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Scade il prossimo 30 giugno il bando della legge 488-industria. La normativa agevola progetti d’investimento nelle aree depresse del Paese.
Possono accedere ai finanziamenti previsti dal nuovo bando 488 le imprese che svolgono attività:
- estrattive;
- manifatturiere:
- di costruzione;
- di produzione e distribuzione di energia elettrica, vapore e acqua calda;
- di servizi reali alle imprese, se costituite sotto forma di società regolari.
Gli investimenti per i quali si richiede l’agevolazione devono essere realizzati in unità produttive localizzate nelle aree depresse del Paese, così definite dalla normativa nazionale e comunitaria.
Il programma da finanziare può riguardare impianti nuovi o già esistenti, e in particolare:
- creazione di nuove unità produttive;
- ampliamento;
- ammodernamento:
- ristrutturazione;
- riconversione;
- riattivazione;
- trasferimento.
Alcune disposizioni particolari sono previste per le imprese edili (comprese nella sezione «F» della classificazione Istat 1991), di servizi reali, e infine produttrici e distributrici di «utilities».
IMPRESE EDILI
Le imprese di costruzioni che non operano con un’unità produttiva fissa (caratteristica molto frequente in tale settore), bensì attraverso cantieri, potranno considerare come confine fisico di quest’ultima l’intero ambito regionale (il caso generale di una tipica impresa industriale identificherebbe invece l’unità produttiva con il limite territoriale del suolo su cui questa è situata).
Ciò significa che se l’impresa industriale può muovere i propri beni agevolati all’interno dell’unità produttiva, le aziende di costruzione potranno farlo all’interno dell’intera regione.
Anche il livello occupazionale dovrà essere determinato facendo riferimento a tutte le unità di lavoro dell’impresa ubicate nel territorio regionale. Le imprese edili dovranno pertanto indicare nella domanda di finanziamento la regione in cui intendono operare, dimostrando di essere titolari in quel territorio di una sede operativa risultante dal certificato di iscrizione al Registro delle imprese.
ENERGIA E ACQUA CALDA
Limitazioni sono previste per il settore produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda. Gli incentivi in questo caso sono riservati esclusivamente alle imprese che rientrano nelle classi 40.10 e 40.30 Istat ’91 e per i soli impianti alimentati da fonti rinnovabili o assimilate, con potenza non superiore a 50 MW elettrici e indice energetico di almeno 0,60.
L’elenco delle tipologie di servizi reali ammesse a contributo, recentemente esteso, è compreso nella circolare ministeriale del 14 luglio 2000.
SPESE AMMISSIBILI
In base alle nuove regole comunitarie, potranno essere finanziati solo gli investimenti avviati dopo la presentazione della domanda.
Non sarà dunque ammessa alcuna retroattività delle spese.
Più in dettaglio, sono previsti contributi per le spese relative a:
- opere murarie e assimilate;
- infrastrutture specifiche aziendali;
- macchinari, impianti e attrezzature nuove varie;
- programmi informatici e gestionali dell'impresa;
- brevetti.
Sono invece escluse le spese:
- notarili;
- per imposte e tasse;
- per scorte;
- relative a macchinari, impianti e attrezzature usate;
- di funzionamento in generale e di pura sostituzione;
- inferiori a 1 milione di lire;
- per l'acquisto di immobili che hanno già beneficiato nei dieci anni antecedenti la presentazione della domanda di altre agevolazioni (eccetto i costi di natura fiscale);
- tutte le spese non capitalizzate.
AGEVOLAZIONI
Le agevolazioni previste dalla legge 488 non sono predeterminate in valore assoluto, bensì espresse attraverso due parametri introdotti dall’Unione Europea: l’Equivalente sovvenzione netto (Esn) e l’Equivalente sovvenzione lordo (Esl) dell'investimento iniziale.
