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Parte
da Avellino il progetto dei Giovani Imprenditori basato su una visione
condivisa di coniugare le attività d'impresa con l'ambiente e individuando
nei principi etici la chiave di successo per competere all'interno del
mercato globale. Il convegno che si è tenuto nel mese di settembre presso
l'Unione degli Industriali di Avellino, ha offerto numerosi spunti di
riflessione e dati interessanti che saranno certamente oggetto di
ulteriori approfondimenti da parte di rappresentanti politici e
istituzionali.
I lavori sono stati introdotti dal presidente di Assindustria, Giovanni
Lettieri, che si è dichiarato fiducioso rispetto ai comportamenti dei
giovani nei confronti dell'ambiente: «giovani responsabili e consapevoli
della necessità di realizzare uno sviluppo armonico, che faccia progredire
le comunità senza danneggiare il contesto territoriale in cui si opera».
Nella sua relazione di apertura il presidente dei Giovani Imprenditori,
Carmen Verderosa, a cui va il merito di aver riunito, intorno allo stesso
tavolo in un confronto nuovo e del tutto inedito, esponenti di Legambiente
e Assindustria, ha parlato non soltanto delle necessità di recuperare il
forte senso etico dell'agire economico, ma ha affrontato le tematiche
riguardanti l'utilizzo delle fonti energetiche, soffermandosi sul compito
fondamentale dell'impresa, quello di generare ricchezza da ridistribuire
agli attori che hanno contribuito alla sua creazione: «lo sviluppo è
armonico quando le regole condivise garantiscono l'equità di questa
ridistribuzione».
Stefania Petrianni, responsabile Ambiente Giovani Imprenditori
Confindustria, ha fornito dati incoraggianti: negli ultimi anni il tasso
di crescita di imprese certificate è stato del 100% ogni dodici mesi e si
prevede che alla fine del 2002 si potrebbe arrivare a oltre 2000 aziende
certificate Iso 140001. «Ciò significa - ha spiegato che finalmente si sta
diffondendo nel sistema Italia una vera e propria cultura ambientale nella
quale il movimento dei Giovani di Confindustria ha il compito di dare un
contributo concreto al fine di perseguire gli obiettivi della
semplificazione delle normative vigenti, della certezza dei tempi di
attuazione e della riduzione dei costi». Poi l'appello alle imprese:
«Bisogna investire nella qualità. Le aziende più attente lo hanno capito
già da tempo, puntando sulla certificazione ambientale, una vera e propria
patente ecologica da usare come occasione di crescita e di competitività».
L'intervento di Vincenzo Franzini, direttore Enel distribuzione Campania
ha suscitato notevole interesse soprattutto per alcune affermazioni
destinate certamente a diventare oggetto di ulteriori approfondimenti.
«Gli investimenti effettuati dall'Enel sono più alti al Sud che al Nord.
So bene che la cosa può apparire inverosimile, considerando che il
servizio nel Mezzogiorno è meno efficiente, ma la situazione è questa,
soprattutto perché nel meridione mancano gli appoggi da parte delle
amministrazioni locali. Una collaborazione indispensabile a colmare il gap
con il Nord». Secondo Franzini gli enti locali non offrono un quadro di
certezze e snellezze burocratiche, anzi pongono numerosi ostacoli nel
rilascio delle autorizzazioni, finendo per scoraggiare anche investimenti
già programmati.
Immediata la replica dell'assessore regionale alle attività produttive,
Gianfranco Alois, che ha illustrato gli obiettivi del piano energetico
regionale di giungere entro il 2010 alla saturazione del deficit
energetico in Campania in termini di produzione. L'assessore è apparso
ottimista: «Abbiamo inaugurato un nuovo percorso di condivisione chiamando
in causa le associazioni ambientaliste, i politici, i sindacati.
Metodologie di approccio alla questione ambientale del tutto innovative
rispetto al passato. Abbiamo già investito venti milioni di euro sul
sistema fotovoltaico solare e stiamo incentivando l'aggregazione delle
piccole imprese, che consorziandosi possono acquistare l'energia dove
vogliono, con un congruo abbattimento dei costi sulle bollette». Alois ha
garantito che porrà all'attenzione della giunta regionale le segnalazioni
del direttore dell'Enel e ha anche colto l'occasione per annunciare che in
Irpinia sono pronti a decollare i distretti industriali. Interessante e
vivace il dibattito moderato sapientemente dal direttore de "Il denaro"
Alfonso Ruffo.
Per Gianfranco Galanzino, amministratore delegato Entsorga Italia, esiste
nel campo della ricerca delle fonti energetiche una distinzione tra il
principio di precauzione «non si può far nulla di nuovo se non si dimostra
la totale innocuità rispetto all'ambiente» e quello di prevenzione
«studiare l'innovazione approfondendo gli eventuali effetti collaterali».
Tre le leve di potere del futuro, secondo Galanzino, ci sono le risorse
idriche, l'energia e l'alimentazione. In tutti e tre campi la ricerca è
motore dello sviluppo.
Michele Buonuomo, presidente Legambiente Campania, ha specificato di
essere favorevole al principio della prevenzione, anzi ha invitato gli
enti pubblici ad investire nella ricerca delle fonti energetiche in campo
industriale, avvertendo: «Occorre la massima attenzione: i rischi derivano
dalla sperimentazione delle innovazioni».
Buonuomo ha espresso il suo compiacimento per le scelte coraggiose dei
cittadini che hanno imposto decisioni altrettanto coraggiose e favorito
politiche di contenimento e razionalizzazione degli sprechi nell'uso
dell'energia. «Sarebbe un fatto estremamente positivo se la nostra regione
si dotasse di fonti energetiche anche alternative.
La sfida comunque dobbiamo lanciarla a tutte le istituzioni e non solo
alla regione, ma anche ai singoli comuni, alla classe politica e
amministrativa affinché vengano fornite le condizioni all'industria di
svilupparsi nel rispetto dell'ambiente. Stimoleremo tutti, invitando a
collaborare, per raggiungere un obiettivo importante, la razionalizzazione
delle risorse idriche, risparmiando non soltanto in campo industriale, ma
anche in quello agricolo». Gennaro Volpicelli, ordinario di impianti
chimici presso l'Università Federico II di Napoli ha lanciato l'allarme
sul rischio di esaurimento delle risorse e sul fatto che ricercando la
diversificazione delle fonti energetiche, si possano generare problemi di
inquinamento più complessi. Per Carlo Alberto Marcoaldi, presidente di
E.R.M. Italia, il problema dell'energia e dello sviluppo eco-sostenibile
deve guardare al contesto europeo, ma essere anche inserito nel territorio
e condiviso dalle comunità e dalle istituzioni locali. Marcoaldi ha
ribadito, infine, che non è assolutamente conflittuale il rapporto tra
interessi economici e tutela dell'ambiente, anzi la volontà di
salvaguardare l'ambiente deve essere concepita dalle aziende come la
difesa di una risorsa primaria per lo sviluppo economico, culturale e
sociale del Paese. torna su |