1) QUANDO LO SVILUPPO È ARMONICO
CONIUGARE IMPRESA, ETICA E AMBIENTE
2) UN’INIZIATIVA PER LO SVILUPPO
ISTITUZIONI ED ESPERTI A CONFRONTO
3) GIOVANNI LETTIERI ACCOGLIE ARRIGO LEVI
LA VISITA IN IRPINIA DEL PRESIDENTE CIAMPI
 

 

QUANDO LO SVILUPPO È ARMONICO
CONIUGARE IMPRESA, ETICA E AMBIENTE
Generare ricchezza da ridistribuire è il compito fondamentale dell'impresa
di
Carmen Verderosa Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Avellino
 

Il convegno organizzato a settembre dai Giovani Imprenditori si è svolto all'indomani della chiusura del vertice Onu di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile, ad un anno dall'attentato alle Torri gemelle di New York, dopo un periodo nel quale le avversità metereologiche ed ambientali hanno stravolto la normalità di alcune aree, mentre i paesi del terzo mondo restano ancorati ad un livello di sviluppo del tutto incoerente con il rispetto della dignità umana. Questa concatenazione di eventi, seppur apparentemente distanti nella manifestazione geografica, non è casuale. È il segno di una stridente contraddizione che pone con brutale evidenza, l'implosione di problemi trascurati, e con enfasi denuncia il limite di strumenti incisivi ed efficaci di gestione sui processi di riaggiustamento. Sono fenomeni che investono il governo mondiale e chiamano in causa i meccanismi di azione dell'Onu, troppo condizionata dagli egoismi degli Stati. Da essi possiamo trarre una lezione di carattere universale: il progresso va governato per non creare squilibri difficilmente recuperabili. Proprio partendo da queste considerazioni, intendiamo porre all'attenzione alcune tematiche che hanno valenza strategica. Abbiamo voluto confrontare le idee, le riflessioni, i programmi di diversi e qualificati interlocutori, ognuno dei quali impegnati in osservatori privilegiati. E ciò è servito per raggiungere una visione condivisa di come coniugare le attività d'impresa con l'ambiente, di come arricchire il sentiero dello sviluppo imprenditoriale intrapreso nelle nostre aree. È emersa una novità interessante: non più solo dibattere sul come "fare sviluppo", bensì operare concretamente per garantire una crescita armonica che crei valore diffuso e condiviso, salvaguardando l'ambiente. Il Convegno ha risposto anche ad un'esigenza di carattere associativo, dare diffusione nelle strutture territoriali ai lavori portati avanti dal comitato nazionale Ambiente ed Energia dei Giovani Imprenditori. La visione che ispira le nostre iniziative è quella di recuperare il forte senso etico dell'agire economico, proprio quando all'impresa è dato il compito di generare benessere, valore aggiunto e di far progredire le comunità in modo diffuso e coerente con i fondamentali diritti umani. Il futuro dell'impresa è di questa impresa, che cambia individuando nei principi etici la chiave di successo per competere sul mercato globale. Condividiamo quanto scritto nell'enciclica Gaudium et spes, che affrontando il tema dell'etica ed economia definisce questo rapporto sul doppio vincolo dell'autonomia e della subordinazione. Ed è questo un livello di equilibrio indispensabile, fatto proprio da molti imprenditori attratti, e non solo per suggestione, da una moderna visione di espansione. Anzi, per alcuni aspetti le stesse regole economiche hanno recepito le finalità proprie delle posizioni etiche contenute nel documento consiliare e di quelle espresse dalla riflessione dell'intelligenza umanistica laica. Il premio Nobel Amartya Sen definisce lo sviluppo sostenibile nel "non prendere dalla natura più di quello che può rigenerare e aumentare i diritti e la giustizia delle persone". Sono indicazioni autorevoli, non delegabili solo all'incerto governo mondiale. La riflessione dei Giovani Imprenditori è andata oltre, proponendo la visione dello sviluppo armonico come linea guida per enfatizzare il ruolo dei soggetti coinvolti nel governo dei processi. Il compito fondamentale dell'impresa è quello di generare ricchezza da ridistribuire agli attori che hanno contribuito alla sua creazione. Lo sviluppo è armonico quando le regole condivise garantiscono l'equità