Si tratta di un sistema di calcolo che tiene conto, compensandoli, degli scostamenti temporali tra la realizzazione degli investimenti e l’erogazione delle agevolazioni e, per quanto riguarda l’Esn, dell’imposizione fiscale sulle agevolazioni erogate. Le percentuali in Esl ed Esn esprimono quindi l’effettivo beneficio di cui l’impresa gode, a prescindere dalle imposte, dalle modalità temporali di realizzazione degli investimenti ed erogazione delle agevolazioni. In Campania, così come in tutte le altre regioni del Mezzogiorno ad eccezione della Calabria, le imprese potranno beneficiare di un’agevolazione massima del 35 per cento in Esn più un ulteriore 15 per cento in Esl. In Calabria le percentuali sono invece del 50 per cento (Esn) più 15 (Esl). L'importo dell'agevolazione viene erogato in due quote (per i programmi da realizzare in ventiquattro mesi) o tre quote (per i programmi da realizzare in quarantotto mesi) annuali di pari ammontare, la prima delle quali entro un mese dalla pubblicazione delle graduatorie. Ciascuna delle quote è erogata dalla banca concessionaria subordinatamente all'effettiva realizzazione della corrispondente parte degli investimenti, ad eccezione della prima che può essere erogata anche a titolo di anticipazione.
INVIO DEI PROGETTI
I termini di presentazione dei progetti d’investimento saranno aperti fino al prossimo 30 giugno. La domanda deve pervenire a una delle banche concessionarie del ministero dell’Industria tramite raccomandata con avviso di ricevimento, posta celere, a mano o corriere. Nel caso di programmi che prevedano l'acquisizione di beni tramite locazione finanziaria, il progetto va inviato a una delle società di leasing convenzionate con le banche. La domanda di agevolazioni deve essere redatta utilizzando esclusivamente il modulo (con il relativo software) predisposto dal Ministero dell’industria. Il modulo va compilato in ogni sua parte, e ad esso vanno allegati (pena l’inammissibilità della domanda) il business plan, la scheda tecnica, la documentazione e le dichiarazioni richieste. Per gli investimenti superiori a un miliardo di lire promossi dalle imprese di servizi, così come per quelli superiori ai 3 miliardi di lire promossi dalle imprese operanti negli altri settori, è obbligatorio predisporre il business plan anche nella parte numerica, oltre a quella descrittiva. Una copia della domanda deve essere inviata alla Regione competente per territorio.
LIMITAZIONI
Numerose sono le limitazioni previste in fase di presentazione delle richieste di agevolazione:
- non è consentito presentare una domanda relativa a più programmi o unità produttive;
- non è permessa la presentazione di più domande (anche su bandi successivi) che, sebbene riferite a distinti investimenti, riguardino uno stesso programma organico e funzionale;
- non è ammessa la presentazione di più domande sullo stesso bando e per il medesimo programma, anche da parte di imprese diverse;
- non sono ammesse agevolazioni per i programmi oggetto in passato di altri contributi pubblici, a meno che l’impresa beneficiaria non vi abbia già formalmente rinunciato;
- nel caso in cui un programma sia stato agevolato in misura inferiore a quella richiesta dall’impresa, è consentita la presentazione, per la medesima iniziativa, di una nuova domanda in un bando successivo. Occorre tuttavia rinunciare in maniera formale all’agevolazione già concessa;
- nel caso di programmi già agevolati, non sarà consentito presentare nei sei mesi successivi alla data della relativa domanda una richiesta di contributo per nuove iniziative se queste si riferiscono alla medesima unità produttiva. Ciò non sarà comunque possibile fin quando la banca concessionaria non avrà erogato la prima quota per stato d’avanzamento del programma agevolato o, per nuovi impianti, non sia stata presentata alla banca concessionaria l’attestazione della data di ultimazione del programma.
Cosa succede una volta presentato alla banca concessionaria il progetto d’investimento? La banca verifica innanzitutto la completezza e la regolarità della domanda. Una volta superata l’istruttoria formale, si passa a quella di merito. Il punteggio viene assegnato in base a cinque criteri di valutazione:
- il capitale proprio investito;
- il numero di occupati attivati dall’iniziativa;
- il valore dell’agevolazione massima ammissibile rispetto a quella richiesta;
- il punteggio conseguito in relazione alle priorità regionali;
- il punteggio conseguito in termini di prestazioni ambientali.
