, faticoso, che non si è ancora
concluso. Siamo tutti impegnati nell'individuare modelli organizzativi
diversi, nel ricercare ampie intese al di là dei confini amministrativi
provinciali. Una riorganizzazione settoriale che deve avere come centro le
filiere produttive. Ci sono fattori vincenti su cui bisogna puntare. La
disponibilità delle aree attrezzate e di un sistema viario non secondario.
Poi la notevole presenza di manodopera. E, infine, altro punto di forza,
il contesto ambientale tranquillo per il basso livello di criminalità.
Cosa manca? Creare le condizioni affinché questi elementi vengano
conosciuti ed apprezzati al di fuori dei confini provinciali con azioni di
marketing territoriale e la creazione di pacchetti localizzativi che
possano attrarre nuovi imprenditori intenzionati ad investire in Irpinia.
Bisogna sfatare quei luoghi comuni che vengono utilizzati quando si parla
della nostra provincia. È inutile chiedere nuovi finanziamenti, dobbiamo
ragionare in termini diversi e con metodi nuovi, rafforzando anche i
collegamenti con altre realtà. Nutriamo molte aspettative sull'azione del
governo nazionale, chiamato a realizzare alcune fondamentali riforme per
l'abbattimento del carico fiscale, la sburocratizzazione della macchina
amministrativa, la qualificazione della spesa dando priorità agli
investimenti.
Quali sono state le valutazioni espresse da Arrigo Levi?
Positive, a cominciare dal giudizio entusiasta sulla nostra sede. Il
consulente del Quirinale è rimasto colpito dall'architettura,
dall'imponenza e dall'organizzazione degli spazi nella struttura di via
Palatucci.
Una sede prestigiosa che testimonia come gli imprenditori si riconoscano
nell'associazione, offrendo ciascuno il proprio contributo alla crescita
dei livelli partecipativi interni, tant'è che abbiamo registrato un
ampliamento di adesioni e un aumento del numero delle aziende iscritte. I
confronti con i rappresentanti istituzionali, i dialoghi diretti con i
protagonisti della vita politica del paese, tra cui lo stesso in-contro
con Arrigo Levi e la ma-nifestazione con Carlo Azeglio Ciampi,
contribuiscono a consolidare la partecipazione degli im-prenditori, sempre
pronti a dialogare in una visione condivisa dello sviluppo, ad avanzare
proposte e suggerimenti, a far sentire la voce del territorio senza
sterili lamentazioni o autocelebrazioni.
Che idea si è fatto Arrigo Levi dell'Irpinia. E secondo lei quale immagine
ha trasmesso al presidente Ciampi?
L'immagine positiva di un territorio che ha dimostrato nel corso degli
anni di possedere grandi capacità, di coniugare qualità della vita e
voglia di fare. Di una provincia che ha le maggiori possibilità di
riscatto rispetto a tutto il resto del Sud, pronta a vincere la sfida
dello sviluppo grazie al raccordo tra le istituzioni pronte a procedere
con interventi e progetti unitari e al buon livello imprenditoriale. Levi
ha capito ed apprezzato che c'è un Irpinia che produce anche senza le
opportunità infrastrutturali del Nord Est, un territorio di talenti e di
potenzialità inespresse, di materia prima, di giovani con fantasia,
creatività e voglia di fare. Una realtà per certi versi inaspettata e
diversa dai luoghi comuni negativi che caratterizzano le immagini della
provincia.
Crede davvero che l'arrivo di big della politica, di illustri
rappresentanti delle istituzioni o di esponenti del governo nazionale
siano i segnali di un concreto interesse a favore del Mezzogiorno?
Lo spero perché le amministrazioni locali, pur impegnandosi in maniera
notevole, non possono certamente supplire a carenze di iniziative o di
interventi da parte del governo centrale. Riteniamo necessario che il
governo prosegua nella politica di differenziazione della normativa
incentivante gli investimenti al Sud per centrare l'obiettivo principale:
la crescita del Mezzogiorno a tassi più elevati rispetto a quelli europei.
Vigileremo sempre affinché questo rimanga tra gli obiettivi principali
dell'azione governativa. L'arrivo di Ciampi è già un segnale importante.
In Irpinia l'ultima visita ufficiale di un presidente della Repubblica
risale a Giuseppe Saragat nel 1967. Poi Sandro Pertini, nell'immediato
post- terremoto.
Tra i nodi principali c'è quello dell'occupazione.
In effetti è stato uno dei temi portanti dell'evento, sia nella fase
preparatoria che durante lo svolgimento. Il presidente Ciampi ha compreso
quanto in Campania la mancanza di lavoro sia un male ancora troppo grave.
Tutti sono ormai consapevoli della necessità di muoversi concretamente per
ridurre i livelli di disoccupazione, che soprattutto nelle fasce giovanili
non sono socialmente accettabili.
Lei ha sempre creduto nell'importanza della formazione per dare risposte
alle migliaia di giovani in cerca di un lavoro.
Si parla da troppo tempo di integrazione del sistema riguardante la
formazione, ma soltanto recentemente si stanno facendo passi concreti per
delineare un nuovo quadro normativo. Tutto ciò è necessario per potenziare
l'offerta formativa sul territorio, garantendo flessibilità di percorsi,
ottimizzando l'uso delle risorse umane.
È indispensabile una formazione mirata che adegui l'offerta alla domanda,
che parta da una stretta collaborazione tra scuola, università e mondo del
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