di questa redistribuzione. È comunque l'azione locale, ispirata a principi universali, che deve tradurli in programmi operativi. I problemi dell'ambiente e delle fonti energetiche richiedono soluzioni specifiche e coerenti con le realtà locali. Proprio in occasione del vertice di Johannesburg è stato più volte sottolineato da parte degli esponenti dell'Onu che un presumibile scenario di guerra, come è stato ed è per le fonti energetiche, potrebbe essere causato dal controllo delle risorse idriche. È importante sensibilizzarsi su questi problemi, ma ciò stride, per esempio, con la constatazione che nelle nostre aree la rete di distribuzione idrica disperde il 40% dell'acqua immessa. Sul piano dell'approvvigionamento le sorgenti non saranno più sufficienti a soddisfare il fabbisogno, mentre l'assenza di governo del territorio provoca i disastri di Quindici, Sarno e Cervinara. Non abbiamo ancora realizzato il ciclo integrato delle acque. Lo stesso dicasi per l'energia elettrica. Attualmente più del 70% della produzione italiana è da attribuirsi a prodotti petroliferi e gas, mentre all'estero il nucleare e il carbone, raggiungono quote sempre maggiori del 50%. Le industrie e le famiglie italiane sostengono un costo dell'energia superiore, in media del 20-40% rispetto agli altri paesi europei; le piccole e medie imprese, spina dorsale del sistema produttivo nazionale, addirittura superiore del 50-100%. Certo sono importanti i recenti provvedimenti di liberalizzazione del mercato e di fissazione dei tetti massimi di tariffazione. Ma la coerenza vuole che il costo sia abbattuto laddove si genera, cioè nell'utilizzo delle fonti e nell'erogazione.
Basti pensare che la rete di distribuzione della nostra regione, non al passo con i tempi, registra delle inefficienze sia in termini di dispersione, circa il 10%, sia in termini di interruzioni nell'erogazione, alquanto frequenti. La necessità di investimenti per l'ammodernamento e il potenziamento delle reti è una delle priorità del territorio che deve saper attrarre, e non ostacolare, gli investimenti necessari. Gli enti locali, del resto, sono chiamati a svolgere una funzione diversa, atteso che è mutata la natura delle principali società operative nel campo della infrastrutturazione: non più enti pubblici, ma società private quotate in borsa e quindi soggette ad una severa valutazione dei propri investimenti. Le amministrazioni devono collaborare offrendo un quadro di certezze e snellezze burocratiche, senza ulteriori aggravi di costi, per superare il grande ostacolo delle autorizzazioni. Questi sono solo alcuni esempi. Come Giovani Imprenditori ci aspettiamo una maggiore corrispondenza tra il modo di sentire i problemi e l'agire quotidiano da parte dei responsabili delle politiche ambientali ed energetiche. Vorremo essere confortati nella nostra ferma convinzione che il futuro dell'impresa è nella ritrovata armonia etica, ambientale ed energetica dell'agire economico. Avellino rappresenta la prima tappa di un percorso finalizzato a diffondere il manifesto dei Giovani Imprenditori di Confindustria sull'ambiente, energia e sviluppo che pone come presupposto dello sviluppo armonico la responsabilizzazione consapevole di ciascun attore istituzionale, economico e sociale.
Nel documento si legge che il primo attore che deve dimostrarsi all'altezza delle sfide è quello politico. Grande è anche la responsabilità ricoperta dalla comunità scientifica, chiamata a fornire garanzie precise sull'evoluzione della ricerca e della sperimentazione negli ambiti di biotecnologie ed ingegneria genetica.
La manifestazione di Avellino precede il tradizionale appuntamento con il convegno nazionale dei Giovani Imprenditori a Capri, un'ennesima e preziosa occasione di confronto, alla presenza di prestigiosi esponenti del governo nazionale e regionale sui temi dello sviluppo. Argomenti che vedono i giovani impegnati e uniti, determinati a chiedere risposte concrete e a scuotere le coscienze di chi può contribuire ad imprimere una svolta positiva al sistema economico del paese, che sta vivendo un momento particolarmente delicato. 

torna su