Rispetto ai precedenti bandi, il ministero dell’Industria ha stabilito un apporto minimo di mezzi propri che non potrà essere inferiore, in valore nominale, al 25 per cento dell’investimento ammissibile. La valutazione degli indicatori è determinante ai fini della concessione delle agevolazioni. Eventuali scostamenti in diminuzione rispetto ai valori assunti per la formazione della graduatoria possono infatti portare alla revoca delle agevolazioni.
LE GRADUATORIE
La concessione dei contributi avviene sulla base della posizione in graduatoria, fino ad esaurimento dei fondi disponibili. Per gli investimenti fino a 50 miliardi di lire, non assoggettabili alla disciplina multisettoriale degli aiuti regionali ai grandi progetti d'investimento, sono formulate in ciascuna regione due distinte graduatorie. Una è quella ordinaria, l’altra è quella speciale che ciascuna regione può attivare per aree o settori di attività individuati come prioritari per lo sviluppo locale. La Regione Campania, ad esempio, riserverà il 50 per cento dei fondi a propria disposizione agli investimenti da effettuare in determinate zone oggetto di Patti territoriali, Contratti d’area, Prusst e Distretti industriali. Per tali programmi sarà definita una graduatoria speciale, e i progetti che risulteranno ammessi ma non finanziabili saranno «ripescati» concorrendo nella graduatoria ordinaria. La Regione Campania attribuirà inoltre, per quanto riguarda la tipologia d’investimento e l’indicatore regionale prima citato:
- dieci punti alla creazione di nuovi impianti;
- otto punti agli ampliamenti;
- sette punti alle riattivazioni;
- sei punti alle ristrutturazioni, agli ammodernamenti e alle riconversioni;
- quattro punti alle delocalizzazioni.
Due distinte graduatorie saranno formulate anche per i programmi d’investimento superiori a 50 miliardi di lire e assoggettabili alla disciplina multisettoriale degli aiuti regionali ai grandi progetti d'investimento. Una riguarderà le aree Obiettivo 1, l’altra le restanti aree depresse del Paese.
I TEMPI
Le banche concessionarie completano l’istruttoria di merito dei progetti entro tre mesi dalla scadenza dei termini di presentazione delle domande.
Nei successivi trenta giorni, il ministero dell'Industria provvede a «pesare» gli indicatori e a formulare le graduatorie.
Tra la chiusura dei termini di presentazione delle domande e la pubblicazione degli elenchi delle aziende beneficiarie passano dunque quattro mesi. Le domande ammesse in graduatoria ma non finanziate per esaurimento delle risorse sono inserite automaticamente, invariate, nella graduatoria relativa al primo bando utile successivo, mantenendo valide ai fini dell'ammissibilità delle spese le condizioni previste per le domande originarie. Se però l'impresa intende riformulare il progetto, può rinunciare all’inserimento automatico ripresentando quest’ultimo nei termini relativi al primo bando utile successivo.
DISPONIBILITA’ OBBLIGATORIA
Il nuovo regolamento della legge 488 prevede l’obbligo di dimostrare, già in sede di presentazione della domanda, la piena disponibilità dell’immobile dell’unità produttiva in cui si realizza l’investimento a garanzia dell’effettiva realizzabilità del progetto.
Lo scopo del Ministero è infatti evitare che vengano emessi decreti di concessione provvisoria nei confronti di imprenditori che prima partecipano al bando e poi trovano consistenti difficoltà ad avviare il programma perché non dispongono di un suolo e di un immobile.
Simili situazioni hanno creato in passato molti problemi in termini d’impiego delle risorse.
Per come è strutturato il sistema di graduatorie della 488, infatti, la rinuncia o la revoca delle agevolazioni non attiva lo scorrimento e la conseguente assegnazione dei fondi ad altre imprese comunque ammesse nelle posizioni successive.
Il tutto si traduce invece nel mancato utilizzo delle risorse. In quest’ottica, la disponibilità dell’immobile diventa allora necessaria per assicurarsi che chi presenta la domanda sia in condizione, già in quel momento, di poter realizzare l’investimento.
A garanzia della volontà dell’impresa di realizzare il programma agevolato, questa dovrà allegare alla domanda la ricevuta del versamento di una cauzione. Tale somma sarà trattenuta dal Ministero in caso di rinuncia alla realizzazione dell’investimento, oppure restituita maggiorata dei relativi interessi maturati.
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